A Roma si è svolto un convegno dedicato alla figura di Tullio Vinay, pastore valdese. Pubblichiamo alcuni degli interventi. Il libro a cui questi fanno riferimento è Testimone d’amore. Vita e opere di Tullio Vinay, Claudiana, di Paola Vinay, alla quale abbiamo chiesto di scriverci una breve introduzione ai testi che pubblichiamo.

Il pastore valdese Tullio Vinay è nato a La Spezia nel 1909, ha studiato presso la Facoltà Valdese di Teologia di Roma e nel 1934 è stato consacrato pastore. Appena consacrato fu inviato come pastore nella chiesa di Firenze e già lì apparve chiaro il suo approccio innovativo con una predicazione centrata sulla ricerca della libertà e della giustizia. Del resto Vinay è stato per tutta la sua vita un testimone dell’amore per il prossimo: l’amore, così come è espresso nella I lettera di Paolo ai Corinzi, agàpe, è stato il principio guida per decidere in ogni circostanza quale era l’azione più opportuna. Di qui il suo percorso.
Durante la persecuzione degli ebrei sentì che era necessario proteggerli, nasconderli e dividere con loro il rischio. Così, prima ancora che cominciassero in Italia le deportazioni, fece costruire, tra la chiesa valdese di Firenze e il nostro appartamento sovrastante, una cella segreta che servì da rifugio temporaneo per molti ebrei, prima di procurare loro, con l’aiuto della resistenza, carte di identità false e un rifugio sicuro. Poi, scoperto, dovette nascondersi a sua volta. Per questa sua attività, nel 1981, lo Stato di Israele gli conferì il titolo di Giusto delle Nazioni.
Dopo la guerra bisognava riconciliare i popoli che si erano così ferocemente combattuti: così già nel 1946 nacque l’dea di costruire, con lavoro volontario di giovani di ben 35 nazioni diverse, Agàpe, la casa comune dove ancora oggi giovani di tutto il mondo possono incontrarsi, conoscersi e discutere insieme.
Poi Vinay sentì che bisognava intervenire nelle zone depresse del paese, dove il bisogno era maggiore, perciò con un gruppo di volontari, nel 1961 si trasferì a Riesi, un luogo sperduto della Sicilia afflitto da povertà assoluta, assenza di lavoro, mafia. Lì era necessario condividere le battaglie dei riesini contro la mafia, l’enfiteusi, per l’occupazione, portare l’assistenza e i servizi di cui avevano bisogno. Come Agàpe anche il Servizio Cristiano di Riesi è ancora operante e continua a perseguire gli obbiettivi originari.
Ma anche da quel luogo sperduto della Sicilia, Vinay guardava ai problemi del mondo: ingiustizie, violenze, guerre, povertà e sentiva che non poteva assolvere al suo compito di pastore tenendosene fuori; su questi temi si impegnò molto con scritti e pubblici dibattiti. In quegli anni si consumava una guerra drammatica in Vietnam dove i prigionieri politici del dittatore Van Thieu venivano crudelmente torturati. Nel 1973, su richiesta di Amnesty International e del Comitato di Liberazione dei Prigionieri Politici del Sud Vietnam, Vinay, con il sacerdote cattolico Enrico Chiavacci di Pax Christi International, effettuò in quel paese una pericolosa inchiesta clandestina e raccolse una vasta documentazione con la quale, poi, denunciò in tutta Europa e negli Stati Uniti la disumana condizione dei prigionieri e di chiunque si opponesse a quel regime.
Infine la scelta di andare da pastore in Senato (1976-1983), per portarvi la stessa testimonianza di amore e di pace che aveva predicato tutta la vita. Dimostrò di essere un senatore veramente indipendente che non si fece mai condizionare dalla convenienza del momento, trovandosi a volte solo al momento del voto. In Senato Vinay si impegnò su questioni relative alla libertà, all’uguaglianza, alla difesa dei diritti umani: come il diritto alla parità e all’autodeterminazione della donna o il diritto al lavoro. Intervenne più volte contro la disparità economica tra Nord e Sud del mondo, in difesa dei popoli oppressi da guerre, dittature, fame. Sostenne la necessità di adottare un nuovo modello di sviluppo basato sull’equa distribuzione delle risorse e sulla cooperazione tra i popoli. Si pronunciò contro gli armamenti, propose di sostituire il ministero della difesa con il ministero della pace e auspicò che i confini divenissero luogo di incontro, di scambio, di amicizia. Parlava di economia dell’amore, di politica dell’amore; l’utopia per lui non è l’irrealizzabile, ma il non ancora realizzato.
Pacifista convinto, Vinay fu tra i fondatori di associazioni pacifiste come il Movimento Intern ...[continua]

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