Cari amici,
un inverno tanto secco ha pesato molto sull’economia marocchina e il risultato sono prezzi molto elevati per le derrate alimentari. Nella mia esperienza a cavallo tra due Paesi mi appare un mondo piuttosto strano nel quale spendo meno comprando verdure e frutta a Porta Palazzo a Torino (due chili un euro in media) che in Marocco (almeno un euro al chilo). So bene che Porta Palazzo non fa testo, è un mondo del tutto particolare e il mercato forse più economico che io conosca… Ma la differenza di reddito medio tra Casablanca e Torino, pur essendo quest’ultima una città in perenne crisi e la capitale economica del Marocco invece fortemente in crescita, resta elevata, a favore della città italiana.
A Torino amo passare pomeriggi interi in contemplazione nei caffè marocchini dove per pochi soldi si fuma liberamente all’aperto il narghilè. È una moda non marocchina, che però piace molto ai marocchini come in tutto il mondo. In Marocco ho sempre avuto però una certa difficoltà a trovare locali gradevoli dove fumare la "shisha”. In genere essa viene offerta a prezzi abbastanza elevati (almeno pari o superiori a quelli torinesi) in bar nascosti, al chiuso di locali claustrofobici e dunque pieni di fumo, non solo del narghilè. E mentre a Torino la maggior parte dei locali vende questa "pipa orientale” pur non servendo alcolici, in Marocco invece si fuma bevendoli abbondantemente. Forse è anche per questo che una fazione del governo centrale e molte amministrazioni locali sono ostili a questo tipo di abitudine, o vizio. Tanto che c’è una proposta di governo per vietarne la somministrazione in luoghi pubblici con pene molto severe per i trasgressori.
Il governo marocchino è un collage di partiti la cui differenza ideologica potrebbe sembrare enorme, se non si sbiadisse nel monocolore monarchico, laddove è comunque sempre il re a decidere tutto. Per questo non credo proprio che si arriverà a un divieto abbastanza assurdo contro il fumo del narghilè, quando le sigarette si vendono dappertutto, ancora persino singolarmente, e a volte a venderle per la strada sono persino dei minorenni. Così come per cose molto più importanti, penso che la direzione monarchica impedirà stravolgimenti della linea piuttosto liberale che ha il Marocco da tempo, in termini di politiche economiche, certamente, e di diritti civili, più timidamente.
Un’aggressione omofoba a Beni Mellal è diventata un caso internazionale anche perché le reazioni pubbliche sono state abbastanza decise, nonostante si sia comunque proceduto all’arresto delle vittime in quanto omosessuali. Purtroppo l’opinione pubblica della città ai piedi dell’Atlante sembra più propensa alla difesa degli aggressori piuttosto che a tirar fuori dal carcere le vittime (come vorrebbe l’istanza per i diritti umani marocchina). Ma come era già avvenuto con la riforma del codice di famiglia più di dieci anni or sono, anche su temi più difficili per un Paese islamico l’impronta regale sembra destinata a guidare la politica verso un’apertura di stampo democratico occidentale. Così pure, la stessa, non ha potuto smarcarsi da un vizio, questo sì trasversale, tipico dei super ricchi che proteggono il proprio capitale fuggendo le regole degli stati. La stampa marocchina sta affrontando, chi più, chi meno, chi per nulla, la questione delle carte di Panama. Vi emerge il coinvolgimento del sovrano. Chi interviene per giustificare i coinvolti, così come praticamente tutta la stampa nazionale, si affretta a dichiarare che non c’è nulla di illegale in queste scelte di evasione… Ma come scrive con ironica chiarezza Salvatore Scaglione a pochi amici in uno dei suoi "Brindisi” via mail: "Il conto off shore è un diritto o un reato? Tasse a parte, forse, per chi se lo può permettere è un diritto. E allora mettiamola così: il privato cittadino ha il diritto di imboscare dove e come meglio crede i soldini suoi, non gli possiamo imporre il senso civico perché li investa nel suo Paese. Però, se permettete, abbiamo il diritto di scrivergli accanto: privato cittadino, e basta. Non presidente di qua e amministratore delegato di là, consulente a destra e consulente a sinistra, né a pagamento né gratis. E soprattutto, non venga sui giornali o in tv a darci lezioni di vita e a spiegarci che sotto sotto qualche colpa verso la collettività ‘noi’ ce l’abbiamo. Paghi le sue multe, faccia solo il privato cittadino, si goda il conticino, buon divertimento, buone regate, ma si tolga dai pied ...[continua]

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