Nel 1940, alla vigilia del Giorno del Giudizio d’Europa, H. G. Wells pubblicò un pamphlet su "I Diritti dell’Uomo”, che era fondato sull’unico e fin troppo fondato assunto che, nel mondo contemporaneo, anche se avevano mantenuto la loro validità nella consapevolezza di una minoranza e nel funzionamento di certe società, i diritti dell’uomo erano in realtà completamente obliterati dall’azione dei governi, non solo nei paesi totalitari, ma ovunque, e avevano bisogno di una riaffermazione a livello intellettuale e di una restituzione nel campo politico. E ora, nel 1944, alla vigilia di quello che sperabilmente sarà la Risurrezione d’Europa, Georges Gurvitch cerca di delineare la conclusione di 15 anni di ricerche profondamente originali nel campo della filosofia della legge. Lo fa in una "Dichiarazione dei Diritti Sociali” che dedica specificamente al futuro della Francia, ma i cui principi fondamentali sono evidentemente validi per la ricostruzione di una società ovunque. Gli sforzi di Gurvitch sono molto diversi da quelli di Wells. E tuttavia c’è anche una caratteristica comune che vale la pena di notare. Sono entrambi direttamente legati al grande movimento intellettuale del XVII e XVIII secolo che noi siamo abituati a chiamare "liberale”, ma che andrebbe più correttamente definito "libertario”, in quanto il loro vero significato non sta in una conciliazione a metà strada tra la libertà e l’autorità, ma piuttosto nella ferma difesa della "libertà sopra a tutto”, una libertà che, nella filosofia politica, si esprime nell’assoluta supremazia della legge naturale, quindi dei naturali Diritti dell’Uomo. È precisamente una brillante reinterpretazione dell’idea della legge naturale che costituisce il punto di partenza del pluralismo nella filosofia della legge di Gurvitch. Georges Gurvitch è uno studioso di origini russe che dopo aver tenuto conferenze sulla filosofia a Berlino e pubblicato un importante libro sull’etica di Fichte, ha fatto dalla Francia il suo paese adottivo e oggi vive in America. Le sue idee sulla legge sociale e sul pluralismo giuridico sono state sviluppate in una serie di libri di cui i fondamentali sono L’idée du Droit Social (1932) e L’Expérience Juridique et la Philosophie Pluraliste du Droit (1935). Furono seguiti nel 1940 e successivamente da alcuni studi molto interessanti sulla sociologia della legge. In Francia, oltre a guadagnarsi la stima degli studenti e la cattedra di filosofia all’Università di Strasburgo, le sue idee sono state parzialmente e talvolta confusamente accolte dal magazine Esprit, edito da Emmanuel Mounier, un cattolico che in collaborazione con altri intellettuali, cattolici e non, stava cercando di compiere un sincero sforzo per aprirsi un varco tra i vicoli ciechi del pensiero politico e sociale contemporaneo. Si potrebbe notare che, specialmente in Francia, i cattolici come i protestanti sono inclini a essere attratti da qualsiasi filosofia che -come quella di Gurvitch- fornisce un’arma efficace contro la concezione monistica, che è alla base dello Stato centralizzato moderno e delle sue rivendicazioni sulla sfera spirituale. Sintetizzare le idee di Gurvitch sulla legge sociale non è un compito facile. Si corre continuamente il rischio di formalizzare nozioni il cui significato specifico sta interamente nella complessità delle analisi attraverso le quali sono state portate alla luce districandole dai pregiudizi intellettuali contemporanei e dai modi di pensare abituali.
Non si può apprezzare il significato di questa "Dichiarazione dei Diritti Sociali” e analizzarla criticamente se non alla luce del "pluralismo giuridico” di Gurvitch, che a sua volta implica uno specifico sguardo filosofico. Per la sua filosofia pluralista e per il suo metodo di analisi concreta, Gurvitch è debitore soprattutto di Husserl e Bergson, tra i filosofi moderni, mentre la sua filosofia della legge viene direttamente da Proudhon e i suoi principi fondamentali potrebbero ben essere espressi da citazioni prese dal grande anarchico. Un debito che Gurvitch vede e riconosce abbondantemente attribuendo a Proudhon un ruolo centrale nello sviluppo della filosofia giuridica e sociale moderna. Ma dato che Gurvitch è un russo, è giusto ricordare che la distinzione e l’opposizione tra Società e Stato fu uno dei grandi temi tra gli intellettuali russi prima della rivoluzione, che ispirò con particolare forza il pensiero e l’azione di uomini come Herzen, Tolstoi, Kropotkin e il filoso
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