Cosa succede se si incrociano la mancanza di un contratto sociale, multiculturalismo, globalizzazione e Intelligenza Artificiale? Un pasticcio.
Un contratto sociale, detto o implicito, è un quadro all’interno del quale può avvenire la contrattazione, disposizione dei ruoli e gerarchie. Certo non vorrei un contratto sociale alla Rousseau o fondamentalista, dove solo i capifamiglia maschi adulti comandano e ottengono uno stipendio sufficiente a mantenere una famiglia e sono gli unici a godere dei diritti politici e civili. Anche in tempi non così remoti -negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso- uno stipendio operaio (maschile) doveva essere sufficiente a mantenere moglie e due figli, magari in casa popolare o aziendale, mentre quello equivalente femminile, diciamo nel tessile, o come colf (allora si diceva domestica o serva) doveva solo bastare a sé o come integrazione del reddito (non del lavoro) familiare. In altre parole, il reddito che le donne guadagnavano era un di più e nessuno contava né conta il lavoro non retribuito. Non a caso in inglese la parola zitella (spinster) deriva da “spin”, filare la lana: era quello che dovevano fare le donne meno abbienti se non si sposavano. Per le donne c’erano anche lavori stagionali o occasionali, come i raccolti agricoli (successivamente lavoro da studenti e ora da immigrati), e fare le “ore” per differenziare dalle lavoratrici domestiche “fisse”; il lavoro a domicilio (allora non chiamato smart working, quando si montavano le penne o si cucivano gli zaini) o a salire di grado le dattilografe e, ancora più in su, le insegnanti o il lavoro d’ufficio a part-time. Alcuni lavori sono spariti (come le dattilografe o come i tipografi) sostituiti in un batter d’occhio dalle macchine. Mi ricordo che a Torino le traduzioni inglesi venivano battute a macchina dalle sorelle Bollito, le uniche che offrivano il servizio in lingua. Poi arrivarono le macchine da scrivere con memorie e poi ancora i pc con elaborazione di testi e adesso le macchine possono fare anche alcune delle traduzioni. Una parte del lavoro è passato al consumatore/trice (il/la traduttore) cui spetta la battitura e impaginazione, ma nessuno oggi darebbe un manoscritto a una dattilografa, e molte traduzioni avvengono in maniera automatica. I viaggiatori/trici si prenotano i biglietti da soli. Le donne italiane che facevano le ore sono state sostituite da immigrate che fanno le fisse come le italiane un secolo fa. La guerra, le guerre portano a regressioni logiche, a dimenticare il passato, quelli difesi dai progressisti di un paese sono amati dai conservatori in un altro paese. Si torna a parlare di vittime donne e bambini, come se a combattere fossero solo gli uomini o come se la guerra facesse riemergere antichi ruoli, di violenza e di vittime, di combattenti e di matres dolorosae, di donne come bambini, senza potere e senza colpe. Uccidere una donna è più grave in guerra e meno grave se si tratta di femminicidio? Nel primo caso per una maggiore innocenza e nel secondo per una perdita di innocenza?
L’assenza o l’indebolirsi di un contratto sociale -di un quadro uniforme- promuove identità nazionali, di tribù e religioni e genere, che mal si prestano a fare da quadro di riferimento entro i quali contrattare, ma valgono piuttosto come quadri di contenimento della mancanza di identità sociale. Liberi tutti e tutte, e si cercano i veri tratti internazionali, il maschilismo, la conquista delle terre, l’accaparramento di risorse. Si dice che mancano giovani e ci sono troppi anziani, ma tempo vent’anni la situazione dovrebbe riequilibrarsi perché moriremo noi, la generazione dei babyboomer e il numero dei nati/e e dei morti/e dovrebbe, grossomodo, equiparasi, Certo non ci dobbiamo sorprendere se le persone, e sopratutto le donne, non vogliono più fare quattro-dieci bambini. Noi siamo stati la generazione dei “troppi” e lo squilibrio attuale è dovuto a noi, troppi baby boomers (ora vecchi), che hanno fatto pochi figli. Solo i ricchi ricchi e i poveri poveri ne fanno tanti. E di aborto la parte progressista parla poco perché non si sono fatti i conti con un quadro demografico cambiato. I diritti infatti esistono in contesti storici, e quello delle nascite e dell’aborto sono cambiati. Contemporaneamente, si dice che l’esistenza di diritti, di denaro e di welfare sono le attrattive maggiori per la migrazione: che sia un altro modo per descrivere la differenza di reddito e la speranza di una vita mi ...[continua]

Esegui il login per visualizzare il testo completo.

Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!