Una Città n° 247 / 2018
Sei minuti e venti secondi, più o meno. In poco più di sei minuti, 17 dei nostri amici ci sono stati portati via, 15 sono stati feriti, e nessuno, assolutamente nessuno, nella nostra comunità sarà mai più lo stesso. Chi c’era sa di cosa sto parlando, chiunque sia stato toccato dalla morsa fredda della violenza delle armi lo capisce. Abbiamo trascorso lunghe ore nel caos, in lacrime, nel sole cocente del pomeriggio, ignorando la verità. Nessuno aveva capito l’enormità di quello che era successo… Nessuno sapeva che le persone che mancavano avevano smesso di respirare molto prima che qualcuno di noi sapesse che era stato attivato un codice rosso.
Nessuno capiva le conseguenze devastanti di quanto era accaduto né dove tutto questo ci avrebbe portati. Per quelli che ancora non capiscono perché si rifiutano di farlo, ve lo dirò io: ci ha portati dritto sottoterra. Sei minuti e venti secondi con un AR-15 e la mia amica Carmen non si sarebbe più lamentata con me delle lezioni di pianoforte. Aaron Feis non avrebbe più chiamato Kira "Miss Sunshine”. Alex Schachter non sarebbe mai più andato a scuola con suo fratello Ryan. Scott Beigel non avrebbe più scherzato con Cameron al campo. Helena Ramsey non sarebbe mai più uscita con Max dopo la scuola. Gina Montalto non avrebbe più salutato la sua amica Liam a pranzo. Joaquin Oliver non avrebbe più giocato a basket con Sam o Dylan. Alaina Petty non avrebbe più… Cara Loughran non avrebbe più… Chris Hixon non avrebbe più… Luke Hoyer non avrebbe più… Martin Duque Anguiano non avrebbe più… Peter Wang non avrebbe più… Alyssa Alhadeff non avrebbe più… Jamie Guttenberg non avrebbe più… Meadow Pollack non avrebbe più…
[pausa] Sono passati sei minuti e venti secondi. Il killer ha smesso di sparare, abbandonerà il suo fucile, si mescolerà agli studenti in fuga e rimarrà libero per un’ora prima di essere arrestato. Combatti per la tua vita, prima che diventi affare di qualcun altro.
(Emma Gonzales, Washington, 24 marzo 2018)
Washington, 24 marzo 2018
Phil Roeder - WashingtonSei minuti e venti secondi, più o meno. In poco più di sei minuti, 17 dei nostri amici ci sono stati portati via, 15 sono stati feriti, e nessuno, assolutamente nessuno, nella nostra comunità sarà mai più lo stesso. Chi c’era sa di cosa sto parlando, chiunque sia stato toccato dalla morsa fredda della violenza delle armi lo capisce. Abbiamo trascorso lunghe ore nel caos, in lacrime, nel sole cocente del pomeriggio, ignorando la verità. Nessuno aveva capito l’enormità di quello che era successo… Nessuno sapeva che le persone che mancavano avevano smesso di respirare molto prima che qualcuno di noi sapesse che era stato attivato un codice rosso.
Nessuno capiva le conseguenze devastanti di quanto era accaduto né dove tutto questo ci avrebbe portati. Per quelli che ancora non capiscono perché si rifiutano di farlo, ve lo dirò io: ci ha portati dritto sottoterra. Sei minuti e venti secondi con un AR-15 e la mia amica Carmen non si sarebbe più lamentata con me delle lezioni di pianoforte. Aaron Feis non avrebbe più chiamato Kira "Miss Sunshine”. Alex Schachter non sarebbe mai più andato a scuola con suo fratello Ryan. Scott Beigel non avrebbe più scherzato con Cameron al campo. Helena Ramsey non sarebbe mai più uscita con Max dopo la scuola. Gina Montalto non avrebbe più salutato la sua amica Liam a pranzo. Joaquin Oliver non avrebbe più giocato a basket con Sam o Dylan. Alaina Petty non avrebbe più… Cara Loughran non avrebbe più… Chris Hixon non avrebbe più… Luke Hoyer non avrebbe più… Martin Duque Anguiano non avrebbe più… Peter Wang non avrebbe più… Alyssa Alhadeff non avrebbe più… Jamie Guttenberg non avrebbe più… Meadow Pollack non avrebbe più…
[pausa] Sono passati sei minuti e venti secondi. Il killer ha smesso di sparare, abbandonerà il suo fucile, si mescolerà agli studenti in fuga e rimarrà libero per un’ora prima di essere arrestato. Combatti per la tua vita, prima che diventi affare di qualcun altro.
(Emma Gonzales, Washington, 24 marzo 2018)