Quando hai deciso di provare l’esperienza dei Corpi civili di pace?
Durante l’ultimo semestre dei miei studi a Bologna è uscito il primo bando italiano dei Corpi civili di pace (Ccp). Io volevo fare un ulteriore anno di esperienza all’estero fra la triennale e gli studi successivi. Una volta capito come funziona il processo di candidatura e selezione, che si svolge sulla falsariga di quelli del Servizio civile nazionale all’estero, ho valutato quale Ong, progetto e Paese mi interessava maggiormente. Dato che avevo svolto la mia prima esperienza in Centro America, volevo sperimentare un nuovo contesto, in un altro continente, l’Africa. C’erano due paesi disponibili e ho deciso per la Guinea Bissau con l’Ong Engim Internazionale. Ma poi chissà dov’era la Guinea Bissau! Dopo le prove di lingua (inglese e portoghese) e i colloqui (collettivo e individuale) mi è stato comunicato che per i quattro posti disponibili erano purtroppo già state scelte altre candidate. Il caso o la fortuna ha voluto che fossi ripescata, e così è iniziata la mia avventura. Nel giugno 2017 abbiamo svolto due settimane di formazione generale con tutti gli altri volontari, di età tra i 18 e i 30 anni, in partenza per svariati angoli del mondo. Eravamo in 74, altri 24 sono impegnati in progetti in Italia: in tutto quindi siamo in 98, noi del primo anno di sperimentazione dei Ccp. Il corso si è svolto a Roma: abbiamo sviscerato, attraverso lavori di gruppo, lezioni frontali, workshop, giochi di ruolo, simulazioni e altre attività, argomenti come l’azione nonviolenta, la prevenzione e la trasformazione nonviolenta del conflitto, peace building e peace keeping, la solidarietà sociale, la riconciliazione. Alla formazione generale è seguita quella specifica, svolta dalla Ong Engim per i suoi volontari in partenza per la Guinea e per l’Ecuador. Finalmente, il 29 giugno sono partita con le mie tre compagne, Valeria, Marta e Alice, alla volta di Bissau.
Cosa sono i Corpi civili di pace?
Il "contingente” dei Corpi civili di pace è la prima sperimentazione in Italia di un corpo nonviolento di giovani operanti in scenari di conflitto (o a rischio di conflitto), sia esso sociale, politico, ambientale. Dopo anni di tentativi, la sperimentazione è stata finanziata grazie ad un emendamento -passato quasi per "sfinimento”- nella legge n. 147 del 2013 (Legge di stabilità 2014). I Corpi civili di pace sono stati modellati sullo stampo del preesistente Servizio civile nazionale, seguendo le stesse normative e ricalcandone quasi tutte le modalità operative. Anche gli enti e le Ong che inviano volontari sono praticamente gli stessi.
Durante la formazione, noi volontari, insieme ai formatori, abbiamo iniziato a costruire una nostra specifica identità, a partire dai principi che ci siamo impegnati a rispettare, descritti nel Codice etico dei corpi civili di pace. Questi principi sono: nonviolenza, ownership locale, terzietà nel conflitto, indipendenza, diritti umani, non discriminazione ed equità di genere, responsabilità (accountability), trasparenza e integrità. Abbiamo cercato, attraverso un profondo confronto, di interpretarli e di riempirli di significato. Come sentirci parte di uno stesso "Corpo”, se poi nel quotidiano ci spendiamo in attività tanto diverse e separate nei diversi progetti Ccp? Come differenziarci dal Servizio civile?
Abbiamo trovato difficoltà nel dare una definizione di noi stessi: alcuni termini con cui siamo identificati, come "contingente”, richiamano troppo un linguaggio preso dal contesto militare. Credo che sia normale non trovare tutte le risposte e continuare a sentire un certo senso di inadeguatezza, in una fase così iniziale. Anche se la genesi dei Corpi civili di pace risale a ben prima di quanto ci potessimo immaginare: nata da un’intuizione fortemente sostenuta da Alex Langer, l’esperienza è stata teorizzata e promossa in Italia per quindici anni da Antonio Papisca, che era professore dell'Università di Padova, insieme al collega Marco Mascia. I Corpi civili di pace esistono, tra i paesi dell’Ue, solo in Germania (Ziviler Friedensdienst): a livello europeo c’è poi il programma Eu Aid Volunteer ...[continua]
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