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Una Città 51 / 1996
LE DATE DI PRAGA
Intervista a Jiri Pelikan di Lisa Foa, Mauro Martini
Il grande trauma del ’48, quando i comunisti ruppero la democrazia e la grande illusione del ’68, quella di un socialismo democratico. La persecuzione paradossale dei comunisti riformisti a fronte del riciclaggio di tutti gli altri. La questione dei Sudeti che ancora avvelena i rapporti con la Germania e la separazione dagli Slovacchi avvenuta con un colpo di mano dall’alto. Una politica socialdemocratica di difesa delle condizioni di vita e di lavoro del popolo ammantata di monetarismo liberista. Intervista a Jiri Pelikan.

IL PRECEDENTE DEGLI ARMENI
Intervista a Pierre Vidal-Naquet di Marco Bellini
Pensare all’unicità assoluta della Shoah non ha senso. Lo sterminio degli armeni, seppur non industriale, ha costituito il grande precedente. L’intento genocida si propone l’eliminazione di qualcuno per il solo fatto che è nato. Il caso di Srebrenica dove le donne sono state risparmiate. La confusione fra Dachau e Treblinka. Intervista a Pierre Vidal-Naquet.

QUEL TESTO DI GATTERMANN
Intervista a Alberto Cavaglion di Gianni Saporetti
Per Primo Levi unicità e comparabilità non erano inconciliabili. La sua attenzione all’attualità e la sua capacità di andare controcorrente. La parabola fra l’ottimismo umanistico di Se questo è un uomo e il terribile pessimismo de I sommersi e i salvati. Il suo instancabile impegno a "insegnare Auschwitz". Intervista ad Alberto Cavaglion.

Una Città 50 / 1996
DA BERLINO
Intervista a Birgit Cramon Daiter di Edi Rabini, Massimo Tesei
Intervista a Birgit Cramon Daiter.

Una Città 49 / 1996
LA FALDA CENTRALE
Intervista a Darko Bratina di Aldo Bonomi
I due problemi della Russia sono l’orgoglio ferito e il malessere sociale. L’importanza di un’Europa centrale, pragmatica ed europeista, frontiera fra est e ovest. Il modello del nord-est italiano, flessibile ed esportabile. Debito estero altissimo e marasma istituzionale all’origine della catastrofe nella ex Jugoslavia. Il rischio secessionistico. Intervista a Darko Bratina

Una Città 48 / 1996
I CONFINI DEL DIRITTO
Intervista a Luigi Ferrajoli di Sergio Sinigaglia
La logica dell’emergenza, prettamente politica, è iniziata già all’indomani dell’unità nazionale. Perché alla cultura marxista interessava più chi decide e non cosa si decide. La separazione delle carriere è giusta perché le due funzioni sono completamente diverse. Il prezzo troppo alto pagato a ogni strappo della normalità. Intervista a Luigi Ferrajoli.

LA NOSTRA RESPONSABILITA’
Intervista a Vittorio Foa di Marco Bellini, Simonetta Nardin e Sergio Sinigaglia
Il rifiuto dell’idea di un’anormalità italiana e di ogni determinismo che usi il passato per giustificare il presente. Il Partito d’Azione non poteva cambiare la società italiana, poteva lottare contro la trascendenza dei movimenti di massa sorti in questo secolo. La crisi di quel sistema di rappresentanza sorto spontaneamente, prima addirittura della Resistenza. La speranza dei sindaci e degli "indipendenti". Intervista a Vittorio Foa.

Una Città 47 / 1996
QUEL SILENZIO
Intervista a Hubert Gasser di Edi Rabini
Il dibattito fra i Verdi tedeschi sulla necessità di un intervento militare in Bosnia, conclusosi con la vittoria, di misura, dei contrari a ogni azione militare. Un pacifismo di principio che, per riaffermare una pratica comunque non-violenta, rischia di dimenticare Auschwitz. La battaglia contro l’inerzia davanti al genocidio. Intervista a Hubert Gasser.

VIOLENZA IN LIBERTA’
Intervista a Gabriele Ranzato di Gianni Saporetti
Il perché del rifiuto, da parte di tanti protagonisti, della definizione di guerra civile e l’abuso che se ne può fare in caso di persecuzioni e genocidi. Quel di più di violenza di cui si ha imbarazzo. La guerra totale che mutua la crudeltà e l’assenza di regole della guerra civile, i racconti di atrocità false. La zona grigia. Intervista a Gabriele Ranzato.

Una Città 46 / 1995
LO SPAZIO MEDITERRANEO
Intervista a Muhamad Arkoun di Marco Bellini
Lo spazio mediterraneo, in cui nascono fra conflitti le tre grandi religioni e il pensiero greco e romano, deve essere ripensato storicamente, abbandonando ogni pretesa egemonica di un pensiero sull’altro. La stessa modernità, nata per combattere le esclusioni, nel momento in cui si assolutizza esclude. Perché è assurdo e sommamente ingiusto escludere il Nordafrica e il Vicino Oriente dall’Europa. La necessità di sostenere una rinascita islamica che ritrovi tutte le sue tradizioni di scambio culturale. Intervista a Muhamad Arkoun.