Le tesi contro o a favore dell’Unione Europea (alcune di quelle a favore sono raccolte nel quaderno "Pro Europa” di "Una città”) spesso trattano l’Unione come una possibilità, di cui esaminare gli aspetti positivi e negativi, non come una entità istituzionale e sociale realizzata. Si ragiona dei vantaggi e degli svantaggi dell’Europa, della sua natura, come se l’Unione non esistesse già.
 
I diritti
Ma l’Unione esiste, ha caratteristiche positive e negative. Tra le caratteristiche positive una Carta dei diritti -libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza, giustizia- forse più precisa della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. La Carta è uno dei motivi per cui si può essere orgogliosi di dirsi europei, per cui bisogna difendere l’Europa, per cui ha senso porre limiti all’estensione all’Italia di regole altrui. Anche la Costituzione della Repubblica italiana difende i diritti dei suoi cittadini. Ma, come viene fatto osservare da molti, perché le norme siano realmente efficaci è necessario che l’entità politica che le emana sia abbastanza importante -abbia abbastanza cittadini, sia abbastanza ricca e ampia- da reggere il confronto con le multinazionali che si propone di regolare. L’Unione europea è il secondo mercato del mondo, dopo gli Stati Uniti e prima della Cina; ha più cittadini degli Usa, anche se meno della Cina e dell’India: non è una entità trascurabile anche per le maggiori  aziende. I singoli stati europei ovviamente contano molto meno.
Preoccupa invece, dovrebbe essere al centro della nostra attenzione di cittadini, che ministri in carica violino le norme di cui dovrebbero essere garanti. è proprio la precisione della Carta a rendere evidente la illegalità a chiunque.
Cito alcuni passi essenziali. Con la eccezione dei diritti politici in senso proprio, la Carta si riferisce agli individui, ai presenti, non ai soli cittadini.
"Articolo 3.1. Ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica”.
Si riferiscono agli individui e non ai soli cittadini anche i diritti sociali, più chiaramente della stessa Costituzione della Repubblica italiana:
"Articolo 12. Libertà di riunione e di associazione
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione pacifica e alla libertà di associazione a tutti i livelli, segnatamente in campo politico, sindacale e civico, il che implica il diritto di ogni individuo di fondare sindacati insieme con altri e di aderirvi per la difesa dei propri interessi”.
Stride la illegalità dei comportamenti del Ministro dell’interno soprattutto nel caso delle espulsioni:
"Articolo 19. Protezione in caso di allontanamento, di espulsione e di estradizione.
1. Le espulsioni collettive sono vietate.
2. Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti”.
Le navi militari italiane sono territorio della Repubblica. I trattamenti inumani e degradanti a bordo o gli sbarchi in porti non sicuri sono proibiti.
Di fronte alla discrepanza tra norma giuridica e comportamenti, anche di leader politici e ministri, si può guardare con sufficienza alla norma, che tanto viene violata, e adeguarsi alla realtà fattuale. Non lo hanno fatto alcuni giudici della Repubblica. Penso che, seguendo il loro esempio,  si possa, si debba, invece, sostenere la norma, reclamarne l’applicazione rigorosa, anche ricorrendo al codice penale, rispettare la Costituzione italiana e la Carta europea, a difesa della convivenza e della pace. Attraverso la difesa dei diritti, la Carta apre la strada alla normale comunicazione attraverso le frontiere esterne dell’Europa.

Le frontiere
Le frontiere sono linee, spesso fortificate, solo tra paesi in guerra, attuale o potenziale. Nella realtà sociale le frontiere sono aree di transizione, anche molto estese, tra lingue e costumi diversi. Tra Italia e Francia i dialetti cambiano da sud a nord lungo il confine, ma sono gli stessi a est e ovest del confine, alla stessa altezza. Gli occitani, tra cui i valdesi etnici, parlano occitano (oltre alle lingue dei due stati) sia in Italia che in Francia.
L’esistenza dell’Unione ha, di fatto, abolito le frontiere, intese come barriera insuperabile senza una procedura e una autorizzazione; le ha ricondotte alla loro natura di aree di transizione. Per chi ne ha l’età la possibilità di passare in auto senza fermarsi ...[continua]

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