20 novembre 2013. Lo stato burocratico
Se oggi volessimo costruire una casa del popolo, lavorando gratis come fecero nonni e bisnonni, sarebbe "lavoro nero”. (tw)
20 novembre 2003
Ezio Mauro elenca in tv le malefatte telefoniche della Cancellieri e conclude: "Poi 8 del marito!”. Siamo diventati la Repubblica della maldicenza? (tw)
21 novembre 2013. La maestra Myriam
Myriam Mazzo fa la maestra nella cittadina di Armenia, nel centro della Colombia. La sua è una scuola speciale: c’è un’unica classe con ragazzini di varie età e livelli che lavorano in piccoli gruppi. Anziché stare alla lavagna, la maestra Myriam gira tra i vari gruppi. Con il suo metodo, noto come "Escuela nueva”, ha insegnato a generazioni di bambini -i figli e le figlie degli agricoltori locali- a leggere, scrivere e far di conto. Il sistema, sviluppato da Clara Victoria (Vicky) Colbert de Arboleda negli anni Settanta, è stato pensato proprio per chi si trova nelle sue condizioni: classi miste in zone rurali. Uno dei problemi principali di questi contesti è che molti ragazzini rimangono assenti per lunghi periodi a causa del lavoro che devono fare per aiutare le famiglie. Ecco perché il metodo "Escuela nueva” è perfetto, perché in questa formula il ragazzino viene spinto all’autonomia, a partecipare, a condividere le sue idee senza paura, a lavorare assieme agli altri, ma anche da solo, così se deve rimanere lontano dalla scuola per un po’ non deve smettere di studiare e quando torna saranno gli altri ad aiutarlo. Questa "nuova scuola” è molto flessibile e permette agli studenti di fare le prove quando si sentono pronti. Molte lezioni vertono sull’area in cui vivono, sul calendario agricolo, così che lo studio diventi parte integrante della vita quotidiana. I ragazzi sono inoltre incoraggiati a coinvolgere anche i genitori nel loro apprendimento. Il metodo è stato riconosciuto (e finanziato) dal governo e dalla Banca Mondiale e nel 1988 l’Unesco ha dichiarato che la Colombia è l’unico paese dell’America Latina dove le scuole di campagna vanno nettamente meglio di quelle di città. Negli ultimi anni il metodo è stato adottato anche da Brasile, Filippine e India. La formula del mettere lo studente al centro non è evidentemente nuova. Ciò che Vicky Colbert ha portato di nuovo è stata una formula "low-cost”, cioè quest’idea che non occorreva pensare a grandi riforme dall’alto, bastava pensare a una scuola diversa e provarci. (International New York Times)
25 novembre 2013
Corruzione. Il problema non è il disonesto, che comunque prende un rischio, ma gli "onesti” che con la politica quadruplicano e più il reddito. (tw)
26 novembre 2013. Una mappa delle scuole
Voluta dal sindaco di Londra, la "London Schools Atlas” è una mappa online interattiva delle scuole pubbliche londinesi, incluse le cosiddette Academy e le "free school”. Vi sono riportati, tra l’altro, i risultati ottenuti alle ispezioni Ofsted, la quota di studenti con buoni voti nelle materie principali (che si può confrontare con la media di Londra), il numero dei ragazzini che hanno diritto al pasto gratis e infine una panoramica sul numero di studenti previsti di qui a cinque anni. Ne ha parlato Norberto Bottani sul suo prezioso blog (http://oxydiane.net), chiedendosi perché non si possa far qualcosa del genere anche a Milano o a Roma. Grazie a questa mappa, i genitori potranno avere informazioni più ampie per prendere le loro decisioni. L’indagine sul lungo periodo permetterà inoltre a quei gruppi di genitori e/o insegnanti che vogliono aprire una "free school” di farlo dove ce n’è effettivamente bisogno.
