Secondo il governo statunitense, il 95% delle condanne per i felonies, cioè i crimini, viene ottenuta con il patteggiamento (per i delitti federali è il 97% e in Texas il 98%). Lo stesso accade, grazie all’American Rule, nella quasi totalità delle cause civili, mentre il 60-70% delle condanne per omicidio criminale (murder e manslaughter) è ottenuta con lo stesso sistema.
Per i misdemeanors, cioè cattiva condotta, la procedura è estremamente sommaria e si ritiene che, nei due terzi dei casi, il procedimento non duri più di un minuto. Questa rapidità è dovuta al fatto che, nelle corti of limited jurisdiction che sbrigano queste faccende, la presenza di un avvocato difensore non è prevista e spesso nemmeno consentita.
Prassi comune è quella di tenere gli arrestati che non hanno i soldi per pagare la cauzione e non si possono permettere un avvocato, in prigione per un tempo pari o superiore a quello che si prenderebbero in caso di condanna. Poi, una dozzina alla volta, l’avvocato d’ufficio li porta, incatenati, davanti al giudice dove li fa dichiarare colpevoli e condannare al "time served”.
Questo sistema, che funziona perché tutte le parti in causa ne accettano le regole, deve sbrogliare una quantità di lavoro immensa. Le 18.000 polizie statunitensi arrestano, anche se metà dei crimini gravi non è denunciata, più di un milione di persone al mese.
I processi davanti a una giuria (quelli che producono la nostra conoscenza telefilmica della giustizia americana) sono circa 100.000 e il verdetto non è motivato. La giuria non deve spiegare perché vi dichiara colpevole o non colpevole e nemmeno perché vi manda al patibolo.
Le sentenze sono di norma immediatamente esecutive e il condannato va, o torna, in prigione direttamente dall’aula (senza passare dal via). Nella metà delle 1.200.000 condanne per i felonies il giudice decide di "mettere in prova” il condannato e di non mandarlo in prigione (il 5% dei condannati per murder va in probation e un altro 5% sconta una breve pena nelle jails, mentre solo il 2-3% finisce nel braccio della morte).
Questa enorme quantità di arresti e condanne ha prodotto il più grande esperimento di incarcerazione di massa dai tempi di Stalin e l’immenso gulag americano è arrivato ad accogliere 2.500.000 carcerati.
Sono 160.000 i galeotti che stanno scontando condanne superiori a un anno nelle carceri statali e federali (trent’anni fa erano 200.000). Gli ergastolani sono 140.000: 40.000 Lwop, di cui 2000 erano minorenni al momento del crimine. Degli 800.000 che affollano le jails circa 500.000 sono, più che in attesa di giudizio, in attesa che qualcuno gli trovi un difensore d’ufficio. A questa enorme massa bisogna aggiungerne 420.000 in probation e 800.000 in parole (non hanno scontato tutta la pena)
Il turn over è impressionante: nel 2003 è stato, nella probation, di 2.200.000 persone e nelle carceri di 600.000, più di un milione al mese quello nelle jails.
In America l’appello non è un diritto costituzionale (11 stati non hanno le corti d’appello e non molto tempo fa erano molti di più) e solo i condannati a morte godono di una revisione automatica della loro condanna, ma questa non è un rifacimento del processo. L’appello americano è una revisione della costituzionalità e correttezza formale del primo procedimento: in esso non si riascoltano i testi, non c’è la giuria e il condannato ha perso la sua presunzione d’innocenza.
Il sistema giudiziario prevede corti d’appello e supreme in ogni stato. Per ogni stato c’è almeno un distretto giudiziario federale e i distretti sono raggruppati in 11 circuiti federali. Sopra tutti c’è la Corte Suprema Federale. Le corti d’appello hanno una grande discrezione nel decidere quali casi udire e quali respingere senza spiegazione. Basti pensare che la Corte Suprema Federale riceve 7-8000 richieste di certiorari l’anno ed emette solo 60-70 sentenze.
L’appello capitale può diventare una messa cantata pluri-decennale, ma per tutti gli altri la musica è ben diversa. L’appello viene concesso molto raramente e mai per chi ha patteggiato. I suoi tempi sono così lunghi che, per rimettere in libertà i 13 innocenti di Tulia, il Texas ha dovuto fare un’apposita legge. Capita spesso che l’innocenza di qualcuno condannato a 5-10 anni venga riconosciuta solo a condanna interamente scontata.
(Claudio Giusti, giusticlaudio@alice.it)