Una Città n° 64 / 1998
Dicembre/Gennaio
IL BANGLADESH SPARIRA’... insieme a tante altre migliaia di chilometri quadrati di coste in tutto il mondo; la previsione catastrofica, su cui ora tutti concordano, è legata al costante aumento della temperatura; Kyoto non ha raggiunto grandi risultati, ma è stato un primo passo. L’intervista è a Sauro Turroni.
In seconda e terza, insieme all’intervento, che André Glucksmann ha pronunciato a Strasburgo per denunciare IL NUOVO CRIMINE CONTRO L’UMANITA’ che viene commesso in Algeria, l’uccisione rituale di donne e bambini in nome di Dio. Alle sofferenze indicibili delle popolazioni algerine è dedicato anche il servizio fotografico in decima e undicesima.
LA SCELTA DI RESTARE LI’, a costo di vivere per lungo tempo nei container è quella dei folignati; solo restando uniti sul posto si eviterà la costruzione di una città-museo. Ne parlano alcuni abitanti di un campo e Luigi Rambotti, già responsabile dello stesso. In quarta e quinta. L’ARBITRIO DEL PREMIO è il punto debole della pur importante legge Gozzini per la riduzione delle pene e l’uso di misure alternative. L’estrema discrezionalità isola il detenuto. L’intervista, a Sergio Segio, è in sesta e settima, insieme a BUCA DELLE LETTERE, lettere di detenuti.
LA PENA DELLA VERITA’ è l’intervista a Russell Ally, sudafricano, uno dei responsabili della Commissione che deve appurare la verità sui crimini dell’apartheid, dare soddisfazione e riparazione alle vittime o ai loro parenti, ma anche amnistiare i criminali. Un’impresa difficile, forse mai tentata prima, che però sembra riuscire. In ottava e nona.
Sul "caso Sofri Bompressi Pietrostefani" pubblichiamo stralci della RICHIESTA DI REVISIONE del processo presentata alla corte d’appello di Milano, insieme all’interessante articolo che il Guardian ha dedicato al caso e all’intervento di Guido Melis sul paragone fra l’affaire Dreyfus e il caso Sofri.
In dodicesima e tredicesima. Aldo Bonomi, ne la QUESTIONE SETTENTRIONALE, ci parla della crisi della grande fabbrica fordista, ma anche dei distretti industriali messi sotto sforzo dalla globalizzazione, ci parla dei vari nord e del problema dei nuovi lavoratori autonomi. In quattordicesima e quindicesima, insieme all’intervento di Francesco Giuliari.
Ne L’IMMAGINE ROTTA lo psichiatra Giampietro Rupolo, ci spiega i problemi psicologici dei trapiantati: dal senso di onnipotenza del primo periodo, alla disillusione di fronte alla perdurante dipendenza dai medici, ai problemi sul lavoro dove si è considerati invalidi, al rischio di un rigetto psicologico del corpo estraneo vissuto come persecutorio. QUELLA RETE COSMOPOLITA... ha unito gli esuli anarchici di questo secolo, una rete orizzontale, poliglotta, col culto del libro, della corrispondenza, dell’ospitalità. L’intervista è a Marianne Henkell, responsabile, a Losanna, del centro di documentazione.
In ultima: Pamela Hudorovich, rom, è LA MAESTRA PAMELA dei tanti bambini zingari e non per i quali, a scuola, fa mediazione culturale.
In copertina: Foligno, campo di terremotati.