Una Città n° 81 / 1999
Novembre
IL RAZZISMO DEL RISPETTO, è quello che Haider e gli altri etnofederalisti europei hanno mutuato dalla nuova destra: le culture sono incomunicanti, ognuno stia a casa sua; un nuovo regionalismo, che detesta sia gli stati nazionali che la globalizzazione di cui l'America multietnica è portatrice; il ruolo inquietante della Baviera; cosa può succedere se l'Europa dell'euro fallisce? L'intervista, in seconda e terza è a Bruno Luverà.
IL NETWORK FAMILIARE è l'intervista in cui Paul Ginsborg ci racconta della particolarità della famiglia italiana, ormai snella e nucleare eppure così lunga, nel mantenere legami molto forti fra fratelli e con genitori e nonni; la sovrapposizione fra economia domestica e impresa che crea ricchezza ma anche gerarchia e autosfruttamento; in quarta e quinta, assieme a MAESTRO D'ASCIA, in cui Vincenzo Acquilini ci parla di un'arte antica, quella di costruire barche con un materiale straordinario, il legno.
IL DIRITTO ALLA FELICITA', è ciò di cui più spesso parlano le donne che si rivolgono al centro di assistenza legale dell'Udi di Ancona; l'intervista è alle militanti del centro; in sesta e settima, insieme al ricordo, nell'intervista alle figlie, di Mariantonia dell'Aquila, direttrice di Bravacasa scomparsa prematuramente.
Ne IL CAUCASO E LA TELEFONATA Mauro Martini ci parla del Caucaso, della Cecenia e delle origini antiche della crisi attuale; la difficile transizione russa, tra vecchi nostalgici, giovani pieni di speranza e tanta gente resa apatica da decenni di "welfare" sovietico; in ottava e nona, assieme a una lettera di Ozren Kebo sugli ultimi tre anni vissuti a Sarajevo, dopo la fine dell'assedio. Nelle centrali: ricostruzione, in Kosovo.
LA FIEREZZA RITROVATA è l'intervista in cui Khalida Messaoudi ci parla della sconfitta del terrorismo islamista, del problema dell'amnistia, dei sentimenti dei parenti delle vittime e del nuovo presidente, divenuto popolare malgrado alcune prese di posizione molto coraggiose e controcorrente, o forse grazie ad esse; in dodicesima e tredicesima.
QUEL PRIMO FIORE... da un uomo è il dono ricevuto da Stefania Gander dopo una lunga odissea finita, finalmente, con quell'operazione per cambiare sesso, che l'ha portata a essere a posto con se stessa; il ruolo di due genitori straordinari; in quattordicesima e quindicesima. ALBERO O VASO?, Nadia Filippini ci racconta come e perché nella seconda metà del 700 si sia diffuso il taglio cesareo malgrado comportasse la morte certa della madre; in sedicesima e diciassettesima. Ne LA STORIA PROFANA David Bidussa ci spiega quanto pericoloso sia assolutizzare Auschwitz: in un certo senso tutto diventa possibile; il necessario paragone con il Kosovo e con gli altri genocidi del secolo; per gli ebrei Auschwitz ha segnato una rottura tragica del dialogo coi non ebrei; la possibilità della comparabilità di Auschwitz dipende dalla ripresa di quel dialogo, ma dall'altra parte c'è disponibilità a capire veramente? In diciottesima e diciannovesima. COSI' STANCHI E NAUSEATI, sono i serbi, che dopo dieci anni si ritrovano ad affrontare un inverno veramente difficile; la lotta per i diritti umani di una militante