Riccardo Gori-Montanelli. Nei miei più recenti studi mi sono concentrato su di un argomento, quello del “dominionism” e mi piacerebbe sapere attraverso questo nostro dialogo se sto prendendo troppo sul serio questo pericolo della teocrazia serpeggiante nella politica americana. Il dominionism, che non ha (che io sappia) equivalenti letterali in italiano, trae le sue origini da una teologia chiamata “Christian Reconstructionism” che prese piede nel credo Presbiteriano e protestante fondamentalista. Una teologia secondo la quale ogni aspetto della vita umana dovrebbe essere regolato dalla Bibbia. Il libro base della teologia reconstructionist fu scritto da Rousas John Rushdoony nel 1973 sotto il titolo The Institutes of Biblical Law che in più di 800 pagine interpreta i Dieci Comandamenti e spiega come la legge Biblica derivi dai Comandamenti stessi. “Il solo vero ordine è basato sulla Legge Biblica” alla quale dovrebbe essere soggetto ogni aspetto della società. Quindi gli attuali governi di ispirazione secolare sono contrari a Dio e debbono essere riformati, “reconstructed” a sua immagine. Secondo i principi base della teologia del reconstructionism Dio è visto al centro di ogni attività umana e non solo di quella spirituale. Inoltre i suoi seguaci sono “teonomisti”, nel senso che solo le leggi che seguono la Bibbia sono giuste e valide, e debbono servire a convertire i non-cristiani in cristiani, a stabilire uno standard per tutte le leggi che regolano la vita dei cristiani e a mantenere l’ordine pubblico. In terzo luogo non si deve usare la ragione per arrivare a concludere se la Bibbia dica il vero o no, perché la Bibbia è da ritenere come infallibile in quanto parola di Dio. Il termine che viene ripetuto è quello della “inerrancy”, un’espressione che esiste anche in italiano ed è stata utilizzata per indicare appunto l’infallibilità della Bibbia e cioè l’impossibilità che essa contenga errori. Quarto: credono nell’imminente ritorno di Cristo sulla Terra e che un regno sotto la sua guida verrà creato e quindi, in vista del suo ritorno, bisogna attivarsi politicamente per preparare le adeguate strutture statali. Quinto: i reconstructionists sono fondamentalmente dei dominionists, perché bisogna sottomettere ideologicamente la politica ai dettami della religione, che naturalmente deve essere quella cristiana. Gli obiettivi dei reconstructionists quindi si basano su principi sostanzialmente teocratici e tendono a rimpiazzare la democrazia con una élite che governi applicando la Legge Biblica. Verrebbero eliminate anche varie manifestazioni democratiche quali i sindacati, le scuole pubbliche, i diritti civili, con l’applicazione della pena capitale anche agli eretici, ai blasfemi, adulteri e omosessuali. Evidentemente una teologia che abbia questi fini crea una notevole e violenta controversia ed è per questo che gli adepti evitano di riconosce ...[continua]
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