Quando parliamo di eredità generalmente ci riferiamo al flusso di ricchezza che passa dalle mani della generazione anziana a quelle della generazione giovane. Riguardo alla sua entità tuttavia sono state prodotte stime incerte e in contrasto tra loro. Tentare di risalire alla quota parte di ricchezza derivante da lasciti familiari pone di fronte a notevoli difficoltà. Un importante ostacolo emerge nel tentativo di identificare esattamente quanta parte dei risultati economici conseguiti da un individuo sia di origine propria, vale a dire riferibile in maniera esclusiva all’iniziativa e agli sforzi personali, e quanta parte invece sia riferibile a componenti ereditarie, o alla loro interazione.
Gli anni Ottanta del secolo scorso furono dominati da una controversia: mentre Kotlikoff e Summers (1988) affermavano che tra il 50 e l’80% della ricchezza totale fosse di origine ereditaria, Modigliani (1988), secondo cui la popolazione anziana ha un tasso di risparmio negativo poiché consuma la ricchezza accumulata durante la vita lavorativa, sosteneva invece che tale percentuale, almeno negli Stati Uniti e nel Regno Unito, non fosse superiore al 25%. Cannari e D’Alessio (2008) hanno stimato per l’Italia che tra il 30 e il 55% della ricchezza netta delle famiglie nel 2002 derivasse da eredità. Calcoli più recenti di Piketty (2014) rilevano l’esistenza di un’élite, che si attesta intorno al 10%, che beneficerà di un’eredità equivalente al totale del reddito dell’intera vita lavorativa del 50% delle forze di lavoro.
La contrapposizione di metodi di calcolo e la diversità dei quadri teorici e ideologici di riferimento, inoltre, non producono elementi conclusivi rispetto al fatto che l’eredità sia il principale fattore generativo di disuguaglianza. Per Davies e Shorrocks “the conclusion [is] that, as economists and others have long believed, processes of inheritance play an important part in explaining the distribution of wealth” [“possiamo concludere dicendo che, come gli economisti e altri già ritenevano da tempoi, i processi ereditieri giocano un ruolo importante nel spiegare la distribuzione della ricchezza”] (2000, p. 657), mentre Wolff afferma: “The most surprising finding is that inheritances and other wealth transfers tend to be equalizing in terms of the distribution of household wealth” [“La scoperta più sorprendente è che le eredità, e altri trasferimenti di ricchezza, tendono a generare effetti di equità nei termini della distribuzione della ricchezza domestica”] (2002, p. 263).
Ereditare in Italia
L’Italia è tra i paesi che garantiscono maggiori benefici agli eredi, e -in ragione di alcune condizioni quali: bassa natalità, crescita economica stagnante, mobilità sociale bloccata, diffusa propensione al risparmio e alla proprietà- dove, forse più che altrove, la trasmissione ereditaria contribuisce a spiegare l’origine di buona parte dei patrimoni.
Le istituzioni ereditarie originano da un’ampia serie di influenze. Senz’altro riflettono i diversi modelli familiari storicamente consolidati. La lenta evoluzione del diritto di famiglia testimonia, nel nostro paese, la persistenza di norme e ruoli tradizionali. Le pratiche successorie sono legate anche alle specificità dei differenti regimi di welfare: un welfare generoso, che fornisca una valida protezione per le contingenze della vita, rende meno necessaria l’accumulazione di ricchezza privata per motivi precauzionali. In Italia questa protezione presenta invece una distorsione distributiva (tra gruppi di cittadini: garantiti, semi-garantiti e non garantiti) e una distorsione funzionale (tra ripartizioni: le funzioni vecchiaia e superstiti assorbono la maggior parte delle risorse, lasciando risorse limitate per le funzioni famiglia, maternità e infanzia e disoccupazione ed esclusione sociale). Infine, ma non da ultimo, le istituzioni ereditarie sono influenzate e legittimate da schemi valutativi, ancorati culturalmente, espressi nei discorsi sull’eredità. In Italia sono ricorrenti i temi dei diritti, delle obbligazioni e della solidarietà intergenerazionale, articolati secondo un modello centrato sulla famiglia piuttosto che sull’individuo.
L’indagine svolta dalla Banca d’Italia, “I bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2014”, è la principale e più recente fonte per ottenere informazioni sul trasferimento dei beni tramite eredità o donazione nel nostro paese. Il 32,58% delle famiglie del campione intervistato a ...[continua]
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