(Versione integrale - prima parte)

Rimar – Miteni e produzione di composti perfluoroalchilici

Nel 1965 la Marzotto, azienda leader nel settore tessile e dell’abbigliamento nella Valle dove è situato Trissino, apre un centro di ricerche denominato Rimar (= RIcerche MARzotto). Inizia dunque la produzione di composti perfluoroalchilici (PFAS), sostanze con spiccate caratteristiche di idrofobicità, lipofobicità, resistenza termica, inerzia chimica che risulteranno utilissime nei settori più disparati in ambito sia domestico che industriale. Verranno infatti usate quali sostanze impermeabilizzanti in contenitori per alimenti, in tessuti (Teflon, Scotchgard, Goretex), come emulsionanti e tensioattivi in detergenti, insetticidi, vernici, schiume antincendio.

Nel giro di pochi anni la Rimar poi allarga il proprio raggio d’azione alla produzione di intermedi fluorurati destinati ai settori farmaceutico e dell’agrochimica. Presumibilmente la Rimar già da allora (secondo ARPAV Veneto, nota tecnica n. 05/06 del 21/08/16) versava le scorie di lavorazione nel torrente Poscola, al pari probabilmente di altre aziende nel pieno del boom industriale di quegli anni.

Nel 1988 la Miteni (Mitsubishi + Enichem) subentra alla Rimar (nel 96 uscirà anche Enichem, rimanendo solo la Mitsubishi nella proprietà) e risulterebbe avere ampiamente proseguito nello sversamento dei reflui di lavorazione (composti perfluoroalchilici) pur essendo nel frattempo venuta a conoscenza della contaminazione di falde acquifere e sangue dei lavoratori, come risulta dal Rapporto dei Carabinieri del NOE (sin quantomeno dal 1990) acquisito nel corso delle indagini della procura di Vicenza.

Solo nel 2013 l’ARPAV monitora finalmente con ragionevole certezza l’”inquinatore” Miteni, e in questa occasione emergerà anche una verifica di probabile contaminazione nociva delle falde acquifere che coinvolgerà una coorte di quasi 300.00 persone (per questo e per altri motivi molti dei comitati Pfas di zona sono pesantemente critici nei confronti della Regione Veneto, a mio avviso giustamente).

Ciò che emerge chiaramente dalle indagini del NOE dei Carabinieri e dalla CT dei consulenti dei PM procedenti è che, come da capi di imputazione formulati all’esito delle indagini, risultano essere state taciuti gli inquinamenti di falda e superficie così omettendo ogni procedura di cautela, prevenzione e sicurezza nonché una doverosa informativa nei confronti della Regione e dei cittadini e lavoratori interessati.

Dopo un lungo rimpallo di responsabilità e contrapposte analisi, il 09/11/2018 viene dichiarato il fallimento della Miteni spa.

Che cosa sono le sostanze perfluroalchiliche (PFAS e dintorni)

Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono composti chimici prodotti dall’uomo e pertanto non presenti naturalmente nell’ambiente, costituiti da catene fluorurate di un numero variabile di atomi di carbonio. I PFAS, per la presenza del legame tra carbonio e fluoro, hanno stabilità chimica e termica e sono impermeabili all’acqua e ai grassi. Grazie a tali caratteristiche i PFAS sono utilizzati per fornire proprietà repellenti a acqua, olio e per aumentare la resistenza alle alte temperature di tessuti, tappeti e pellami; per produrre rivestimenti impermeabili per piatti di carta, padelle antiaderenti e imballaggi alimentari, e come coadiuvanti tecnologici nella produzione di fluoropolimeri (es. politetrafluoroetilene – PTFE o “Teflon”, componenti del “Goretex”). Sono utilizzati anche in cromatura, nelle schiume antincendio e in molte altre applicazioni. Per molti anni i PFAS più utilizzati sono stati quelli a 8 atomi di carbonio come PFOS (perfluorootaansulfonato) e PFOA (acido perfluoroottanoico). A causa della loro persistenza ambientale e alla possibilità di accumularsi negli organismi dove permangono per periodi prolungati, dagli anni 2000 alcune ditte produttrici hanno previsto l’interruzione della produzione e la sostituzione di PFOA e PFOS con PFAS a catena più corta (6 o 4 atomi di carbonio) tra cui: l'acido perfluorobutanoico (PFBA), l’acido perfluoroesanoico (PFHxA), e l’acido perfluorobutan-sulfonico (PFBS), che nelle applicazioni industriali hanno proprietà simili a PFOS e PFOA, pur essendo meno efficienti.

In seguito al rilascio durante la fabbricazione, l’uso e lo smaltimento dei prodotti che li contengono, PFOA e PFOS, essendo chimicamente stabili nell’ambiente e resistenti ai tipici processi di degradazione, sono persisten ...[continua]


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