27 novembre 2013. Colpite le pensioni d’oro
Ma la Suprema Corte, custode del sacrosanto principio d’uguaglianza fra chi prende 800 e chi 80.000 euro al mese, cosa dirà? (tw)
27 novembre 2013
Tutti agognano la "stanza dei bottoni”, perché da lì, credono, partono le soluzioni. Da lì invece, dal centralismo, partono i problemi. (tw)
27 novembre 2013. Gayby boom
Nella famiglia Schulte-Wayser, uno dei due genitori è il classico "breadwinner”, quello che porta a casa il pane, fa l’avvocato ed è il (quasi) classico maschio "alfa” quando si parla di compiti, orari e regole; l’altro si definisce l’uomo "che sussurra ai bambini”: sta a casa e si prende cura dei sei figli, quattro maschi e due femmine. Tutti adottati. Oggi le coppie omosessuali con figli stanno aumentando a ritmo frenetico. Natalie Angier, del "New York Times”, parla di un vero baby -o meglio gayby- boom. Alcuni manifestano preoccupazione per il rischio che questi bambini siano soggetti a stigma sociale o manifestino problemi relazionali o psicologici. Gli studi più recenti però sfatano alcune paure.
Michael Rosenfeld, della Stanford University, autore di "The Age of Independence: Interracial Unions, Same-sex Unions and the Changing American Family”, sostiene che i figli di genitori dello stesso sesso sono "indistinguibili” dagli altri sia sul piano scolastico che emotivo.
Di più: le coppie composte da due padri risultano essere quelle in assoluto più stabili. Judith Stacey, della New York University, autrice di "Unhitched: Love, Marriage and Family Values From West Hollywood to Western China” ha confessato di essere rimasta lei stessa scioccata dal fatto che nel corso di 14 anni di studi, nessuna delle coppie composte da due maschi che avevano uno o più bambini e che lei aveva seguito si era separata. Nessuna. Secondo il Williams Institute dell’Università della California, il numero di coppie gay con figli è raddoppiato nell’ultimo decennio. Oggi negli Stati Uniti, circa 125.000 coppie dello stesso sesso stanno allevando 220.000 bambini. (nytimes.com)
28 novembre 2013. vendereaicinesi.it
Ne hanno parlato Oscar Giannino, se n’è letto sul "Sole24ore” e perfino Bruno Vespa gli ha dedicato un servizio. Vendereaicinesi.it si definisce il "primo sito di annunci rivolto a imprenditori cinesi in Italia”. Gli annunci sono tutti rigorosamente bilingui (con traduzione professionale) e il target si è subito allargato ai cinesi che vivono in Cina. L’idea è venuta ad Alessandro Zhou, nato in Italia da genitori cinesi e laureato alla Bocconi, e a Simone Toppino, che hanno avviato il sito lo scorso febbraio.
Sul "Sole 24 ore” si legge che il sito conta 3.000 accessi giornalieri e 800 utenti cinesi. Gli stessi fondatori non si aspettavano un boom di annunci immobiliari. Da notare che, oltre a locali commerciali e capannoni, sono presenti edifici di pregio e ville del valore di qualche milione di euro. In tempi di caduta libera del mercato immobiliare a pensare ai cinesi non sono stati gli unici. Se si fa una veloce ricerca in internet, oggi, oltre a vendereaicinesi.it, c’è cinesichecomprano.com che traduce e pubblica il tuo annuncio su siti cinesi, e startcina.com che pubblica in cinese in Europa e in Cina.
29 novembre 2013
Domande da profani: ma la legge Severino è giusta? Un giudice può far decadere un eletto dal popolo dando un’aggravante o non dando un’attenuante? (tw)
30 novembre 2013
A volte il disastro è non toccare il fondo. Immobili, aggrappati a pochi metri dal fondo, sovraccarichi di tutto, vediamo risalire la Spagna. (tw)
1 dicembre 2013
Domande da profani. L’idea che il parlamento debba essere di onesti non è sbagliata? Ci vorrà qualcuno al di sopra che dovrà valutare e decidere. Chi? (tw)
3 dicembre 2013. Il libro è morto?
