Cari amici e amiche di Bianca e miei, grazie per essere qui a salutarla e ricordarla. Prima di lasciare la parola a voi, un ringraziamento di cuore alla Pastora e alla comunità valdese di Milano che oggi ci accoglie nel suo tempio. Siamo in una chiesa, si sta svolgendo una funzione religiosa e molti di noi non sono credenti: perché ci sentiamo a nostro agio?
Molti che hanno amato Bianca per il suo spirito libero e laico, per la sua gioia di vivere, per la sua socievolezza, non conoscono i turbamenti religiosi che l’hanno accompagnata sin dall’adolescenza. Bianca soffriva per essere incapace di credere e invidiava coloro per i quali la fede religiosa era un conforto che li aiutava ad accettare la scomparsa di persone care. La morte del suo amatissimo padre fu una esperienza durissima, che ebbe conseguenze gravi sulla sua stessa salute. E molte delle sue scelte politiche ebbero il fondamento religioso che le Beatitudini esprimono con tanta intensità.
E perché una chiesa valdese non una cattolica? Certo, anche per le persecuzioni che la chiesa valdese subì nella sua storia, per il rigore morale che la caratterizza, per lo spirito democratico e liberale della sua attuale organizzazione. Ma determinante fu il caso, furono conoscenze personali, che indussero alcuni giovani che stavano cercando uno sbocco politico alle loro aspirazioni di giustizia sociale a incontrarsi alle riunioni che si svolsero ad Agape tra la fine degli anni 50 e l’inizio dei 60 del secolo scorso. Agape è stata una straordinaria invenzione della chiesa valdese e i Quaderni Rossi nascono anche nelle appassionate discussioni di quegli incontri. Poi, a ognuno il suo destino personale; ma da allora non abbiamo mai smesso di sentirci dei “valdesi non credenti”, se mi perdonate questo ossimoro. (M. S.)
Matteo 5:3-12. Le Beatitudini
Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e si mise a sedere. I suoi discepoli si accostarono a lui, ed egli, aperta la bocca, insegnava loro dicendo:
Beati i poveri in spirito,
perché di loro è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i mansueti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché a loro misericordia sarà fatta.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.
Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.
Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta, e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente; anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.
(Matteo 5,1-16)
Per quanto gli uomini, riuniti a centinaia di migliaia in un piccolo spazio, cercassero di deturpare la terra su cui si accalcavano, per quanto la soffocassero di pietre, perché nulla vi crescesse, per quanto estirpassero qualsiasi filo d’erba che riusciva a spuntare, per quanto esalassero fiumi di carbon fossile e petrolio, per quanto abbattessero gli alberi e scacciassero tutti gli animali e gli uccelli -la primavera era la primavera anche in città. Il sole scaldava, l’erba, riprendendo vita, cresceva e rinverdiva ovunque non fosse strappata, non solo nelle aiuole dei viali, ma anche tra le lastre di pietra, e betulle, pioppi, ciliegi selvatici schiudevano le loro foglie vischiose e profumate, i tigli gonfiavano i germogli fino a scoppiare; le cornacchie, i passeri e i colombi con la festosità della primavera già preparavano i nidi, e le mosche ronzavano vicino ai muri, scaldate dal sole. Allegre erano le piante, e gli uccelli, e gli insetti, e i bambini. Ma gli uomini – i grandi, gli adulti – non smettevano di ingannare e tormentare se stessi e gli altri. Gli uomini ritenevano che sacro e importante non fosse quel mattino di primavera, non quella bellezza del mondo di Dio, data per il bene di tutte le creature, la bellezza che dispone alla pace, alla concordia e all’amore, ma sacro e importante fosse quello che loro stessi avevano inventato per dominarsi l’un l’altro.
(L. Tolstoj, Resurrezione)
Ecco un’ottima fotografia, valida ancora oggi, che lo scrittore russo ci offre sull’umanità. Nonostante la miseria, la ricerca di potere e sopraffazione, la primavera quando arriva, arriva con qualcosa di nuovo, di inaudito e nulla può arrestarla. L’erba germoglia e le rondini migrano. Il verde lotta e trova spazio nella cementificazione selvaggia e i caprioli o i cinghiali si avvicinano alle periferie della città.
La stessa cosa vale per Gesù. Nonostante la nostra mediocrità, nonostante i popoli facciano a gara per accaparrarsi le risorse, nonostante, dopo secoli di civiltà, ci vediamo ancora nell’urgenza di parlare di guerre e di violenze, quando Gesù arriva porta con sé il cambiamento.
Non c’è nulla che possiamo fare.
Gesù è la nostra primavera!
La primavera che arriva e non ci chiede nulla se non di essere vista, guardata, accolta come lei accoglie noi.
Nonostante noi e la nostra limitatezza Gesù arriva e porta nuovi modelli di maschilità, come quello che vede Maria che aveva abbandonato le cose da donna, cucinare e apparecchiare come faceva Marta, e assunto quelle da maschio, seduta a terra per prepararsi al rabbinato. Nonostante noi e la nostra limitatezza, Gesù arriva e dà da mangiare anche alle straniere e guarisce le loro figlie.
Nonostante noi e la nostra limitatezza, Gesù arriva e parla con Zaccheo, l’uomo che tutti odiano e gli offre una nuova possibilità.
