Redazione Una Città
Almanacco delle buone pratiche di cittadinanza (n. 2)
Ed. Una Città, 2007
288 pagine
il mutualismo di ieri e di oggi - il dilemma: cittadini o utenti? - le "dame" nelle corsie d'ospedale - il diritto all'autobiografia - il malato cittadino - quella palestra dove giovani delinquenti son diventati campioni... - il circuito virtuoso del recupero delle rimanenze dei grandi magazzini - parlare della malattia non guarisce ma fa bene - quel paternalismo fatale dell'istituzione verso le donne in difficoltà - la libertà che è nelle relazioni, nel legame - aprire dei bar invece che dei centri di salute mentale? - e poi le storie di ieri che ancora, forse, ci possono insegnare qualcosa...
Introduzione. Il mutualismo, la storia, il presenteIl mutualismo è solo l’infanzia del movimento operaio o ne è l’anima purtroppo dimenticata?
Forse mutualismo, cooperazione e associazionismo sono l’anima della stessa democrazia.
Dedicato agli edili… e alla loro leggendaria cassa edile
Il grande problema: cittadini o utenti?
Il cittadino è soggetto, non oggetto dei servizi. Ci ricordiamo quando lo spazzino saliva le scale per raccogliere la spazzatura dai pianerottoli?
Storie di buone pratiche di cittadinanza
La grande battaglia politica e costituzionale per riconoscere che il cittadino non è solo un egoista…
Le mille signore di Torino che non portano più solo pacchi dono ma tengono d’occhio il primario…
La cartella clinica è del paziente e di nessun altro…
Un lavoro, anche nel sociale, sull’autobiografia, antidoto a un presente implacabile, che macina tutto…
L’arte della manutenzione della bicicletta, da riscoprire…
Quella proposta di imparare il judo, per essere aggressivi ma nelle regole…
Piccole imprese legate al territorio contro il degrado sociale e urbano delle periferie…
Le difficoltà, sempre enormi, dell’“andare fuori” dal carcere…
Il rischio di dar consigli “paterni” alle donne in difficoltà, quando, invece, incombe già la tragedia…
Minori immigrati che entrano ed escono dal carcere, e anche dal paese, cambiando ogni volta identità…
Dalle rimanenze che si butterebbero, un circuito virtuoso fra consumatori disagiati, una cooperativa
di giovani idealisti, un comune sensibile e ditte profit che risparmiano e guadagnano in immagine…
L’idea di un gruppo di giovani amici, il nome “studenti” è ancora libero… e i passaggi diventano milioni…
La libertà è nel legame, il rischio di considerare la cosiddetta “dipendenza affettiva” alla stregua delle altre dipendenze da sostanze…
Curare la schizofrenia aprendo dei bar? L’esperienza di un gruppo di psichiatri, infermieri e pazienti di Torino…
La fatica di fare l’imprenditrice edile a Napoli, rischiando in proprio, e con passione per il proprio lavoro, a fronte di un assistenzialismo che distrugge una sana concorrenza…
Parlar della malattia non fa certo guarire, ma serve moltissimo ad affrontare la fine della vita, a riscoprire il valore delle relazioni, a combattere la solitudine e il senso di nullità, di mancanza di significato della propria esistenza…
Immagini di un giorno: il 14 marzo 2006
Il mutualismo oggi
Un seminario a cui hanno partecipato Massimo Amato, storico dell’economia, Bocconi, Francesco Ciafaloni, sociologo, Giorgio Dal Fiume, Consorzio Ctm Altromercato, Pier Paolo Fanesi, Ufficio Democrazia Partecipativa Comune di Grottammare, Enzo Ferrara, ricercatore, Pino Ferraris, sociologo, Carla Melazzini, maestra di strada, Napoli, Alessandro Messina, Autopromozione Sociale, Comune di Roma, Alessandro Montebugnoli, presidente Servizi Nuovi, Roma, Cesare Moreno, maestro di strada, Napoli, Mariana Morena, associazione Alma Mater, Torino, Andrea Ranieri, responsabile nazionale Ds Scuola, Università, Ricerca, Gianni Saporetti, redazione Una Città, Marianella Sclavi, antropologa, Mario Spada, Ufficio Sviluppo Locale Sostenibile e Partecipato, Comune di Roma, Maria Viarengo, associazione Alma Mater, Fausto Viviani, Cgil, Bologna.
Immagini di buone pratiche
La cooperativa di Piangipane e il presidio della val di Susa…
Il mutualismo di ieri
I grandi decenni dal 1870 al 1920, del socialismo municipale, quando funzionò un circolo virtuoso di buone pratiche fra cooperative di lavoratori dei servizi, leghe di consumatori, amministrazioni rosse e che gli statalisti centralizzatori battezzarono poi con disprezzo come la fase del “socialismo dell’acqua e del gas”…
L’esperienza della nascita e dello sviluppo impetuoso delle cooperative e delle società di mutuo soccorso, gelosissime della loro autonomia, per non rinunciare alla quale spesso preferirono morire.
Trainato dalla Federterra, un grande commonwealth socialista, fatto di leghe, cooperative, case del popolo, università popolari..