Se, come molti sentenziano, il libro è morto, non è ancora affatto chiaro cosa andrà a sostituirlo. Ne ha parlato anche David Streitfield sul "New York Times” del 3 dicembre, elencando le tante start-up che negli ultimi anni hanno provato a reinventarlo: "Social Books” consentiva di commentare i propri passaggi preferiti di un ebook e leggere le opinioni degli altri lettori; "Copia” era un altro tentativo di "lettura sociale”; "Push pop press” era una piattaforma in grado di mescolare testi, immagini, anche interattive, video e audio; "Small Demons” usava i riferimenti culturali e i dettagli contenuti nei libri (personaggi, oggetti, ecc.) per aiutare i lettori a scegliere il successivo libro da leggere. Tutte start-up fallite. Siccome la forma-libro stenta a trovare un sostituto degno ecco allora che è partita la corsa in senso contrario: rendere il virtuale più simile al reale. Così, quando si scarica un libro con un device apple, iBooks permette di metterlo subito nello scaffale della propria libreria. Un’altra bizzarra proposta è quella che propone di acquistare libri digitali completi di autografo dell’autore. D’altra parte, nell’ultima campagna per promuovere il proprio e-reader, Amazon vanta l’innovativa possibilità di… "sfogliare le pagine”! (nytimes.com)
4 dicembre 2013. Il federalismo scomparso
È bastata la laurea albanese del figlio di Bossi perché la parola federalismo scomparisse dalla scena politica? Non c’è speranza. (tw)
5 dicembre 2013. Lo Stato burocratico.
Irap e Ires: il 102,5% di acconto! Già un acconto del 100% è una contraddizione in termini, ma quel 2,5... Fantastico! (tw)
5 dicembre 2013. Un’epidemia di demenza
L’11 dicembre prossimo, il Gruppo degli Otto leader dei Paesi industrializzati si incontrerà a Londra. Ospiti del Premier inglese Cameron, i leader globali parleranno di demenza, la malattia degenerativa che colpisce le funzioni intellettive e che nella maggior parte dei casi prende il nome di Alzheimer. Secondo Marc Wortmann, direttore dell’Adi (Alzheimer’s Disease International), tutti gli indicatori fanno pensare a una vera e propria epidemia globale. Negli ultimi 10 anni si è registrato un aumento del 17% dei casi di demenza: un trend che, se restasse costante, ci porterebbe nel 2050 dagli attuali 44 milioni di casi nel mondo a 135 milioni. Il costo sanitario mondiale per le varie forme di demenza ammonta oggi a 600 miliardi di dollari -(l’1% del prodotto interno lordo globale) ed è evidentemente destinato a salire. Secondo l’Istituto di Psichiatria del King’s College di Londra, infatti, solo 13 Paesi hanno predisposto piani terapeutici nazionali. Tra quelli che in questo campo spendono di più c’è la Gran Bretagna (37,6 miliardi di dollari all’anno: più del cancro, dell’ictus e delle malattie cardiache messi insieme). I casi di demenza però si stanno rapidamente espandendo anche ai Paesi in via di sviluppo, che non dispongono né delle risorse, né dei servizi sociali adeguati per occuparsi di questa emergenza.
5 dicembre 2013.
La Consulta cassa il porcellum. Qualcuno che diceva una cosa per farne un’altra è arrabbiato, le uova nascoste nel paniere sono tutte rotte. (tw)
9 dicembre 2013. Bipolarismo
Incredibile il dibattito sulla legge elettorale: poiché non siamo bipolari (ci sono 3-4 grossi più 5-6 piccoli) dobbiamo esserlo. Punto. (tw)
10 dicembre 2013. Primarie e Forconi
Nel paese s’è alzato un vento di sinistra? O un vento sinistro? (tw)
10 dicembre 2013. Il tavolo
La sicumera fa dire strafalcioni. Per Renzi "tavolo” suona palude. Ohibò. Il "tavolo” è la politica, quando questa non è con altri mezzi.
