Fin qui tutto bene …
Gli insegnanti intervistati hanno dimostrato di porsi in maniera aperta rispetto alla presenza di ragazzi con background migratorio a scuola. L’opinione sul livello di integrazione è decisamente positiva: per oltre il 90% dei docenti l’integrazione dei ragazzi stranieri è ottima (il 21% circa) o buona (quasi il 71%). L’aumento degli alunni stranieri è, inoltre, visto in generale come una opportunità e non come un problema. La maggior parte degli intervistati ne sottolinea gli aspetti positivi: "consente ai ragazzi di crescere con meno pregiudizi” (79,4%), "consente di arricchire la didattica con esperienze interculturali” (49,1%) e "permette di avvicinarsi alla conoscenza di culture diverse” (69,5%). Al contrario risulta minoritaria la quota di docenti che rimarca gli effetti negativi: "espone gli alunni a esperienze e modelli spesso negativi e inadeguati” (2,1%), "comporta eccessivi rallentamenti e problemi nei percorsi didattici” (20,6%), "impone alla scuola carichi e responsabilità che non le competono” (7,3%). Si deve sottolineare che il parere positivo è notevolmente più diffuso tra gli insegnanti che lavorano in scuole con una presenza minore di stranieri: la quota di pareri unicamente positivi passa dall’81,8% dei docenti che insegnano in scuole con al massimo il 5 per cento di alunni stranieri a 55,1% degli insegnanti di istituti con più del 20% di ragazzi di origine non italiana.
Se li conosci non li eviti…
Dall’indagine emerge che le situazioni problematiche sono spesso connesse con una elevata concentrazione di alunni con background migratorio nelle singole scuole. Tuttavia sembra anche emergere che nelle scuole con minore presenza ci siano maggiori preoccupazioni rispetto alla possibilità di gestire un numero elevato di stranieri in classe. Le "Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” del Miur del Febbraio 2014 -rifacendosi alla circolare 2 del 2010- indicano come limite il 30 per cento di stranieri per classe². La metà degli intervistati collocherebbe, però, più in basso la soglia, mentre solo il 18% circa condivide l’indicazione ministeriale. Colpisce che siano i docenti delle scuole con minore concentrazione di stranieri a indicare come ottimale una soglia inferiore. Probabilmente nelle scuole a forte presenza si sono ormai attivate delle risorse che consentono agli insegnanti di considerare come "gestibili” anche incidenze più elevate di alunni stranieri. Mentre nelle scuole in cui l’incidenza è più contenuta c’è un maggiore timore di non poter poi governare la situazione nel caso in cui la presenza aumenti in maniera notevole. Si deve poi sottolineare che più del 27% degli intervistati non ne fa una questione di numeri e ritiene che non debba esserci alcuna soglia.
La solitudine degli insegnanti
Al di là dell’atteggiamento positivo nei confronti della presenza straniera, gli insegnanti sono comunque consapevoli delle difficoltà dei ragazzi stranieri a scuola, in particolare di quelle linguistiche che vengono indicate da tutti gli intervistati come la questione più problematica. Gli insegnanti nel tempo hanno anche adeguato i loro metodi di insegnamento alla presenza straniera, infatti il 69,7% ha cambiato le modalità della didattica per adeguarsi alla presenza straniera anche se solo il 34,1% ha partecipato a corsi di aggiornamento sulla didattica interculturale, di formazione psicologico-relazionale o ad altri corsi mirati a facilitare l’integrazione degli alunni stranieri. In generale i docenti non si sentono adeguatamente sostenuti nel lavoro che svolgono con gli studenti con background migratorio. Oltre l’83% si sente ‘per niente’ o ‘poco’ sostenuto dalle istituzioni scolastiche, sia a livello centrale (Miur) sia a livello territoriale (Ufficio scolastico regionale e Ufficio scolastico provinciale). Anche gli altri enti locali, come Comu ...[continua]
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