Paul, camerunense, vive in Romagna.

Ho trentatré anni e vengo dal Camerun. Sono arrivato in Italia nel 2008. Mi ha fatto venire qui un fratello, per lavorare in una famiglia, per il padre di un suo amico. Abitavo con lui, facevo i lavori di casa, lo aiutavo, lo portavo in giro perché lui non era autonomo, era in una carrozzella. Abitava ad Aversa, al sud, in provincia di Caserta. Con lui mi sono trovato molto bene, mi teneva come un figlio, mi pagava bene, è nato un rapporto di amicizia, lui ha cominciato a insegnarmi l’italiano e io gli insegnavo il francese. Avevo un visto per un anno. Ho lavorato per circa 8-9 mesi, poi questo signore anziano di cui mi occupavo è morto.
In Camerun ho studiato economia e gestione e prima di venire in Italia ho fatto un corso di un anno di italiano, quindi quando sono arrivato qui già parlavo la lingua e, anche se un po’ a fatica, mi facevo capire.
Quando quel signore è morto, non potevo più restare a casa sua, così ho fatto le mie valigie e sono andato a Roma. Non conoscevo nessuno, anche se ci ero già stato, perché da noi Roma è molto famosa, quando tu vieni in Italia, non puoi non andare a Roma. Così ogni due settimane ci andavo a fare un giro; andavo lì quando avevo la domenica libera, prendevo il treno alle 4.27 della mattina, me lo ricordo bene, arrivavo verso le sette e giravo tutta la giornata, così vedevo la città.
Quando il lavoro è finito, sono tornato a casa da mio fratello. Lì ho conosciuto degli amici che mi hanno parlato del nord, dicevano che da Roma in su parte il nord, e che lì si trovava il lavoro, che c’erano molte più opportunità. Sono andato a Roma e ho conosciuto un ragazzo del Togo che è diventato un mio grande amico e lui mi ha trovato un posto letto da una sua cugina in affitto. Però per due mesi non ho trovato nessun lavoro. Ho battuto tutte le agenzie interinali, perché ero andato all’ufficio stranieri e loro mi avevano dato l’elenco. All’inizio è stato difficile capire come spostarsi: la metropolitana non l’avevo mai vista, ma dopo una settimana avevo capito come funziona. Con l’arrivo dell’estate i miei amici di Castel Volturno, a Villa Literno, hanno detto che c’era lavoro e allora sono tornato lì. Ho preso una casa con un gruppo di amici, pagavo 50 euro al mese e 20 euro di bollette. Eravamo in sei, due per camera. Raccoglievo i pomodori, prendevo cinque euro all’ora, lavorando otto-nove ore.
Quando anche questo lavoro è finito, sono andato in questa grande rotonda dove vanno tutti a cercare lavoro, perché se qualcuno ha bisogno passa di là e ti prende. Il primo giorno sono andato e non ho trovato nulla, il secondo giorno non volevo più andare, poi ho cambiato idea, sono andato in ritardo e ho trovato un signore che aveva un ristorante a Napoli vicino al porto turistico. Lui ha detto che cercava qualcuno per aiutarlo e mi ha preso. Lavoravo dalle dieci di mattina alle sette di sera e mi pagava 50 euro. Io ero molto contento, perché il lavoro era pesante, però era al chiuso e al coperto e non mi faceva male la schiena come per i pomodori. Ho lavorato con lui per dieci giorni, poi mi ha detto che aveva un ristorante sulla strada che va verso Roma, sulla Domiziana, con un albergo. Mi ha offerto vitto e alloggio, 40 euro al giorno e anche un contratto. Ho detto che andava bene. Mi ha fatto un contratto di quattro mesi. Ho lavorato per quindici giorni, poi mi ha detto: "Tu lavori bene” e mi ha mandato al sud, dopo Bari, in fondo; il posto si chiamava Nova Siri, in Basilicata, e lì ho lavorato tutta l’estate fino a settembre. Guadagnavo 800 euro al mese e riuscivo a mandare molti soldi a casa.
Quando ho finito ero molto stanco perché lavoravo 12, 13 ore e così sono stato senza lavorare tutto il mese di novembre. Ero davvero stanchissimo. Abitavo a Castel Volturno, poi sono ritornato a Roma. Sono andato in un’agenzia e ho rifatto domanda. Mi hanno chiamato subito: avevano un’azienda e c’era bisogno di un manovale. Mi hanno fatto un contratto di una settimana, poi un’altra settimana... A Natale mi hanno detto: "Chiudiamo per le Feste, ci rivediamo a gennaio”. Abitavo a Tor Pignattara, avevo trovato un posto letto a 160 euro. Poi mi hanno dato un altro lavoro di un mese, e così via. Lavoravo continuamente, sempre cose diverse che duravano una settimana, due settimane, un mese.
Poi un giorno mi hanno chiamato al telefono da Napoli, dal posto dove ero prima. Mi hanno offerto un lavoro di lavapiatti in un villaggio turistico su ...[continua]

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