Al "tavolo” ci si siede, disarmati e indifesi, per parlare, conoscersi, accordarsi, diradare malintesi, decidere se fidarsi, simpatizzare... (tw)
13 dicembre 2013. Senza figli
Sul "Guardian” del 9 dicembre, Jody Day parla delle donne senza-figli sotto Natale, da sempre percepita come la stagione peggiore per coloro che hanno "mancato” l’appuntamento che per la società definisce l’ingresso ufficiale nell’età adulta. In Inghilterra il numero delle donne senza figli sta aumentando (e non di poco): secondo uno studio dell’Office for National Statistics (Ons), se le quarantenni inglesi e gallesi senza figli erano una su nove nel 1985 e una su cinque nel 2010, nel 2015 diventeranno una su quattro. Quanto bisogna tornare indietro per trovare dati comparabili? Alla Prima guerra mondiale, quando la leva obbligatoria di massa si intromise tra i potenziali padri e le potenziali madri.
La Day chiede provocatoriamente dove sono i numeri che indicano la crisi di paternità. In fondo, commenta, l’indagine dell’Ons è perfettamente coerente con l’atteggiamento diffuso in una società che concepisce questo tipo di condizione come "invalidante” esclusivamente quando riguarda la donna. (guardian.com)
17 dicembre 2013. Tredicesima
Sull’"Espresso”, Gloria Riva parla dei 4 milioni circa di lavoratori che quest’anno rischiano di non vedere la tredicesima. Le piccole imprese, esaurita la liquidità per pagare "acconti” che superano il 100%, stanno chiedendo prestiti alle banche per pagare le tredicesime ai loro dipendenti, che per il 90% le useranno per pagare tasse e debiti. Anche il Comune di Messina, in attesa che la Ragioneria di Stato invii 35 milioni di euro per pagare le spese correnti (altri 5,7 milioni dovrebbero arrivare dalla Regione Sicilia) è andato in banca a chiedere un anticipo per pagare la tredicesima ai suoi 4.000 dipendenti.
17 dicembre 2013. La Cina e i maiali
La Smithfield Foods è la più grande industria di produzione e lavorazione di carne di maiale al mondo: ogni anno alleva 16 milioni di capi e ne macella 27. Da settembre non è più americana: è stata acquistata dalla Shuanghui International Holdings con un’operazione da 4,7 miliardi di dollari, un record nella storia dello shopping cinese negli Usa. Il 10 dicembre, nella rubrica del "Guardian” Sustainable Business, Heather Duncan si chiede se c’è da star tranquilli. Già nel 1997, quando ancora la proprietà era americana, il colosso dell’industria suina era stato riconosciuto colpevole in Virginia di 7.000 violazioni della legge contro l’inquinamento delle acque; se la cavò con una multa-record da 12,6 milioni di dollari. In seguito, la Smithfield ha fatto molto per allinearsi agli standard più alti in materia di tutela ambientale, ottenendo riconoscimenti e portando tutte le fattorie controllate a certificazioni Iso 14001 (specifiche per la qualità ambientale). Come ci è riuscita? Scegliendo come "direttore della sostenibilità” Dennis Treacy, il cui precedente incarico era alla direzione del Dipartimento per la Qualità ambientale della Virginia. Proprio l’ufficio che aveva riscontrato le violazioni della Smithfield! In merito al passaggio di proprietà e ai timori in fatto di salvaguardia degli standard igienico-sanitari, Treacy ha commentato: "Sicuramente saranno loro a dover imparare qualcosa da noi”. Prima dell’acquisizione, la Shuanghui macellava 15 milioni di maiali l’anno e il suo boss, Wan Long -soprannominato "Macellaio n°1 di Cina”- è membro dell’Assemblea Nazionale del popolo cinese. Ma soprattutto, è l’azienda che nel 2011 è finita sulle prime pagine di tutto il mondo per esser stata riconosciuta responsabile di aver inserito additivi cancerogeni nel mangime dei suini. Nessuna multa milionaria per loro: solo pubbliche scuse. A detta di Treacy, non ci saranno problemi. I cinesi (che nel 2012 hanno consumato 50 milioni di tonnellate di maiale, la metà della produzione mondiale) non vogliono trasferire la produzione dagli Usa, né modificare alcuna politica aziendale, ma importare in Cina carne americana di alta qualità: altro punto che ha fatto storcere il naso agli scettici. Larry Baldwin, dell’organizzazione ambientalista Waterkeeper Alliance, ha commentato: "Esporteremo più prodotto, ma sapete cosa ci lasceranno del maiale? Gli escrementi”. Il che potrebbe rimettere la Smithfield sotto i riflettori di chi non si è convinto della "svolta verde” degli ultimi anni.
