Gianluca Ruggieri, attivista energetico, è stato tra i fondatori delle cooperative ed è ricercatore universitario. Recentemente ha scritto, con Fabio Monforti, Civiltà solare. L’estinzione fossile e la scossa delle energie rinnovabili, Altreconomia editore.

Come comincia la storia della cooperativa Retenergie?
La storia di Retenergie comincia ormai quasi dieci anni fa, alla fine del 2008, in seguito al progetto "Adotta un kilowatt” di Marco Mariano, agricoltore che voleva installare un impianto fotovoltaico sui suoi capannoni, grazie alla presenza di agevolazioni sulle rinnovabili.
La novità dell’iniziativa è nel metodo: invece di chiedere un prestito a una banca, Marco decide di raccogliere i fondi tra i suoi conoscenti, lanciando sul suo blog la campagna per "adottare un kilowatt”. La risposta, assolutamente oltre le aspettative, spinge Marco e chi aveva progettato l’impianto a fondare una cooperativa, Retenergie appunto, che funzioni allo stesso modo, realizzando tanti impianti di energie rinnovabili ad azionariato diffuso e di conseguenza in proprietà condivisa. Io mi aggrego in fase di costituzione.
Già nel 2009 siamo operativi, finanziando, grazie agli incentivi, una serie di impianti fotovoltaici, che, per motivi di impatto ambientale, decidiamo di costruire su tetto e non su suolo agricolo. In seguito, con la fine degli incentivi, diviene purtroppo meno conveniente installare pannelli fotovoltaici e questo ci spinge in altre direzioni: l’acquisto di impianti già funzionanti, l’efficientamento energetico e la produzione di altre fonti energetiche. Tra i vari progetti di impianti che abbiamo realizzato negli ultimi anni, ci sono un piccolo impianto eolico in Sardegna e un micro-idroelettrico presso Varese, non ancora completato.
Per quanto riguarda l’efficientamento energetico, a Vicenza abbiamo collaborato alla ristrutturazione della sede della cooperativa sociale Tamgram, un ex-asilo nido in gestione al comune per vent’anni. Nel progetto abbiamo previsto interventi di efficienza energetica, come l’isolamento e la costruzione di un nuovo impianto di riscaldamento, con una conseguente riduzione dei consumi e dunque dei costi.
Retenergie ha avuto il ruolo di finanziatore, mentre per la progettazione si è cercato un partner che condividesse sensibilità e obiettivi: la Esco Sinergia di Vicenza. La cooperativa Tamgram ha così potuto realizzare l’efficientamento senza dover anticipare i capitali, che verranno rimborsati con la formula del pagamento della bolletta a prezzo pieno per alcuni anni.
Come vengono finanziati i progetti?
Con il capitale sociale e il prestito sociale. Il primo viene ottenuto con il meccanismo dei fondi di sviluppo che, a seconda delle tecnologie rinnovabili, hanno una durata che va dagli 8 ai 12 anni: un volta chiusi, se ci sono utili nel bilancio, l’assemblea decide se remunerare i fondi o utilizzarli per altro, con la possibilità anche di tenerli in riserva. Il prestito sociale può essere invece stipulato dai soci: più è vincolato, cioè più dura, più viene remunerato, fino a un massimo del 2,5%.
Retenergie, col tempo, ha raggiunto la quota di 1.100 soci, soprattutto nelle regioni italiane del Nord-ovest. La nostra intenzione fin dall’inizio era però, come scrivemmo anche nello Statuto della cooperativa, quella di chiudere il cerchio, cioè di fare in modo che l’energia prodotta dai nostri impianti arrivasse nei contatori di casa.
Siete riusciti a chiudere il cerchio? Come siete diventati fornitori di elettricità rinnovabile e sostenibile?
Inizialmente abbiamo deciso di legarci con il Gruppo Dolomiti Energia, municipalizzata che opera a Trento e Rovereto. Abbiamo sviluppato un accordo per cui, vendendo la nostra elettricità in eccesso, i soci di Retenergie la ottengono dal gruppo a prezzo ridotto. Ma, nonostante il gruppo Dolomiti rispetti i nostri criteri ambientali ed etici, non ci bastava. Il biennio di snodo della nuova fase del progetto è stato il 2012-13, in cui, come creatori di Reternergie, siamo stati coinvolti da altre cooperative energetiche nel progetto europeo Rescoop 20-20-20, finalizzato a sviluppare nuove iniziative nei paesi dove ancora il settore è agli albori, come l’Italia. Questo ci ha permesso di entrare in contatto con alcune grandi realtà strutturate europee, dalla Germania alla Francia, dal Belgio alla Spagna. Questi incontri ci hanno spinto a fare il passo nel 2014: avendo Avanzi come partner e in collaborazione c ...[continua]

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