Nonostante noi e la nostra limitatezza, Gesù arriva e cammina su quelle acque dove noi oggi lasciamo morire centinaia di persone sui barconi.
Bianca ha cercato di fare la differenza in questo mondo perché ha provato a portare la sua primavera. Ha provato a dare voce a chi non l’aveva. Ha lottato per avere uno sguardo diverso da quello di una maggioranza asservita ai giochi del potere politico. Ha tentato di superare la barriera del senso comune e fatto parlare gli operai e le operaie sfruttate, le migranti rifiutate e le donne mal pagate.
Bianca ha cercato di portare la sua primavera, laica, in questo mondo.
Non da sola, s’intende, con i suoi e le sue compagne di studio, di ricerca, di lotta.
Bianca ha creduto nella possibilità che potesse esserci davvero una nuova primavera per gli operai, Bianca ha studiato i meccanismi della rappresentanza sindacale per vederne i limiti ma anche la potenzialità. Ha parlato di pari opportunità nel mondo del lavoro dove c’è ancora molto da fare, perché il gap salariale tra donne e uomini oggi rimane un tema attuale. Bianca era certa di poter portare la primavera nel mondo mentre fondava il Centro Interdipartimentale Studi e ricerche donne e differenze di genere all’Università degli studi di Milano.
Bianca ha portato, capovolgendo, la lettura della realtà del mondo, la visibilità alle persone, sino ad allora, invisibili.
Nelle Beatitudini, Gesù capovolge il nostro mondo e arriva dritto alle nostre contraddizioni!
Noi siamo affascinati dai saccenti e Gesù nomina e riconosce il valore dei poveri di spirito. Noi siamo affascinati da quelli che appaiono impermeabili a ogni forma di dolore e Gesù nomina e riconosce il valore degli afflitti.
Noi siamo affascinati dai forti se non, addirittura, dai violenti e Gesù nomina e riconosce il valore dei mansueti.
Noi siamo affascinati da chi riesce a farsi strada tra le pieghe della giustizia facendola franca e Gesù nomina e riconosce il valore di chi ama la giustizia.
Noi siamo affascinati da chi non chiede mai scusa e Gesù nomina e riconosce il valore dei mansueti.
Noi siamo affascinati da quelli che sanno ingannare, e Gesù nomina e riconosce il valore dei puri di cuore, degli onesti.
Noi siamo affascinati da quelli che approfittano delle guerre per fare soldi a palate e Gesù nomina e riconosce il valore di chi ama la pace e la costruisce.
Noi siamo affascinati dai leader carismatici e populisti e Gesù nomina e riconosce il valore dei perseguitati per motivo di giustizia.
Noi siamo affascinati dalle persone senza coscienza e Gesù nomina e riconosce il valore delle persone ai margini.
Noi andiamo dietro ai malcontenti e Gesù nomina e riconosce il valore di chi è allegro, nonostante tutto.
Tutto ciò che piace a noi è il contrario di quello di cui parla Gesù nelle beatitudini.
Ogni beatitudine inizia con la parola greca, makarios, che di solito è tradotta “beato” o “felice”. Alcune esegete hanno proposto di usare l’espressione “onore a te” che traduce meglio il sentimento di Gesù che approva, con forza, chi riesce a essere controcorrente.
Ecco allora che possiamo leggere le beatitudini in un’altra chiave:
Onore a quelli che vengono visti come poveri in spirito, perché vanno avanti a ogni costo e non si piegano! Di loro è il regno dei cieli.
Onore a quelli che sono afflitti, perché sono vittime delle leggi del mercato neoliberista che toglie le risorse ai tanti affinché i pochi che contano possano goderne. Loro saranno consolati.
Onore ai mansueti, perché non abbracciano le armi anche se una guerra viene definita santa. Loro erediteranno la terra.
Onore a quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché oggi sono in carcere ingiustamente. Loro saranno saziati...
Onore a tutte e tutti quelli che vogliono essere la luce del mondo e il sale della terra sempre e comunque! Onore a tutte e tutti quelli che vogliono costruire la pace nel mondo.
Eirene è la parola greca per la pace che ha usato Matteo. Gesù, invece, parlava aramaico, lingua imparentata con l’ebraico. La parola ebraica vicina a eirene è shalom, che è l’assenza di conflitto, è la presenza dell’armonia e della sorellanza e fratellanza.
Bianca in modo laico ha cercato di restituire onore e legittimità agli operai, alle migranti, alle donne. A coloro che hanno fatto parte della schiera degli invisibili.
Ora lo possiamo dire, in maniera retrospettiva, vedendo le impronte che Bianca ha lasciato nelle nostre vite: Bianca ha portato la primavera nel mondo.
Forse non tutta la primavera, ma un pezzo della sua primavera è qui, è tangibile e ci viene lasciata come eredità affinché sia possibile per noi tutt@ continuare a portare la primavera nel mondo.
Per le e i cristiani, chi muore non scompare, è passato semplicemente da un mondo a un altro. Da questa terra a una terra senza contraddizioni in cui la primavera trionfa per tutte e tutti.
Emily Dickinson scriveva: “Questo mondo non è conclusone c’è un seguito al di là -invisibile- come la musica ma concreto come il suono”.
Impegniamoci allora uscendo di qui a continuare la costruzione della primavera affinchè l’umanità possa smetterla di inventarsi ragioni per dominarsi gli uni con gli altri. Amen
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