17 dicembre 2013. Ancora maiali
Sulla rivista online Usa "Slate”, il 4 dicembre Joshua Keating parla dell’ultimo viaggio di David Cameron in Cina: il premier inglese si è accordato per vendere seme suino "britannico” per un valore di 53 milioni di euro l’anno. Pare che i maiali britannici siano tra i migliori al mondo: crescono più in fretta, mangiano meno e, cosa fondamentale, si riproducono molto più velocemente dei loro simili cinesi. Cameron porta così a casa un accordo soddisfacente per gli allevatori britannici, cui prima dell’accordo era vietato esportare il prezioso seme suino in Cina. Pechino, dal canto suo, consolida la sua posizione di dominio del mercato suino mondiale.
17 dicembre 2013. I Forconi
Ora si misura la cecità dei politici a non tagliarsi drasticamente lo stipendio. Come potranno mandare la polizia contro gli esasperati? (tw)
17 dicembre 2013. Laurearsi
Venerdì si è laureato in filosofia Ciro Ferrara, relatore il professor Giovanni Catapano, presidente di commissione il professor Antonio Da Re. L’argomento della tesi: il "tempo”, tra Sant’Agostino e Aristotele. Non essendo per lui possibile uscire, per la discussione di laurea è entrata la commissione, così come era accaduto per gli esami. Erano presenti il direttore, il personale dell’area educativa e la polizia penitenziaria, oltre a volontari, insegnanti, sacerdoti e operatori. La cerimonia e discussione di laurea si sono svolte nella biblioteca "Tommaso Campanella” della Casa di reclusione di Padova. Ciro è un "fine pena mai”, oggi ha 53 anni, di cui oltre la metà passati in carcere.
(Ristretti Orizzonti)
17 dicembre 2013. Brutto tempo a Gaza
Su "Haaretz” del 15 dicembre, Amira Haas ha raccontato gli effetti inattesi della tempesta che tra il 10 e il 14 dicembre ha colpito il Medio Oriente, provocando bufere di neve, piogge torrenziali e grandinate. Il nord della Striscia di Gaza è stato dichiarato dall’Onu "zona alluvionata”: fino a due metri d’acqua per le strade e più di 4.000 persone costrette a evacuare le proprie case. Per i già provati abitanti della Striscia, l’alluvione ha avuto un effetto imprevisto: Israele, che impone a Gaza sedici ore di blackout al giorno, ha deciso di ridurre l’interruzione di energia elettrica a otto ore.
(haaretz.com)
18 dicembre 2013. Più poveri dei genitori
Sul "Guardian” del 17 dicembre Larry Elliott illustra un’inquietante raccolta di statistiche elaborate dall’Institute for Fiscal Studies (Ifs) che riguarda gli inglesi nati negli anni Sessanta e Settanta. Rispetto ai nati del decennio precedente, il loro stipendio medio è rimasto uguale, è diminuita la quota dei possessori di casa e le loro pensioni saranno inferiori a quelle percepite dai nati negli anni Quaranta e Cinquanta.
