Cari nostri,
innanzitutto spero che stiate tutti bene. Qui da noi la situazione con il Covid sta lentamente peggiorando, ma per ora non è ancora allarmante. Le strade e i bar sono pieni, nessuno rispetta il distanziamento. La cosa preoccupante è che è stato vaccinato solo il 10% della popolazione.
Va detto che quasi tutti i vaccini li abbiamo avuti in donazione e fa pensare che ultimamente ci venga inviato solo il vaccino AstraZeneca, quello che i paesi donatori hanno proibito al loro interno.
Siamo tutti indignati per l’inefficienza del nostro governo, il quale continua a raccontare favole, senza il minimo senso di vergogna per averci messo in questa situazione. Ora ci raccontano che abbiamo due milioni di vaccini a disposizione, ma io francamente non credo neanche a questo. Perciò, non mi sorprende affatto che la gente qui stia perdendo la testa e che gli scioperi siano sempre più frequenti.
Ora il nostro governo ha annunciato che l’anno scolastico inizierà il primo settembre. Sarebbe un peccato se le lezioni venissero fatte di nuovo on line: i nostri ragazzi sono davvero in difficoltà a studiare in smartphone di bassa qualità e ancor più ad ascoltare le lezioni dal telefonino.
Naturalmente in Bosnia Erzegovina del fatto che in questo modo ai ragazzi non venga offerto neanche quel minimo di conoscenza e di sapere, e che l’istruzione sia una delle maggiori vittime della pandemia, non ne parla nessuno.
La situazione politica qui da noi non è mai stata peggiore. O meglio, è sempre stata pessima, ma ora è proprio lampante. Non so se siete a conoscenza del fatto che l’Alto commissariato delle Nazioni Unite in BiH ha approvato una legge contro il negazionismo relativo al genocidio di Srebrenica. Ebbene, in seguito a questo provvedimento, un membro della presidenza, il rappresentante del popolo serbo, ha deciso di non partecipare ai lavori. Una delle (tante) conseguenze di tutto questo è che mentre nel nostro paese dilagano gli incendi, gli elicotteri e l’esercito non possono intervenire, in quanto, per intervenire, ci vuole il consenso e la firma di tutti e tre i membri della Presidenza. Dell’enorme danno materiale e della sofferenza umana causata, naturalmente, nessuno risponderà.
Ma non voglio crucciarvi oltre. Andiamo avanti.
A voi che ci pensate e vi prendete cura di noi, un grande, grande grazie.
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lettere da...
Una Città n° 277 / 2021 agosto-settembre
Articolo di Irfanka Pasagic
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Archivio
Fedele a se stesso
Una Città n° 274 / 2021 aprile
Cari amici,
mi scuso per non aver scritto prima, ma avevo bisogno di prendermi una pausa. Che la rabbia e la tristezza allentassero la presa.
La morte di Enam e il modo in cui è stato seguito dai sanitari, purtroppo, è la conferma di quell...
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Nulla di bello da dirvi
Una Città n° 279 / 2021 novembre
Cari amici,
non vi ho scritto per tanto tempo, perché non avevo nulla di bello da dirvi. Sono consapevole del fatto che questo periodo di pandemia non sia facile neanche per voi e perciò non volevo addossarvi anche il carico della situazion...
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Senza odio e paura
Una Città n° 271 / 2021 dicembre 2020-gennaio 2021
Cari amici,
è bello pensare che quest’anno così difficile per tutti noi, il 2020, è finito e che ora entriamo nel nuovo con una qualche speranza che possa essere migliore di quello appena trascorso.
Ci mancano gli incontri con...
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Addio Irfanka
Una Città n° 291 / 2023 marzo
Lettera del febbraio 2000
Di nuovo un giorno cupo. La neve ha iniziato a sciogliersi, cambiando di colore e aggiungendo del grigio alla giornata. Sono appena ritornata dall’orfanotrofio e, come sempre, dopo tali visite mi sento strana. Cerco di def...
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I RAGAZZI STANNO BENE
Una Città n° 266 / 2020 maggio
Cari amici,
vogliamo credere che stiate tutti bene e che siete tornati a respirare con più leggerezza. La situazione qui da noi è molto migliore rispetto alla vostra, però nell’aria si avverte comunque una specie di pesantezza ...
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