redazione Una Città

Lo chopin partiva

storie di donne

Ed. Una Città, 2007
256 pagine

Il fascino dei racconti di vita, quando conservano le movenze della parola, gli scatti della voce, le emozioni del narratore o della narratrice, è che non si vorrebbe mai che finissero. Come capita da bambini, viene da dire “ancora!”, per allontanare il silenzio e l’ombra di morte che si porta dietro...
Sono quasi sempre madri, figlie, sorelle, mogli, interni di famiglia, relazioni parentali, appartenenze intime, su cui eventi traumatici -la guerra, un colpo di Stato, un atto terroristico, una malattia, una morte- hanno aperto uno squarcio doloroso, la linea di demarcazione tra un prima e un dopo, ma anche l’inizio di un viaggio che sembrava destinato ad altri: l’impegno sociale, lo studio, il piacere di raccontare per sé e per molti ciò che resta ancora irrimediabilmente privato e “impresentabile” di ogni singola vita.
(dalla prefazione di Lea Melandri)

Olga. La lavatrice del ’65
Una vita da casalinga passata fra l’indifferenza del marito e l’ingratitudine dei figli, “senza mai esser andata a Parigi”. I piccoli miglioramenti, l’indipendenza economica, la vecchiaia, il marito che torna quando è ormai tardi, la ribellione silenziosa...
Magda Taroni. Hanno ucciso il libraio!
Innamorarsi da giovane di una città in cui i libri e la musica si mischiavano con l’Oriente, con la casbah e il deserto, in cui il mare, il clima, il cibo, tutto era magnifico, in cui brillava alto, dopo la sofferenza, il sole dell’avvenire. Una città da cui ora si fugge...
Ulla Barzaghi. Usare il dolore
Una malattia tradita dalla borghesia e dalla cultura. Il rischio di creare ghetti per moribondi. Le devastazioni prodotte nelle famiglie e nell’opera di prevenzione dall’immagine dell’ammalato come appestato. La paura della paura degli altri...
Lisa Foa. Momenti magici
Nella resistenza ognuno riuscì a dare il meglio di sé. L’evasione da San Vittore e i turbamenti della banda Koch. Il brutto grigiore del dopoguerra quando nella guerra fredda si raffreddarono anche le amicizie e l’Italia tornò conformista...
Sulamit Schneider. Carpentras
Le risse fra ragazzi arabi ed ebrei al tempo dell’Algeria. Quelle scritte sui muri, ricorrenti. L’idea dei genitori che non cambierà mai: “o noi o loro”, e quei racconti che ti accompagnano per tutta la vita. Il trauma di Sabra e Chatila...
Claudia Marzocchi. Stasera e domattina
Vivere con una bimba disabile, modellare la propria vita sulla sua, opporsi a medici che tendono a guarire un corpo, non a far star meglio una persona. Un futuro misurato solo sul domani e sul dopodomani.
Bianca Guidetti Serra. La cartolina da Auschwitz
Un gruppo di amici di scuola che con le leggi razziali del ’38 ebbero l’iniziazione alla politica. La delusione del comunismo, un impegno che è continuato e, al di là della politica, lo straordinario valore, nella vita, dell’amicizia.
Giuliana Ciani. Le tendine
Tre anni e undici mesi di carcere per una chiave. Il collettivo “arcobaleno” e le brigatiste rosse che convocavano continuamente riunioni politiche di cui non se ne poteva più. La fine di qualcosa e la nascita di qualcos’altro.
Elisabeth Seebacher. La serva piccola
Figli e figlie dati via e costretti al servizio di contadini, spesso miserabili anche loro, in cambio di vitto e alloggio. L’incredibile, e spietato, sistema di servaggio che reggeva i masi sudtirolesi fino a pochi decenni fa.
Lucia Calzari. Io e la Clem
Il grande sodalizio di due sorelle gemelle, cementato dalla lotta per poter studiare, dalla ribellione alle rigide convenzioni dei primi anni Sessanta, dalla comunanza delle amicizie. Quel giorno tremendo del ‘74 in cui tutto finì.
Anna Segre. Quel mobile...
Venti mesi difficilissimi, passati a fingere di essere malato per sfuggire ai tedeschi. Il diario, una collezione rara di francobolli, il rapporto difficile con la figlia. Il ruolo misconosciuto di chi rischiò la vita per salvare degli ebrei.
Giovanna Cappelletto. Loro