È la prima volta dalla Seconda guerra mondiale che una generazione sta peggio della precedente. Se gli effetti nel tessuto sociale non sono ancora più disastrosi è solo grazie alle ricchezze familiari e alle eredità. La nota curiosa è che nel 2000 gli stipendi dei nati degli anni Settanta erano significativamente più alti rispetto a quelli dei loro genitori, ma quella ricchezza extra non è stata risparmiata: è andata spesa.
18 dicembre 2013. La Spagna in vendita
C’è stato un tempo, ricorda Sandrine Morel, corrispondente di "Le Monde” da Madrid, in cui la città di Barcellona progettava di trasformare la Casa Burès in un museo del modernismo. Oggi quell’edificio è in vendita. Costruito tra il 1900 e il 1905 da Francesc Berenguer i Mestres, amico di Antoni Gaudí, l’opera pare destinata a diventare un Hotel. Acquistata nel 2007 per 26 milioni di euro dalla città, rivenduta al governo catalano l’anno dopo, è stata rimessa in vendita nel 2011. Nonostante il prezzo sia sceso a 20 milioni, all’ultima fiera immobiliare a Monaco è rimasta invenduta. La Spagna, fatti "i compiti a casa” per riequilibrare la situazione economica, deve ridurre debito e deficit. La soluzione è vendere tutti i gioielli di famiglia: edifici storici, banche nazionalizzate, aeroporti, parchi nazionali, ospedali, immobili residenziali, grattacieli. "Tutto ciò che si può vendere verrà venduto”, ha spiegato il direttore generale del patrimonio di Catalogna. Il piano è di dar via un quarto del patrimonio dello Stato. Anche la carta di soggiorno è diventata merce di scambio: da qualche tempo gli stranieri che acquistano un immobile da 500.000 euro a due milioni, ricevono un permesso di soggiorno provvisorio, che diventa definitivo dopo cinque anni di residenza. (lemonde.fr)
19 dicembre 2013. Per l’Italia?
Letta ha radunato gli ambasciatori: e chiedergli di adeguare lo stipendio alla media dei colleghi europei? Così, tanto per far qualcosa per l’Italia che rappresentano. (tw)
20 dicembre 2013. Dall’altra parte
"Non voglio sapere cosa Dio ha in serbo per me; spero solo che ciò avvenga dall’altra parte”. Redouane, 26 anni, è un giovane algerino. E "dall’altra parte” c’è il Sud Europa che continua a far sognare milioni di giovani del Maghreb e dell’Africa sub-sahariana. "La giovinezza è una materia prima che certo non manca all’Algeria”, commenta Rachid Laireche, inviato speciale ad Algeri per "Libération”: 38 milioni di abitanti hanno meno di 19 anni. Solo che la maggior parte di questi giovani, come Redouane, non ha mai lavorato ed è costretto a vivere coi genitori e i fratelli e le sorelle, senza alcuna prospettiva. Così l’unica chance è il visto. "Dall’altra parte” però non è proprio come questi giovani immaginano. E per qualcuno il sogno diventa quello di tornare. Abdelaziz, 29 anni, cresciuto a Montréal, preso il diploma, nel 2009 ha fatto le valigie ed è tornato in Algeria, perché è un paese ricco e "senza debiti” (una rarità in Occidente) e quindi se c’è qualche chance di diventare ricchi è più facile che succeda qui. Nonostante alcuni incentivi, la strada per Abdelaziz si sta presentando in salita. Anche il rapporto con i familiari non è così facile: non capiscono. Lui invece resta della sua idea: l’Algeria è un paese in pieno sviluppo e pieno di possibilità. A pensarla così è anche Madjid, 32 anni: è ad Algeri per sondare, ma vive ancora in Francia, guida l’autobus a Parigi e sogna di investire i suoi pochi risparmi "dall’altra parte”, in Algeria. Il suo progetto è di aprire un’agenzia immobiliare. Il cugino Sofiane (28 anni), lo prende in giro: piuttosto di fare il povero in Francia, preferisci fare il padrone qui. Sofiane invece non sogna altro che di partire. Madjid lo provoca: "Qui non sapete fare altro che lamentarvi”. Sofiane sorride e risponde: "Anche voi in Francia non fate che compatirvi… ma cosa credete? Vieni a star qui, facciamo cambio e vedrai la differenza”. (liberation.fr)
