Salvatore, Pasquale e Gaetano abitano a Barra (Napoli) e portano una lunga esperienza di carcere sulle spalle.

Salvatore. Bisogna andare indietro nel tempo, parecchi anni… perché l’ambiente ti porta a sbagliare, e sbagliando ti trovi in carcere. Da minorenne, sono uscito subito, in 24 ore... La seconda volta però avevo 19 anni. Il primo carcere è stato Poggioreale: una stanza di 24-26-28, addirittura 30 persone, la turca vicino a dove si cucina; parlo di 14 anni fa, ma non è cambiato niente, solo il numero delle persone per stanza: invivibile comunque. Io sono stato a Poggioreale sei mesi la prima volta, poi quattro mesi, poi quasi due anni; in tutto ho fatto quasi una decina di anni di carcere E’ vero che uno ha sbagliato, però… Poi i medici, che dovrebbero far parte dell’équipe che t’aiuta, e invece...
Pasquale. Te fanno murì.
Salvatore. Sì, sono peggio delle guardie, nel senso che se a uno viene l’infarto, lo fanno prima morire, poi arrivano, perché invece di stare al loro posto magari stanno con il comandante, chiacchierano, fanno, dicono…
Io sono malato, ho avuto la trombosi a 16 anni, entrando in carcere avevo dei buchi alle cosce, giù ai piedi, esagerati. A Poggioreale mi sono trovato a disagio al massimo, per quanto riguarda questo problema: dopo tanti tentativi mi hanno sempre rigettato, solo a Bologna, dopo due anni e due mesi, mi hanno riconosciuto l’incompatibilità al carcere, mi mancavano due mesi. Sono uscito, ma per mia sfortuna, avendo ancora qualche vecchio debito, mi son dovuto andare a costituire, e mi sono costituito a Orvieto, nel ‘96. Tra tutti i carceri dove sono stato è l’unico; oddio, è sempre carcere, però è diverso: 50 detenuti, porte aperte, l’infermeria che funziona 24 ore su 24; l’educatore poi non ne parliamo, il massimo del massimo; e poi il presidente della sorveglianza, i magistrati che vengono a farti i colloqui. A Napoli fai la domandina e ti chiamano dopo un anno: quando finalmente mi hanno mandato al centro clinico, stavo meglio al padiglione normale.
Un episodio: il medico si mette a medicarmi le piaghe dopo aver fumato la sigaretta, senza sciacquare le mani, senza i guanti e io mi sono preso un rapporto disciplinare (che per fortuna non mi ha portato conseguenze), perché ho protestato. E ancora materassi con le pulci; materassi di spugna scaduti. Io poi avrei avuto bisogno di un letto ortopedico per poter tenere le gambe sollevate, ne ho fatte di richieste, ma non l’ho mai avuto, dopo cinque o sei mesi di domandine ho avuto due cuscini da mettere sotto i piedi. Io dico: il capo del padiglione, tu sai che sono un tipo che non dà fastidio, abbastanza bene educato, mi vedi in che condizioni sto, inizia a darmi i cuscini, poi si vede… Invece loro, le guardie, pensano sempre che uno fa finta, per uscire, ma io ne ho visti al centro clinico di Napoli, persone che avevano bisogno di medicine e dovevavo aspettare mesi e mesi… Veramente prima ti fanno morire.
E’ vero che ci stanno pure quelli che chiedono il medico per uscire un poco dalla cella, perché non si può stare in quei due metri quadrati 24 ore su 24. Tornando a Orvieto, alle 8 di mattina ti aprono; aperti, chi va al corso, chi va a scuola, non ne resta uno alla sezione, tutti impegnati!
Vedete questa gamba: qui era tutto vivo, piaghe aperte. Immaginatevi le torture che ho subito. Qualche infermiere mi dava le fascette per pulirmi, così, sottomano; ti facevano due medicazioni al giorno, mentre io ne avevo bisogno di dieci. Alla fine ho fatto la domandina per tornare al padiglione normale: lì almeno i compagni detenuti ti curano, sai, il cuscino, se è il caso di fare nu poco ‘e burdello, mentre al centro clinico stai solo con vecchi e malati. Poggioreale è l’inferno delle carceri. E’ vero che hai sbagliato e devi stare dentro, però con diritti e doveri. Invece questi stanno solo sulla carta.
Pasquale. Non sei una persona umana.
Salvatore. L’ora d’aria, per esempio: hai diritto a un’ora e te ne fanno fare cinquanta minuti; e non sia mai che inizi a protestare. Anche il colloquio: a Poggioreale un’ora di colloquio non si farà mai, non si è mai fatto e mai te lo faranno fare: alle undici meno dieci “salutate che si esce”, ti ha rubato dieci minuti. Secondigliano è pochino, pochissimo migliore, proprio perché ci stanno le stanzette a due: solo quello è buono, poi come funzionamento, medici, guardie…
Pasquale. E’ uguale.
Salvatore. La perquisizione è un’altra delle cose più brutte: te spogliano a nud ...[continua]

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