Cari amici,
dalla mia finestra vedo un muro di mattoni. è un muro amico perché è il muro della casa dei miei vicini e loro vegliano su di noi. Il mattone mantiene un’artistica sfumatura di toni rossi anche se il color sabbia del cemento che li tiene insieme rimane invariato. Pensavo ai muri e allo sbarramento che creano attorno a tante potenzialità e possibilità e poi ho incontrato il Grassroots Theatre Company dello Zimbabwe e le persone che lo aiutano a venire qui ogni anno, e se mai c’è stato un esempio di una serie di azioni positive che tirano giù i muri allora questo è l’esempio perfetto.
Il Grassroots Theatre Company è una compagnia teatrale per lo sviluppo, anche se io l’ho battezzato Teatro per l’Esuberanza. Il Teatro per lo Sviluppo è qualcosa che per lo più ai associa all’Africa o all’Asia, a luoghi dove ci sono problemi come l’Hiv, l’Aids, il traffico di bambini, problemi di salute o dove si promuove uno sviluppo sostenibile. Allora perché una compagnia di teatro proveniente da uno dei paesi più poveri della terra, con una situazione politica complessa e instabile, sente il bisogno di andare in missione e portare il proprio teatro di mutamento all’Occidente?
La risposta è che noi, dal Grassroots Theatre, possiamo intanto imparare a liberare energia e gioia. E poi a ricordarci cosa significhi essere vivi e generosi. Nelle scuole britanniche la maggior parte delle assemblee sono faccende francamente piuttosto noiose. I bambini imparano a sedersi in file ordinate. Come inizio della giornata è piuttosto cupo, anche se benintenzionato. Immaginatevi invece ciò che ho visto in una scuola media a Oxford; uno spettacolo teatrale con costumi meravigliosi, danze e suoni di tamburi che immediatamente coinvolgevano i bambini. Ephson Ngnadya, il fondatore del Grassroots Theatre, sa perfettamente come conquistarsi i bambini. Gli insegnanti sono accompagnati a imparare un’energica danza tradizionale di fronte ai propri studenti suscitando grandi risate. è come se la logora atmosfera del venerdì fosse stata stuzzicata liberando un’esplosione di energia. è qualcosa che dà forza e dare forza ai bambini è ciò che Ngadya si propone.
"Lavoriamo moltissimo con i bambini perché loro sono i custodi del nostro futuro -dice Ephson- e dovranno combattere le disuguaglianze nella società”. "Dobbiamo essere più tolleranti e rispettosi gli uni con gli altri ed è per questo che ci concentriamo su temi come la diversità. Lavorare con i bambini è ciò che ci ispira”.
Grassroots aiuta i bambini a creare un mondo di tutti i colori, di tutte le forme e di tutte le misure, con castelli, re e regine, in una serie di workshop che durano per l’intera giornata di scuola. Quando tutti lavorano insieme, già un problema è risolto. è una storia semplice, svelata ai ritmi ipnotici del Mbira (uno strumento idiofono africano). "Loro possono parlare del colore della pelle in un modo a noi precluso” dice un insegnante. Alla fine di un "giorno perfetto”, i bambini possono tornare a casa con un senso di identità globale.
Il fatto che i membri della compagnia lascino le famiglie e bambini di 5-6 mesi per venire a insegnare ai bambini inglesi ad accettare la diversità dà la misura dell’impegno del Grassroots Theatre. "Lasciare le famiglie per tanto tempo richiede dedizione, determinazione e compromessi. Occorre molto impegno. è come se una parte di noi ci venisse portata via” dice Ngadya.
Fa freddo nella palestra dove la compagnia sta lavorando e noto che mentre parlo con Ngadya, gli altri membri del cast cantano e suonano il Mbira, non perché ci sia un pubblico ma per se stessi, come se la musica li tenesse caldi e li confortasse della nostalgia di casa.
Grassroots è sostenuto da un istituto di beneficenza, Grassroots UK. La cooperazione e i rapporti che si sono sviluppati fra quattro comitati regionali rispecchiano il messaggio insito nella pratica del teatro. Anna McCarthy, Creative Projects Officer nel Norfolk County Council e Co-ordinator per il Norfolk Committee dal 2000 lavora assiduamente per sostenere la compagnia e valorizzarne il lavoro qui.