21 dicembre 2013. Grattando briciole
Ma non lo vediamo che non ce la fanno? Che stan lì a grattar briciole per spostarle di qua e di là? Poi arriverà l’ennesimo salvatore... (tw)
21 dicembre 2013. Eyad El Sarraj
è morto Eyad El Sarraj, psichiatra palestinese, era nato a Beer Sheva nel 1944. Nel 1948, lui e la sua famiglia erano stati costretti ad andarsene e si erano trasferiti a Gaza. Aveva studiato in Egitto e si era laureato a Londra. Da sempre impegnato per la tutela dei diritti umani, è stato il fondatore e presidente del Gaza Community Mental Health Programme. Nel 1996 è stato incarcerato per aver denunciato e condannato la tortura e le violazioni ai diritti umani commessi dall’Autorità Palestinese. Il suo impegno primario era teso alla riabilitazione della popolazione palestinese, con particolare attenzione ai bambini e agli adolescenti traumatizzati, e ai loro modelli educativi. L’avevamo intervistato nel 2003, quando ci aveva raccontato, tra l’altro, che il 55% dei bambini palestinesi aveva assistito al pestaggio del padre e che il 24% sognava di diventare un martire. E poi ancora nel 2009 all’indomani del ritiro dell’esercito israeliano da Gaza.
23 dicembre 2013
Bravo Renzi. Ottima l'idea del servizio civile obbligatorio. Era una fissa di Vittorio Foa, inascoltato. (tw)
Appunti della redazione del mese di dicembre 2013
appunti del mese
Una Città n° 208 / 2013 Dicembre
Articolo di Redazione
APPUNTI DI DICEMBRE 2013
Archivio
EGREGIO SIGNOR LADRO...
Una Città n° 126 / 2005 Febbraio
Realizzata da Paola Sabbatani
Realizzata da Paola Sabbatani
Stefano, Paolo, Elton, Giuma, Sandro, Alessandro, Elvis il più giovane, Claudio, Gianfranco, Marino, Andrea, uno dei soci fondatori, Nicola, Ilir, Graziano il vignettista sono nella redazione di Ristretti Orizzonti; Ornella Favero ne è la coordinatrice.Co...
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Editoriale del n. 303, settembre 2024
Una Città n° 303 / 2024 settembre
Dedichiamo la copertina alle elezioni americane che, questa volta sicuramente, ci riguardano più delle nostre. La rinuncia di Biden, ormai inevitabile, non toglie nulla alla grandezza della sua presidenza, forse la più importante degli ultim...
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Editoriale del n. 304, ottobre 2024
Una Città n° 304 / 2024 ottobre
In copertina il Kibbutz Haogen, negli anni Quaranta. La dedichiamo a Israele, quello di un tempo ormai lontanissimo, quello amato dai democratici e dai socialisti di tutto il mondo. Cosa ne resta oggi? A fianco l’intervista ad Anna Foa. Qui sotto ri...
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Editoriale del n. 302
Una Città n° 302 / 2024 giugno-luglio-agosto
Dedichiamo a Giacomo Matteotti la copertina e anche l’apertura. Non solo al coraggioso antifascista, che parlò sapendo cosa gli sarebbe costato, ma anche al coerente e lungimirante socialdemocratico. Fa impressione il disprezzo espresso da Gr...
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Editoriale del n. 301
Una Città n° 301 / 2024 aprile-maggio
C’è stato il 25 aprile e abbiamo immaginato che uno scrittore importante, o un artista, o un filosofo, anche a nome di tanti altri, venisse in tv a dirci che essere antifascisti non vuol dire esserlo “di ieri”, in retrospettiva, m...
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