Una Città n° 72 / 1998
Novembre
DIECI ANNI PER DUE FIGLI... è l’intervista in cui Antonella Pinnelli ci spiega che per le donne del Nord-Europa è più facile fare figli, perché hanno molte più garanzie di poter poi rientrare nel mercato del lavoro e usufruire del part-time; in Italia il desiderio di maternità c’è, ma sono impossibili le condizioni per fare figli lavorando; in seconda e terza.
Ne LA SPONDA ADULTA, in quarta e quinta, Marco Rossi Doria, maestro di strada a Napoli, ci spiega quanto poco la scuola tenga in conto il fare, l’esperienza viva dei ragazzi, le cose imparate nelle varie agenzie educative del territorio; il rischio, per gli insegnanti, di perdere di vista la funzione educativa, per forza dinamica, flessibile, capace di far tesoro dell’esperienza, per aggrapparsi ai diritti acquisiti; la falsa sinonimia che fa la sinistra fra "pubblico" e "statale".
In sesta e settima due giovani raccontano del loro lavoro: DALLE QUINDICI A MEZZANOTTE è l’intervista a Angelo Valente, operaio di fabbrica; LA LEGGE DEL PIU’ GRANDE è l’intervista a Renato Bruno, imprenditore di Grottaminarda.
Ne i VOLONTARI, VENTISTI E SOCI LAVORATORI si parla di cooperazione sociale e delle gravi patologie emerse, dal non rispetto dei contratti nazionali alla nascita di cooperative ad uso di un solo appalto; a parlarne, in ottava e nona, sono Gilberto Creston, Nicola Cavalieri, Luciano di Padova e Gabriele Viganò, sindacalisti e operatori del settore in Lombardia.
In dodicesima e tredicesima, ne L’INNO DI MATOUB Ould Ali El Hadi, amico e compagno di lotta di Lounés Matoub, ci racconta la straordinaria storia del cantante cabilo ribelle e la mobilitazione popolare che lo ha accompagnato nell’estremo viaggio; LA PURIFICAZIONE TOTALITARIA è l’intervista a Khalida Messaoudi sulla nuova legge dell’arabizzazione; ai funerali di Matoub sono dedicate le pagine centrali. PER LA LIBERTA' DELLA STAMPA ALGERINA.
MALATESTA ERA PER FARNE DUE... di ogni cosa pur di non votare e sottostare al principio di maggioranza, il che in realtà, comportava il perenne rischio di guerra civile; di questo e altro polemizzava con Merlino, grande figura di anarchico "revisionista" europeo, il cui pensiero resta di grande attualità; a parlarcene è Massimo la Torre.
LA PARTITA PUO’ RIAPRIRSI: la coazione a ripetere non è un ritorno al biologico dovuto all’istinto di morte, ma un portato della propria infanzia; questa era una delle tesi di Elvio Fachinelli, che gli inimicò la comunità psicanalitica; la sua analisi del ‘68 basata sul "desiderio dissidente" gli costò le critiche di tanta sinistra marxista; l’intervista su questa grande figura "del movimento" è a Lea Melandri ed è in quattordicesima e quindicesima, insieme a QUEL GIORNO CHE FORTINI..., un intervento di Goffredo Fofi, in sedicesima e diciassettesima.
LA FINE DELLA STORIA LA SAPPIAMO... è un dialogo fra Vittorio Foa e Carlo Ginzburg in cui si parla della scelta di andar via dall’Italia, di quella fra Venturi e Cantimori, del modo di essere antifascisti senza esserne schiacciati e di quello di non essere moralisti, di una via laterale, mai conclusiva, di avvicinarsi a una tesi; a coordinare Federico Bozzini. In diciottesima e diciannovesima.
In ultima, LA FUGA, ALLA FINE è quella fatta dalla madre di Ulla Rütter, moglie di un nazista fanatico, quando tutti i figli erano ormai autosufficenti. In copertina, Napoli.