Poche brevi considerazioni sulla richiesta del Pm Francesco Prete e la sua richiesta di assoluzione del marito bengalese che picchiava la moglie (bengalese anch’essa) e che non voleva che la consorte studiasse. Attualmente il Pm è sotto inchiesta da parte del Csm. La sua richiesta era motivata da fattori culturali, ovvero la cultura dell’uomo, e la richiesta rompeva  gli argini tra opinioni, credenze e legge. In questo senso è diverso dall’imam di Londra che spiegava la migliore tecnica di lapidazione perché è un religioso e per ora non detta legge, cosa per la quale ha perso i finanziamenti pubblici.
Strano è che quasi sempre le giustificazioni culturali aiutano chi offende (soprattutto chi offende le donne) e non le vittime (in prevalenza donne). Già perché il multiculturalismo (quello riassumibile nella frase “è la loro cultura”) ha una caratteristica fondamentale, ovvero che per rispettare tutte le culture le congela nella forma più “autentica”, che di solito vuol dire più reazionaria e/o conservatrice. Quasi sempre le tradizioni prevedono la sottomissione delle donne, e non richiedono di mettere in discussione la propria di cultura. Quasi sempre questo vuol dire non rispettare la dissidenza delle e nelle suddette culture, per esempio difenderne la parte più retriva; per esempio significa dimenticarsi che, come Salman Rushdie, anche Taslima Nasrim ha ricevuto una fatwa nel 1993 e ha dovuto lasciare il suo paese, appunto il Bangladesh.
Quando sono donne che sostengono il relativismo culturale, di solito c’è un certo maternalismo (o paternalismo femminile sarebbe meglio dire?) che fa sì che le altre diventino amiche e abbiano tanto da insegnarci. Che sono forse più pure (spesso solo più oppresse). Amiche? Intanto io non faccio venire le amiche da 5.000 chilometri a lavarmi i pavimenti e le mutande, e quindi spero di non essere amica di queste donne. Poi non difendo le culture patriarcali dovunque e ovunque siano. Difendo il diritto delle donne (e degli uomini) di disporre del proprio corpo, e del proprio cervello, ossia di poter studiare.  
Ma come spiegare la necessità che la legge sia territoriale non culturale -se non per aspetti che non portino danno ad alcuno/a? Prendiamo la legislazione stradale, ovvero il traffico, che essendo un argomento neutro permette confronti: se io dicessi che nel mio paese si può guidare a sinistra e non a destra questo mi permetterebbe di farlo anche in Italia? Destra e sinistra dicono di no. Oppure passando a un argomento leggermente più contenzioso come il salario: posso dire che, visto che nel Bangladesh pagano meno che in Italia, si può fare così anche qui? Se è per quello, molti provano a farlo, ma non è generalmente considerato di sinistra -mi pare. Piace alla destra. Oppure posso dire che va bene coprire le donne da testa a piedi, se sono maschio ritenere di poterle picchiare, violentare e non dar loro diritti: se lo faccio è multiculturalismo? Va bene alla sinistra? O è di destra? O dipende da chi è il maschio? Se è bengalese, arabo o italiano, o svedese?  
L’altra questione è che tutti e tutte sanno che la questione del multiculturalismo va filtrata dal diritto, ma nessuno lo dice. È falso dire che poiché tutti e tutte lo sanno non serve la legge, è falso dire che se tutti e tutte sanno stiamo rispettando le persone. Il motivo per cui dal codice di Hammurabi  (1792-1750 avanti era moderna) in poi abbiamo avuto leggi è perché l’atto, la cosa, l’evento (in questo caso i maltrattamenti) esistono al di fuori della persona che lo commette, e che chi commette il fatto sia punito da una persona (il/la giudice) al di fuori della diatriba. È vero, le circostanze posso determinare se un evento sia un reato o meno: per esempio un omicidio in guerra non è valutato come se uscendo uccido il/la vicino di casa, ma è l’omicidio e non la persona che viene valutato. Si parla poi di circostanze attenuanti, non di persone attenuate in casi specifici (salvo chi appunto è dichiarato/a incapace di intendere e volere).
Insomma, non potrebbe essere progressista occuparsi del reato invece che quel che pensavano gli antenati (soprattutto maschi) e che si è cristallizzato nelle pieghe della storia?