Cari amici,
questa è una lettera dal Regno Unito in cui sono davvero a corto di parole. Intendo dire esaurita. Le parole mi stanno abbandonando, e le parole sono sempre state il mio conforto, i miei amici, la mia ossessione, la mia passione, la mia vita. Non sono l’unica. C’è una generale mancanza di lessico. Si dice che la lingua inglese vanti un milione di parole, eppure non ce n’è nessuna che descriva l’implosione di Liz Truss, il crollo dell’economia britannica e la riemersione di quell’incubo di Downing Street, Boris Johnson. Un bell’urlo come si deve potrebbe far meglio di qualsiasi tentativo di spiegarvi questa caduta in un purgatorio dickensiano, lo scivolamento verso il basso che sta avvenendo nel “partito politico di maggior successo al mondo” -almeno così sostenevano e credevano un tempo i conservatori. Quella nave è salpata da un pezzo. Ecco quindi le parole di un secolo passato, scritte su una rivoluzione passata, che potrebbero dare un’idea del nulla in cui viviamo ora: “Era l’epoca migliore, era l’epoca peggiore, era il tempo della saggezza, era il tempo della stoltezza, era la stagione della fede, era la stagione dell’incredulità, era l’ora della luce, era l’ora delle tenebre, era la primavera della speranza, era l’inverno della disperazione, avevamo tutto davanti a noi, non avevamo niente davanti a noi, eravamo tutti diretti in Paradiso, eravamo tutti diretti dalla parte opposta”.
Questa era la prospettiva all’inizio del Racconto di due città, scritto da Charles Dickens nel 1859. Il romanzo era ambientato durante la Rivoluzione francese, quando il mondo sembrava precipitato in un abisso a causa degli eccessi di povertà e ricchezza.  Eccessi che stiamo vivendo anche ora. È crudele e incredibile che l’81% delle scuole dichiari che alcuni dei bambini che frequentano i loro istituti arrivano affamati. I genitori non possono permettersi di sfamarli. Il Trussell Trust ha distribuito oltre 2,1 milioni di pacchi alimentari di emergenza tra l’ottobre 2021 e il marzo di quest’anno. Il nostro meraviglioso Servizio sanitario nazionale è praticamente distrutto. Si dice che 19.000 medici di base siano intenzionati ad andare in pensione o a lasciare la professione nei prossimi anni e nessuno sembra interessato a trovare una soluzione. Un quarto degli ospedali ha istituito banche alimentari per il personale infermieristico.
Secondo la Joseph Rowntree Foundation, che ha recentemente pubblicato un rapporto sulla disparità di ricchezza, “la Gran Bretagna sta arrivando a livelli di disuguaglianza nella ricchezza e nella povertà che non si vedevano da più di quarant’anni”.
Una ricerca dell’Università di York ha stimato che circa 300.000 persone siano morte a causa di 15 anni di austerità tory. Ci sono scioperi in molti settori.
Quella di Mick Lynch, del sindacato ferroviario e marittimo, è una voce che oggi risveglia e ridefinisce la classe operaia e la sua lotta quotidiana. Enough is Enough (Quando è troppo è troppo, Ndt) è un movimento che si sta diffondendo in tutto il Paese.
Ho scritto che mancano le parole, ma non è del tutto vero. Cercare di scrivere di politica in questo Paese può aver privato gli autori di aggettivi adeguati, ma nelle corsie dei supermercati, sulle strade, tra chi porta in giro il cane, sta accadendo qualcosa che non succedeva da decenni. È il ritorno della discussione, della chiacchiera sulla politica, spontanea, anche tra sconosciuti, che avviene tra le persone, per strada, nei pub e nei caffè, nei negozi e nei luoghi di lavoro. È come se le persone avessero a lungo dimenticato come si fa a parlare di politica, ma ora la follia egoistica che vediamo è talmente incredibile che anche coloro che non avrebbero mai pensato di poter avere un’opinione valida si esprimono.
Così, durante una passeggiata mattutina con il cane, un compagno di passeggiata infrange il codice e non commenta il tempo o il comportamento del cane, ma mi chiede se ho visto cosa è successo: lo schianto e la combustione di Liz Truss. In un supermercato, una famiglia, mentre fa delle smorfie per l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari di base, scuote la testa e parla di quanto sia sbagliato tagliare le tasse ai ricchi e trattare tutti gli altri come se fossero una classe di schiavi. In un'altra passeggiata mattutina, un gruppo di giovani, ancora svegli dopo una notte trascorsa fuori, discute animatamente di come i poveri invidino e odino i ricchi. Non è così, interviene un altro: quello che i poveri ...[continua]

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