Il numero di questioni irrisolte in agricoltura in materia di malattie professionali sta decisamente aumentando: ne ho avuto prova andando a studiare i dati epidemiologici in materia per preparare un intervento "tecnico” in un recente convegno sulla materia organizzato da Coldiretti.
Curiosamente, ciò è in controtendenza al momento felice che l’agricoltura sta vivendo: secondo i dati Istat dal 2013 i lavoratori occupati in agricoltura sono in deciso aumento (e il trend 2017 risulta fortemente confermato). Ebbene, solo nel 2016 gli addetti sono aumentati del 5% (limitandoci all’ultimo anno: dagli 843.000 del 2015 ai 884.000 del 2016), godendo altresì di una pubblicità mediatica (il ritorno alla campagna dei giovani) assai diffusa (e, appunto, confortata dai dati). Il 2017 sta dimostrando un trend addirittura rafforzato (+7%). Quello che però non si sa abbastanza è il dato infortunistico collegato, a distanza di ormai quasi dieci anni da quell’architrave del nostro sistema antinfortunistico che è il T.U. sulla sicurezza del lavoro, d. lgs. 81 del 2008. A livello nazionale Il fenomeno tecnopatico è in agricoltura molto significativo. Nel periodo 2011-2015 (dati Inail, disponibili normalmente con un ritardo di circa 1-2 anni) si è passati da 8.034 denunce nel 2011 alle 12.257 del 2015 (con un aumento del 52,6%). I dati provvisori del 2016 indicano, anche per le tecnopatie, un incremento che al momento (giugno 2017) si attesta intorno al +3% rispetto al 2015.
Non so se è sufficientemente noto, ma i dati Inail non sono normalmente esaustivi; infatti, sia sul versante infortunistico che su quello delle malattie professionali tengono conto dei dati riconosciuti e/o denunciati inerenti gli assicurati, ma non coincidono, ad esempio, con i dati aggregati Spisal che invece comprendono tutti i fatti inerenti anche a lavoratori che per qualsiasi motivo (pensionati, in nero, ecc.) non risultano assicurati. Per esempio, e rimanendo nel Veneto, si può agevolmente notare come gli infortuni mortali in agricoltura risultino preponderanti rispetto a ogni altro settore (22 su 53 totali nel 2014, 26 su 52 totali nel 2015, 17 su 46 totali nel 2016 e 13 su 30 totali nel 2017 sino al giugno 2017). E qual è il rischio maggiore? Lo schiacciamento da trattore (vedi tabella, pari a 32 casi su 181 complessivi nel quadriennio 2014-2017 in relazione a 33 tipologie di rischio possibili statisticate!). Quello schiacciamento da trattore derivante da mezzi obsoleti, o cinture non allacciate, o incapacità di controllo del mezzo, o guida con uso di sostanze non ammesse…
Ma nel campo delle malattie professionali non va certo meglio.
Le malattie professionali più diffuse in agricoltura (diciamo quelle normalmente riconosciute) sono: le malattie causate da esposizione a sostanze dannose, quelle causate da radiazioni solari, per le lavorazioni svolt ...[continua]
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