Segni dei tempi. A un giornale che ha pubblicato una sua foto in cui portava a spasso il figlioletto in carrozzina una rockstar americana ha chiesto i danni. Per aver compromesso la sua immagine di ribelle maledetto.
3 luglio 2007
Nello stadio olimpico di Nouakchott, in Mauritania, la sera non è inusuale vedere un gruppetto di donne in tenuta sportiva che fanno il giro del campo, espirando pesantemente quasi a ogni passo. La motivazione è quella di sempre -almeno per noi- “Sono grassa”, come spiega una delle ragazze, 34 anni e circa 90 chili di peso.
Fin qui niente di strano, salvo che ci troviamo nella Repubblica Islamica della Mauritania e qui per gli uomini essere grassi è sexy e quindi le donne fanno di tutto -o sono costrette a fare di tutto- per prendere peso. Ma ora lo stesso governo ha deciso di correre ai ripari. E’ ormai di dominio comune che il sovrappeso porta al diabete, a problemi di cuore, all’ipertensione, eccetera.
La scena dello stadio conferma che i messaggi stanno arrivando a destinazione. Ma la strada è ancora tutta in salita. Nel 2001 un’indagine su larga scala ha registrato come almeno una donna su cinque tra i 15 e i 49 anni è stata sovranutrita. Non solo: circa il 70% di queste donne non è affatto dispiaciuta della propria mole.
La Mauritania non è evidentemente l’unico luogo in cui essere in sovrappeso è sinonimo di bello, ma qui in effetti si è andati parecchio in là.
La letteratura locale già secoli fa celebrava donne così grasse da non poter muoversi. Le bambine a partire dai 5 anni, fino ai 19, erano costrette a bere fino a 18 litri al giorno del grasso latte di cammello. Se una ragazza si rifiutava o vomitava, il responsabile del villaggio poteva tirarle le orecchie, pizzicarle l’interno cosce, piegarle le dita all’indietro o costringerla a bere il suo stesso vomito. A volte le ragazze morivano.
Questa pratica era nota come gavage, la tecnica francese di ingozzare le oche per ottenere il foie gras. “Non c’è una donna della mia età che non sia passata attraverso tutto questo, magari non con la tortura, ma il latte e il resto sì”, racconta Yenserha Mint Mohamed Mahmoud, 47 anni, direttrice del dipartimento per la promozione delle donne.
Oggi la tortura è stata abbandonata, salvo forse in qualche area, ma resta il problema di un tasso allarmante di donne che pesano dai 100 ai 150 chili. La stessa indagine condotta nel 2001 rilevava come il 40% delle donne fosse in sovrappeso, un dato inquietante per un paese sub-sahariano.
Nel 2003, il Ministero per le donne aveva lanciato una campagna di dimagrimento, con messaggi che non andavano tanto per il sottile. Uno degli sketch trasmessi da tv e radio ritraeva un marito che portava in giro la moglie in carriola. Inoltre vennero ingaggiati dei medici per spiegare i rischi legati al sovrappeso. Ma la campagna era destinata a procedere a rilento: in Mauritania meno di un quarto delle donne guarda la tv e ancor meno ascolta la radio. E poi è difficilissimo cambiare il modo con cui i sessi si “vedono”. Qui gli uomini vogliono le donne grasse e quindi queste ingrassano, e viceversa le donne vogliono gli uomini magri e quindi questi sono magri. Addirittura, secondo gli stereotipi locali, gli uomini in sovrappeso sarebbero effeminati.
Fatma Mint Mohamed, 35 anni, madre di cinque figli, dalla simpatia esplosiva, pesa quasi 90 chili per poco più di un metro e mezzo di statura. Non ha dubbi sulla felicità del marito per la sua forma fisica. Lei ha subìto una forma di gavage moderata, per così dire “quel tanto che serviva a non essere criticati o considerati dei miserabili”. La figlia, Selma, a detta della madre preoccupantemente magra, finora è scampata al trattamento, nella speranza acquisti peso da sola. Le sorelle di Selma, ora di 20 e 14 anni, sono state meno fortunate. Fatma, la madre, ammette di averle ingozzate di latte “solo fino a che hanno assunto l’aspetto delle vere ragazze mauritane. Quaranta giorni sono stati sufficienti a far raggiungere loro la giusta forma”.
(www.iht.com)
9 luglio 2007
In Gran Bretagna è in corso una radicale revisione dei curriculum scolastici. Il primo ministro Gordon Brown pare voglia fare del benessere economico uno dei temi cardine nell’educazione degli adolescenti e così presto ai bambini inglesi, a partire dagli 11 anni, verrà insegnato come si apre un conto in banca e come si compra una casa.
Nell’ambito di questa sorta di ribaltamento di metodi e anche di contenut ...[continua]
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