Nord e Sud di F. Papafava
È divertente vedere come queste elucubrazioni sul Nord e sul Sud si allargano e penetrano sulla folla. Giorni sono ho sentito da un’operaio socialista che i proprietari nell’Italia settentrionale suono buoni agricoltori e gran produttori, contribuiscono alla prosperità nazionale e non sono un ostacolo alla infinita progressiva evoluzione sociale, mentre nell’Italia meridionale i proprietari sono la causa prima del pauperismo, dell’immoralità e dell’immobilità politico-sociale, e che quindi bisognerebbe che il Settentrione si svincolasse del pesante fardello del Mezzogiorno che gli ritarda la corsa ascendente verso l’era nuova. Quest’operaio, il quale del resto non ragiona peggio di certi professori, dimentica alcuni fatterelli che non sono del tutto in favore dei nordici, né dell’influenza ascensionale del Nord sul Sud. Per esempio la mafia aristrocratica, la nobile camorra degli agrari, che ruba sul pane del popolo più di 200 milioni annui, è essa composta esclusivamente di latifondisti meridionali? Chi ha sopportato le conseguenze della rottura del trattato di commercio colla Francia? Son tutti meridionali i grossi azionisti protezionisti di Terni? E Genova, centro dei premi della marina mercantile, è in Sicilia? E tra i fabbricatori di zuccheri che, messi a posto alla Camera, s’arrabattano ora intorno al Senato, non c’è per caso qualcuno dell’Italia settentrionale e centrale? Eh! Certo, le mafie nordiche non assassinano nessuno: si sono accontentate di mandare in gattabuia un certo numero di cittadini che davano loro noia, ma sempre però in via legale, da gentiluomini, per mezzo del governo e dell’esercito. Impari dunque il Mezzogiorno come si fa a essere civili e progressisti: esso è ancora alla scuola elementare della Mafia e della Camorra. E se, in fondo, questa opposizione d’interessi tra Nord e Sud non fosse che un fantasma! Spazziamo via tutte le mafie e camorre, e allora il governo non avrà più da servirsi della mafia popolare medioevale per salvare la mafia altolocata, dirigente, nazionale e moderna; allora magistratura e pubblica sicurezza potranno agire senza temere pressioni, contrordini, smentite, traslochi; la giustizia cesserà di essere un punto interrogativo, e anche le cause economiche della magia potranno essere un poco rimosse.
(“Giornale degli Economisti” riportato su “Rivista Popolare”, 30 gennaio 1900, n.2)