Sono nato il 21 maggio 1921 a Mosca. Mio padre era un insegnante di fisica... Ho trascorso la mia infanzia in un grande appartamento in coabitazione nel quale la maggior parte delle stanze era occupata dalle famiglie di nostri parenti… Mio padre suonava bene il pianoforte, suonava soprattutto Chopin, Greieg, Beethoven, Skrjabin. Negli anni della guerra civile si guadagnò da vivere suonando nel cinematografo durante i film muti. L’anima della famiglia, lo sento con gratitudine, fu mia nonna Marija Petrovna, che morì prima della guerra all’età di 79 anni [...]. Terminai la scuola diplomandomi a pieni voti nel 1938 e nello stesso anno mi iscrissi alla Facoltà di Fisica dell’università di Mosca. Mi laureai, sempre a pieni voti, nel 1942, ad Aschabad, dove eravamo stati evacuati a causa della guerra... successivamente lavorai come taglialegna in una remota regione agricola nei pressi di Melekess. Sono legate a quei giorni le prime e più acute impressioni sulla vita degli operai e dei contadini in quel difficile periodo. Nel settembre 1942 mi mandarono in una grande fabbrica di munizioni sul Volga, dove lavorai come ingegnere e inventore fino al 1945.
[…] Nel 1948 fui ammesso nel gruppo di ricerca scientifica per la messa a punto delle armi termonucleari. […] Agli anni 1966-67 risalgono i miei primi appelli contro la repressione. Nel 1968 sentii la necessità di intervenire in modo più articolato, aperto e sincero. A partire dal 1970 la difesa dei diritti umani, la difesa delle persone vittime della repressione politica, divenne per me di primaria importanza. La partecipazione insieme con Calidze e Tverdochlebov e, successivamente, con Safarevic e Pofjapolskij al Comitato dei Diritti dell’Uomo fu uno dei modi in cui si espresse questa mia posizione. [...] A partire dal 1972 divennero sempre più forti le pressioni nei confronti miei e dei miei cari, le repressioni aumentarono... e quasi ogni giorno bisognava intervenire in difesa di qualcuno.
Nel 1975 fui insignito del Premio Nobel per la Pace. Fu per me un onore grandissimo, fu il riconoscimento dei meriti di tutto il movimento per la difesa dei diritti umani in Urss. Nel gennaio 1980 fui privato di tutte le onorificenze governative dell’Urss... e fui confinato nella città di Gor’kij, dove mi trovo tuttora in condizioni di totale isolamento, sorvegliato giorno e notte dalla polizia… Ora i miei interessi scientifici si concentrano sullo studio delle particelle elementari, la gravitazione e la cosmologia. Io non sono un politico di professione ed è forse per questo che sono assillato continuamente dall’interrogativo circa l’opportunità e il risultato finale delle mie azioni.
Andrej Sacharov, Gor’kij, 24 marzo 1981
(Il mondo fra mezzo secolo, Sugarco 1992)
Visita alla tomba di Andrej Sacharov
in memoria
Una Città n° 281 / 2022 febbraio
Articolo di Andrej Sacharov
Visita alla tomba di Andrej Sacharov
Archivio
Nel nome di Matteotti
Una Città n° 302 / 2024 giugno-luglio-agosto
“Si arriva a fatti di questa specie: una ragazza porta un garofano rosso; è privata violentemente del garofano; essa risponde con un doveroso schiaffo alla guancia del fascista: la questura si precipita ad arrestare la ragazza”.
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Cosa intendi dire?
Una Città n° 283 / 2022 aprile
Realizzata da Gianni Saporetti
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Questa intervista è disponibile nel libro Cosa intendi dire?, ed. Una città, aprile 2023...
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Stavo finendo il liceo...
Una Città n° 295 / 2023 settembre
Realizzata da Gianni Saporetti, Massimo Tesei
Realizzata da Gianni Saporetti, Massimo Tesei
Mio padre era morto nel 1927 di cancro allo stomaco. Più tardi ci saremmo detti spesso che aveva avuto fortuna.
Nel 1933 io stavo finendo il liceo, l’era nazista stava iniziando. Di circa 20 alunni ero l’unica ebrea e fino ad allora ...
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LA VISITA - ANTONIO FRATTI
Una Città n° 301 / 2024 aprile-maggio
Non si creda che ci atteggiamo a dottori e precettori. Conosciamo il nostro poco valore e non siamo che umili militi negli studi e negli sperimenti di carattere sociale, non ultimi però per convinzione. A mano a mano, senza pretensione, tratteremo ...
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LA VISITA: DANILO DOLCI
Una Città n° 303 / 2024 settembre
Allora che cosa fanno i pescatori che da anni reclamano giustizia e non riescono ad averla da chi dovrebbe darla: si ribellano? si mettono a tumultuare? rubano? commettono violenze?
Niente di tutto questo. Arriva Danilo in mezzo a loro e dice: “Voi...
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