Lavori alla Fiat da quasi vent’anni. Puoi raccontarci la tua storia?
Sono nata a Torino, i miei genitori sono meridionali, le loro famiglie sono venute al Nord durante il grande esodo che ci fu negli anni buoni. Mio papà è della Basilicata, di Corleto Perticara, in provincia di Potenza, mia mamma di Lercara Friddi, in provincia di Palermo; si sono conosciuti qui.
Ho iniziato a lavorare a quindici anni, forse prima, e non mi sono mai fermata! In quegli anni non c’era ancora il divieto per i minorenni di lavorare. Ho fatto di tutto, dalla pulizia scale, al lavoro di ristorante; ho fatto la pizzaiola, ho fatto il porta a porta di prodotti per la casa, ma anche il mercato, la baby-sitter... tutto quello che mi capitava lo acchiappavo. Sono stata impiegata anche in una piccola azienda artigiana, dove si lavorava sui circuiti stampati, saldatura e montaggio dei circuiti; lì ho fatto tre anni e mezzo, però il sabato e la domenica facevo la pizzaiola da un’altra parte: erano gli extra per me, il resto lo davo in casa. Ci tenevo alla mia autonomia: quando mi sono sposata le mie cose le ho pagate tutte io!
Quando sei entrata in Fiat?
Il 16 agosto del ’99. Sono stata assunta a Rivalta poi, quando ha chiuso, sono passata a Mirafiori. Faccio parte dell’ultimo gruppo di assunzioni, quelle col contratto di formazione. Me lo ricordo ancora perfettamente. È stato bruttissimo! Il venerdì ho smesso di lavorare in un ristorante del centro, di quelli dove sono tutti precisini, dove devi grattugiare il formaggio sulla pasta e riempire il bicchiere di vino; io poi, che sono un po’ grossolana, magari mi macchiavo la camicia bianca, quindi ne dovevo portare due di riserva per restare sempre impeccabile. Comunque ho finito di lavorare lì il venerdì, e ho iniziato in Fiat il lunedì.
Quello con la fabbrica è stato un incontro allucinante, soprattutto la catena. I primi due, tre mesi, la sera, mentre lavavo i piatti, dopo un po’ mi accorgevo che mi stavo spostando verso destra; insomma, continuavo a seguire il ritmo della linea!
Qual è di preciso il tuo lavoro?
Sono una deliberatrice di Ute. Una volta c’erano le Ute, Ute 1, Ute 2, Ute 3, fino alla Ute 6, che era la Ute da dove usciva la vettura pronta. Ute sta per Unità Tecnologica Elementare di lavoro. Ora a Grugliasco il montaggio è diviso in tre momenti fondamentali: c’è la trim, dove ci sono Ute 1, Ute 2 e Ute 3, le prime tre squadre di una volta; poi c’è lo chassis, che è dove carrozzano i motori; lo chassis è la parte bassa della vettura, tutta la componentistica che va fatta sotto la scocca, quindi a vettura girata o quando passa in alto; poi c’è la final, che è l’ultimo tratto di linea, dove montano gli ultimi pezzi, la selleria, le porte, il volante e, alla fine, fanno la prova dell’impianto elettrico interno della vettura.
Io lavoro in trim, sono alla fine di questo primo ciclo e controllo tutte le lavorazioni, dopodiché do l’"Ok” o il "Ko” in base ai difetti. Ho cinque minuti e venti secondi per eseguire il mio lavoro, che spesso e volentieri non bastano.
Quindi tu vedi i difetti.
Esatto. Dietro di me ci sono quasi novanta persone che lavorano e se qualcuno sbaglia c’è il rischio che si inneschi una catena di disastri che bisogna risanare. Quali sono gli errori? Per fortuna non succede quasi più, ma, per dire, dalla ditta fornitrice possono sbagliare un fascio-cavi, o magari la lastratura ha avuto un problema e tu non hai il foro per poter mettere quella vite, che significa che materialmente non puoi agganciare il pezzo sul veicolo e quindi non puoi mettere il tappeto, e quindi non si possono montare i sedili e via così. La deliberatrice di Ute cerca di bloccare tutto quello che arriva da recuperare. E ancora prima si cerca di prevenire, nel senso che quando vediamo che un difetto è ripetitivo (cioè supera le due vetture) diamo l’allarme al team leader. C’è stato un periodo in cui arrivavano vetture con dei danneggiamenti; alla fine ci siamo accorti che il macchinario che poggia sulla vettura per stampare il numero di telaio creava questo piccolo danneggiamento; siamo intervenuti chiamando la manutenzione che poi ha provveduto a mettere dei rivestimenti sull’attrezzatura così da evitare che il veicolo si rovinasse. Sostanzialmente il nostro lavoro è questo, poi devi ricordarti tutti i codici che compongono gli allestime ...[continua]
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