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Una Città 45 / 1995
LO SFONDO DELL’OMBRA
Intervista a Giulio Giorello di Franco Melandri
La ragione serva e non signora delle passioni, la luce che non può fare a meno dell’ombra. La zona del crepuscolo in cui si muove Dylan Dog, non è l’irrazionale, ma la ricerca di altre possibilità e la messa in discussione degli stereotipi. Il mostro che diventa "creatura", il progressista che è anche cacciatore di streghe. Il solare Tex Willer che è non contro, ma davanti alla legge. Intervista a Giulio Giorello.

Una Città 44 / 1995
GLI AMICI, I LIBRI, LA VOGLIA DI FARE
Intervista a Piergiorgio Bellocchio di Gianni Saporetti
L’incapacità di occuparsi di cose pratiche, del futuro, della sicurezza economica. Lettrice onnivora fin da ragazza. Fra le letture preferite Dostoevskij e Kafka. Il periodo dei Quaderni piacentini e di una straordinaria rete di intellettuali. Quando i due fondatori smisero di scrivere per far scrivere gli altri, e, anche, per far fatture e legare pacchi. La grande libertà intellettuale, il marxismo che faceva acqua, il rispetto per Chiaromonte e Silone. La predilezione di Grazia per il lavoro d’équipe, per un’amicizia che fosse attiva, il sogno della rivista. Il modo con cui ha affrontato una fine certificata: continuando a lavorare, a vedere amici come niente fosse. Intervista a Piergiorgio Bellocchio.

LE MARGHERITE BIANCHE
Intervista a Lalla Romano di Gianni Saporetti
Il ricordo di Lalla Romano.

LA SPAGNA E LA SIBERIA
Intervista a Franco Melandri di Rosanna Ambrogetti
Una pagine nera del ’36 fu sicuramente la fucilazione di omosessuali da parte degli anarchici. L’omosessuale accomunato al capitalista, entrambi "contronatura", entrambi nemici di una natura basata sul "mutuo appoggio" di Kropotkin, il grande anarchico russo che, da osservazioni naturalistiche fatte in Siberia, aveva tratto la convinzione che l’idea darwiniana della competizione fosse sbagliata. Intervista a Franco Melandri.

Una Città 42 / 1995
HANNO UCCISO IL LIBRAIO
Intervista a Magda Taroni di Giovanna Anceschi, Stefano Ricci, Gianni Saporetti
Innamorarsi da giovane di una città in cui i libri e la musica si mischiavano con l’Oriente, con la casbah e il deserto, in cui il mare, il clima, il cibo, tutto era magnifico, in cui brillava alto, dopo la sofferenza, il sole dell’avvenire. Una città da cui si fugge, dove il fascismo islamista scatena la violenza di giovani disoccupati contro donne, stranieri e intellettuali. Intervista a Magda Taroni.

Una Città 41 / 1995
SE DIO E’ UN ILLUSO
Intervista a Maurizio Maggiani di Franco Melandri, Gianni Saporetti
Il conservatorismo dei contadini dell’Apua e il sogno anarchico di un’umanità geneticamente diversa. Una cultura che crede nel Natale e non nella Pasqua, crede nei figli e diffida di una natura che porta disgrazie. Una cultura orale in cui la memoria è racconto e serve per dimenticare, non per ricordare dolori e rinfocolare la disperazione. Il fallimento di un maschio ormai sterile e la speranza che resta alle donne. Intervista a Maurizio Maggiani.

Una Città 39 / 1995
IMMAGINI AL TATTO
Intervista a Fabio Levi di Gianni Saporetti
Nel disegno in rilievo la possibilità, per i ciechi, di avvicinarsi finalmente alle immagini. Il necessario sforzo di astrazione per la perdita di rapporto col volume dell’oggetto compensato da potenzialità che sono pressoché illimitate. Intervista a Fabio Levi.

LA PICCOLA PUNTURA
Intervista a Franco Lorenzoni di Massimo Tesei
Passare da lontano per ritrovare le storie di casa propria, per imparare ad ascoltare e per riscoprire l’essenzialità della sopravvivenza e della materialità del vivere. L’ospitalità che stiamo perdendo e la ricettività del bambino verso chi viene da lontano. La velocità nemica dell’atto educativo e l’importanza dell’atto teatrale. Intervista a Franco Lorenzoni.

Una Città 38 / 1995
L’ERESIA DELL’ETICA
Intervista a Giampietro "Nico" Berti di Franco Melandri
L’identificazione fra socialismo e abbattimento del capitalismo è alla base della fine del socialismo reale e della crisi della socialdemocrazia. L’importanza di quegli eretici del socialismo, Merlino, Caffi, Rizzi, allora emarginati perché vedevano il socialismo non come negazione di qualcosa, ma come affermazione di un’etica. Intervista a Nico Berti.

Una Città 37 / 1994
UOMINI ORDINARI
Intervista a Carlo Ginzburg di Massimo Tesei, Gianni Saporetti
Perché dei poliziotti senza nessun addestramento e indottrinamento, riservisti di mezza età, non si tirano indietro, pur avendone la possibilità, di fronte all’ordine improvviso di uccidere donne, bambini e vecchi? L’impressionante esperimento di Milgram e il rischio di sottovalutare il peso di un’ideologia che disumanizzava le vittime. Il problema morale della distanza tecnologica che evita il sudiciume dello sterminio "a mano" e protegge psicologicamente il carnefice. Le parole di Primo Levi sulle zone grigie di un potere che ha bisogno di tanti gesti intermedi e la straordinaria novità di una storia politica riletta insieme alla storia della vita quotidiana. Il mistero, che resta e su cui bisogna continuare a interrogarsi, del perché si ubbidisce a un ordine. Intervista a Carlo Ginzburg.