La grande sensibilità di ragazzi che soffrono della sindrome dell’orfano. Le tante ore di fronte alla tv, le poche di sonno, e la faticosa battaglia, forse persa, a favore del libro. Ma della ex Jugoslavia a casa hanno parlato...
Laura Bonaparte. Ricordare insieme ai nipoti
La lotta per ritrovare i corpi dei figli, per salvaguardare la memoria storica di quel che è successo, in nome dei nipoti... Il rifiuto di prendere in cura il torturatore perché l’aver torturato procura un danno irrimediabile...
Luisa Melazzini. Ti scrutano...
Negli anni la cura delle vite prende il sopravvento sull’indignazione per l’ingiustizia sociale. Il giovane pastore che a 4000 metri ha i jeans e il walkman. La scissione interiore dei giovani e il problema di non vergognarsi di se stessi.
Nelly Norton. Lo Chopin partiva
Una giovane ebrea polacca che doveva andare in Inghilterra e si ritrovò in India, imparò cinque lingue, ritornò in Polonia, sposò un militante comunista, divenne comunista, ma alla fine, con l’ultima ondata antisemita, decise di partire...
Katharina Mahn. Poi, il terzo giorno...
Una dose massiccia, e prolungata, di chemio, che sarebbe mortale... Un trattamento che porta il paziente in condizioni estreme e l’importanza della presenza di persone care che continuino a "chiamare" alla vita...
Gina Gatti. La casetta col giardino
Un periodo felice, fatto di studi, di amicizie, di riunioni, di impegno, quando c’era Allende e si era ragazzi e si facevano progetti... La tortura che serve a terrorizzarti, ad ammutolirti, a spezzarti. L’esilio in Italia e il lento recupero.
Maria Luisa Rigato. Miss Biblicum
Quel che oggi è scontato, le donne ministri dell’Eucarestia, fu frutto negli anni Sessanta di una lunga lotta. La prima ricerca sulla suocera di Pietro. Il desiderio di un sacerdozio femminile contro cui, nei Vangeli, non c’è nulla.
Maria Tugnoli. Le firme...
Il giorno tremendo in cui vieni a sapere che stanno raccogliendo le firme contro di te. L’inizio di una lotta quotidiana ed estenuante per difendersi da spacciatori “marocchini”, da cittadini che ormai ti detestano, dalla polizia che ti sospetta...
Silva Bon. Nulla di scontato
Una vita tutt’altro che facile, un matrimonio che va male, la malattia che ti travolge, i figli con cui non ti vedi più, e poi... poi un centro di salute mentale che funziona, un gruppo di auto-aiuto, di donne che leggono e discutono, che si raccontano...
Beatrice Bortolozzo. Buon lavoro papà
L’impegno solitario, costato tanti soprusi, ma alla fine vittorioso, di Gabriele Bortolozzo, operaio al petrolchimico di Marghera, per provare la tremenda nocività, fatale a tanti operai, dei reparti Cvm.
Romana Sansa. Esule senza rancore
I ricordi di una bambina istriana che insieme alla famiglia subì la pulizia etnica. Il rifiuto di ogni revanscismo e la soddisfazione per il successo della lista multietnica. Il desiderio di un legame con la terra in cui è sepolto il padre...
Laura Pariani. Lo spazio, il vento, la radio
Il lungo viaggio di una quindicenne dalla Brianza alla Patagonia per conoscere un nonno anarchico che nel lontano ’26 per sfuggire ai fascisti, attraversò l’oceano per finire in una terra lontana da tutto e da tutti e sterminata...
Tatiana Gentilini. Con un auricolare solo
Il doppio lavoro, gli studi universitari, la palestra, il Grande fratello di cui, alla catena, tutti parlano. Oggi, al contrario di un tempo, è quello che succede fuori che entra in fabbrica quotidianamente. La catena di montaggio che resta dura...
Anna Milone. Era lì, davanti a casa...
L’ospedale di fronte funzionava, i vigili dicevano di stare attenti perché si scivolava, il peggio era passato, e pioveva... alla tv davano un film con Demi Moore, e intanto la montagna si era mossa, Gaetano era da basso, in cucina...
Dorina Palmieri. Lungo la via Emilia...
Una famiglia emiliana, socialista per generazioni, fatta di gente dura, cresciuta nel senso del dovere verso la famiglia e la politica. La scelta naturale della resistenza. Le figure straordinarie della bisnonna e della nonna.