Si respira aria di casa all’aeroporto internazionale di Chisinau. Nonne e madri rincorrono i bambini che schiamazzano apostrofandoli in un italiano stentato mentre attendono pazientemente il loro turno alla fila degli imbarchi. D’altronde basta dare una rapida occhiata allo schermo delle partenze per rendersi conto del filo diretto che lega ormai indissolubilmente la Moldavia all’Italia. Torino, Milano, Bergamo, Venezia, Verona, Bologna e perfino Parma, per citare solo le città dell’Italia settentrionale: quasi un terzo dei voli, con tre diverse compagnie aeree, fanno regolarmente rotta verso il nostro paese dove vive la più numerosa comunità moldava dell’Unione Europea. Partono e tornano, vanno e vengono, arrivano e si fermano. Si trovano bene i moldavi in Italia. Ogni tanto i nostri giornali si occupano di qualcuno di loro per fatti di cronaca ma, in generale, la loro presenza passa inosservata, a parte qualche coppia di badanti dagli occhi tristi che sosta chiacchierando a bassa voce sulle panchine dei parchi cittadini la domenica pomeriggio. Fra i tanti gruppi di immigrati quello moldavo forse è il gruppo che meglio si è inserito nel tessuto sociale italiano. Prossimità culturale, vicinanza linguistica, comune sensibilità e spiccata capacità di adattamento sono il biglietto da visita ideale per un’integrazione riuscita. Quattro giorni prima, però, aspetto e abbigliamento tradivano le origini dei passeggeri sul comodo volo che mi aveva portato nella ex-repubblica sovietica. Eravamo in pochi allo sbarco a dirigerci verso il controllo dei passaporti riservato agli stranieri; la stragrande maggioranza convergeva verso la corsia dedicata ai cittadini moldavi. La Moldavia, d’altronde, non è un paese per turisti.

Nel volgere di pochi anni, secondo i più recenti sondaggi, nell’opinione pubblica moldava l’indice di gradimento nei confronti dell’Ue è crollato dal 70% a poco più del 30%. Scandali bancari, corruzione pervasiva, politici incapaci, economia disastrata e povertà diffusa hanno spento l’entusiasmo filo-europeo degli anni scorsi anche se le responsabilità europee in questa situazione sono limitate a errori di valutazione più che a politiche sbagliate. ­­L’Unione Europea non sceglie i leader dei paesi partenari, ma spesso sono i leader di questi paesi a scegliere l’Europa sfruttando l’incauta o inconsapevole benevolenza di Bruxelles per coprire inefficienza e malgoverno. "Non c’è spazio per forze politiche che fanno sinceramente riferimento ai valori europei”, sostiene Lidia di Transparency International, che incontro insieme ad altri rappresentanti della società civile nella hall dell’hotel dove alloggio nel centro di Chisinau, "l’europeismo è più di facciata che di sostanza”. Da qualche mese le organizzazioni non governative moldave sono sul piede di guerra contro il governo. Non che le relazioni fossero idilliache in tempi precedenti, non lo sono mai state, ma adesso c’è l’aggravante di una nuova legge elettorale che se adottata trasformerebbe la Moldavia, secondo i timori dei miei interlocutori, in un feudo esclusivo dell’unico oligarca rimasto nel paese, Vlad Plahotniuc. La legge recentemente approvata in prima lettura dal parlamento moldavo introduce un sistema di voto misto proporzionale e maggioritario superando l’attuale sistema proporzionale con sbarramento. Nulla di sconvolgente sulla carta visto che regimi elettorali simili sono presenti in altri paesi europei, ma spesso l’apparenza inganna. Plahotniuc ha in mano tutto il potere economico, sostengono i suoi avversari, buona parte dei media e pezzi consistenti di potere politico che lo mettono in condizione di controllare le strutture amministrative dello stato.
Con il sistema maggioritario sarebbe per lui un gioco da ragazzi portare i suoi candidati alla vittoria nei collegi uninominali soffocando ogni residua speranza di riforme democratiche e di ricambio della classe politica. "Va messo ordine all’attuale schema di finaziamento dei partiti introducendo adeguate misure di trasparenza”, aggiunge Naline a nome di un’altra ong, "e occorre smantellare l’attuale monopolio dei media se si vuole veramente equilibrare lo scenario politico oggi sbilanciato a favore dei partiti di governo”. A dire il vero, almeno sulla carta, il governo moldavo in questi settori si è dato da fare ma, come sottolineano i rappresentanti della società civile, i provvedimenti adottati non vengono messi in pratica e le norme sono facilmente aggira ...[continua]

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