Tutto quello che viene fatto qui ha un impatto su quello che Grassroots può fare in Zimbabwe. "è un rapporto costruito su cooperazione e solidarietà in una situazione molto concreta”. Dice: "Niente è semplice, si passano molte ore per ottenere i visti e per organizzare il tour annuale. è sorprendente quello che si può fare con pochi soldi”. La gente fa delle donazioni per pagare trasporto e pranzi. Ne vale la pena. è un’esperienza unica che i bambini non dimenticheranno mai. Cosa guadagnano i bambini da questa esperienza? "Non riesco neanche a cominciare a rispondere a questa domanda perché i bambini hanno imparato così tanto. Il modo in cui Grassroots interagisce e insegna ai bambini è assolutamente fantastico”, racconta un insegnante di Norfolk. Il contatto con i bambini è stato enorme, dice Anna McCarthy. Sono stati in cinquanta scuole di Norfolk con un impatto sulla vita di diecimila giovani. Quest’anno Grassroots ha vinto il London 2012 Inspire Mark Award for Education per il lavoro svolto con i Creative Projects nel Norfolk County Council.
Quello che Grassroots guadagna nel Regno Unito serve a finanziare il lavoro che svolge in Zimbabwe, principalmente il Sanganisai Children’s Festival nell’area rurale di Masvingo, evento annuale dal 2007.
Laggiù il contrasto e le sfide non potrebbero essere più grandi. Masvingo è un’area ad agricoltura di sussistenza. Carburante e cibo sono molto costosi. Nelle botteghe locali non c’è quasi niente e anche quando un supermercato è ben fornito, le uniche persone che possono comprare sono quelle appartenenti alla classe media con una buona rendita. "Non occorre dire che nelle comunità non c’è denaro per attività artistiche e teatrali” dice John Hallam, che è a capo del Welsh committee che sostiene Grassroots e coordina il Maiden Festival a Newport, Galles.
La compagnia lavora con quattro scuole elementari e due superiori per un periodo di tre mesi. Nell’area non ci sono trasporti pubblici. Talvolta, i membri della comunità devono camminare per trenta chilometri per raggiungere la scuola. In queste condizioni e con limitate risorse finanziare, mettere in piedi il festival è un’immane impresa logistica. Parte della sfida sta nella situazione politica che richiede un alto "grado di sensibilità” da parte di Grassroots, dice Hallam. Come spiega Ngadya, "Bisogna lavorare con tutti e due i partiti politici”. Hallam cita l’esempio di una parata di bambini al festival a cui non venne permesso di ripetersi perché sarebbe stata considerata un’assemblea.
In Masvingo i bambini non recitano storie di castelli e fiori, mettono invece in scena abusi familiari sui piccoli, il babbo che picchia la mamma o che insidia le figlie. "Qui non sarebbe considerato appropriato, ma nelle aree rurali è un problema significativo, così come tutti i problemi riguardanti la salute e i diritti fondamentali dei bambini”, dice Hallam. "Le comunità sono state sfidate dai bambini e si sono formati dei comitati per affrontare alcuni di questi problemi”, dice Ngadya.
Nel Regno Unito, Grassroots lavora con classi di venticinque, trenta persone, gruppi di giovani disoccupati, e anche in prigione con i detenuti, sempre dando vita a qualche magia interiore. Al Sanganisai Festival, Grassroots, oltre all’intrattenimento offre anche la cena al suo enorme pubblico, fra le 1400 e le 5000 persone. Hallam ricorda di essersi fermato a guardare il bestiame ucciso per rifornire quelle venti cucine approntate in punti diversi per nutrire quella moltitudine. "Quando si lavora con la gente del luogo è impossibile non dare loro da mangiare”, spiega Ngadya.
In quest’occasione, il Grassroots Theatre ha invece "sfamato” le platee del Edinburgh Fringe con la sua rappresentazione dell’Africa, Heart and Soul. è una storia sull’amore come investimento per il futuro. Le rappresentazioni sono state corroboranti, esaltanti e hanno coinvolto tutto e tutti. Hanno anche vinto l’ambito Laurel Fringe Sell-Out Show Award.
Sugli striscioni del Sanganisai Children’s Festival, è scritto "Unire le comunità attraverso il teatro”. Una grande ambizione per questo eccezionale teatro per lo sviluppo che si è posto come obiettivo quello di buttar giù qualche muro.
© Belona Greenwood
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