Immagino che ti aspettassi questo risultato per il centrosinistra, dato che da tempo hai posizioni molto critiche...
Il risultato era nell’aria da tempo. In altre occasioni la sinistra ha evitato la sconfitta ricorrendo a stratagemmi di vario genere; ma alla lunga è impossibile evitare la resa dei conti con l’elettorato. Una volta ha convinto Bossi a lasciare il Cavaliere, altre volte lo ha coccolato, tra un ostracismo e un altro, a seconda del tornaconto dovuto alle posizioni assunte dalla Lega; si è mimetizzata dietro il volto moderato di Prodi; ha portato a sé Di Pietro, che certo con la parte sinistra dello schieramento non c’entra; ha chiesto i voti a Bertinotti salvo poi demonizzarlo quando ha impersonato Bertinotti (e chi altro avrebbe dovuto interpretare?); e nel contempo ha rosicchiato al centrodestra i vari Dini, Buttiglione, Mastella, ecc.
Si dirà che anche il centrodestra non è privo di difformità al proprio interno, ancor più oggi, avendo incorporato nell’alleanza la Lega. Ma è più omogeneo il suo elettorato, se non altro nella voglia di ridurre lo spazio della politica e dei suoi interventi in economia.
La sinistra, dinanzi ai pericoli corsi e da correre, più volte si è tranquillizzata con giustificazioni insensate: ha detto che Berlusconi prendeva voti per via delle sue emittenti (dimenticando che Pci e Lega, in tempi diversi, hanno ottenuto grandissimi consensi senza aver alcun sostegno mediatico), che li prendeva per via degli spot (così li hanno tolti); ultimamente qualcuno ha addirittura sostenuto che il segreto illecito di Berlusconi consisteva nella montagna di carta affissa sui muri... ma chi vogliono far ridere? E poi via con le previsioni: "Non è vero che il voto dei radicali è contiguo al Polo"... e infatti! "Non succederà che i voti della Lega possano di nuovo aggiungersi a quelli del Polo... e se anche fosse, il Polo perderà per converso quelli del sud"...infatti!
Ma la cosa che più continuerà a pesare sul centrosinistra e che, prima o poi, cadrà come una mannaia, sarà il controeffetto della vicenda mani pulite che ha oggettivamente favorito, a suo tempo, la sinistra.
Siamo alla resa dei conti di quello che è il peccato originale di questa sinistra, essere andata al governo per via giudiziaria, sfruttando Tangentopoli?
E’ così. Prima che esplodesse Tangentopoli, diciamo nel ’92, le parti avverse alla sinistra (pentapartito e destra in senso proprio) vantavano il 70% dei seggi in Parlamento. La sinistra ha creduto che il fango che andava a colpire gli uomini, e poi i partiti, suoi avversari, avrebbe convinto l’elettorato avverso a buttarsi dalla propria parte. Il fango invece ha colpito solo gli uomini e le forze politiche (che hanno tutte cambiato nome), persino le istituzioni nel loro complesso (parlamento delegittimato, se qualcuno ricorda) e financo la politica come tale (per cui al posto dei politici si sono presentati alla ribalta magistrati, manager, giornalisti, tecnici di ogni settore...). E quando si scredita la politica, non è che poi il voto vada a sinistra, che è dove si assegna alla politica il ruolo cardine nel governo delle cose. A quel punto, quando la politica è assente, è normale che l’opinione pubblica si rivolga a ciò che rimane: alla società sviluppata, al mercato, all’economia... il lasciar fare, la destra liberista.
Questa specie di peccato originale quanto pesa?
Ha pesato e continua a pesare in modo determinante, perché ha impedito all’elettorato e alle forze della sinistra di rendersi conto di essere state sconfitte storicamente, e in modo definitivo, con la caduta del muro e il suo seguito. Hai voglia di dire che l’hanno capito! A parole sì, ma nell’inconscio collettivo...
Invece che pagarne il prezzo, attraverso una drastica riduzione di peso politico, condizione indispensabile per un autentico ripensamento e una vera rinascita su posizioni diverse, si sono ritrovati, proprio allora e in modo da miracolati, ad avere il compito di "salvare" e governare il Paese.
Sono convinto che D’Alema avesse pienamente percepito la questione già nel ’94 e che il suo sia stato un tentativo di operare la trasformazione ...[continua]
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