Al 15 giugno, al 25 al massimo, sono finite in Firenze le scuole; e i bambini delle elementari, dei ginnasi, delle scuole tecniche, che in casa non hanno niente da fare, sono stati rimandati a riposarsi, ad annoiarsi, e ad annoiare le loro famiglie.
In campagna invece dove urge la mietitura, dove i bambini, anche piccoli, sono utili in mille lavorucci, dove, colla mancanza di uomini, i ragazzi di 12 anni sono già adibiti all’aratro, in campagna le scuole continuano ancora regolarmente, e, almeno nella provincia di Firenze, ne è resa obbligatoria la frequenza fino al 30 luglio! Avendo chiesto, stupita, il perché di questo orario così sbagliato, mi è stato risposto: è il calendario stabilito dal Governo, che vige per tutte le scuole d’Italia.
Se la ragione sia vera o no, io non so; il fatto è certamente vero per tutta la provincia di Firenze, o meglio per tutte le scuole rurali della provincia di Firenze. Le quali, notisi, si sono aperte il 1° ottobre, mentre urgeva la semina del grano, mentre nelle città si aprivano al 1° novembre.
Ora è assolutamente urgente, se si vuole che i contadini non prendano in odio la scuola, e non considerino anche questa come un maleficio del Governo, che il calendario delle scuole rurali sia cambiato. Le lezioni delle scuole rurali dovrebbero essere divise in provincia di Firenze in due periodi: un primo periodo per gli alunni più grandicelli, dagli otto anni in su, dal novembre al marzo, in cui la stagione è cattiva, le scuole fredde e le strade malagevoli, ma in cui il lavoro nelle campagne è assai ridotto; e un secondo periodo, aprile-luglio, in cui la stagione è buona e i lavori agricoli intensi, per bambini dagli otto anni in giù.
Si avrebbero così molti vantaggi. Primo. I bambini al disotto degli otto anni, non sarebbero obbligati a frequentare la scuola nei mesi di inverno, evitando loro le frequenti malattie epidemiche che costringono spesso a chiudere le scuole per tutti. Secondo. Ai ragazzi dagli otto anni in su, permetterebbe di frequentare la scuola senza sacrificare agli studi i lavori agricoli più urgenti. Si permetterebbe, insomma, a un numero molto maggiore di ragazzi di imparare realmente a leggere e scrivere, il che non si può pretendere coi calendari attuali; inoltre si eviterebbe la mescolanza dei bambini più grandi coi più piccoli, dannosa in genere alla morale e alla disciplina scolastica. Questa riforma avrebbe l’enorme vantaggio di non costare assolutamente nulla; e sarebbe certo gradita ai maestri più che i doppi e tripli turni di una giornata, che li esauriscono in modo terribile, senza che gli allievi ne traggano un utile adeguato.
Gina Lombroso

Postilla
Il problema toccato dalla nostra collaboratrice in quest’articolo, è dei più importanti per l’utile funzionamento delle scuole rurali. In generale si può dire che la scuola pubblica serve assai poco alla popolazione rurale, specialmente a quella sparsa. E questo dipende soprattutto dal fatto che i calendari sono fucinati a Roma da gente, che ignora le necessità della popolazione rurale.
La signora Lombroso ha parlato, nel suo articolo, delle scuole rurali della provincia di Firenze. Vediamo quel che avviene nelle scuole di Calabria. Qui esistono le scuole serali gratuite per adulti analfabeti. Si aprono tutte regolarmente a mezza ora di notte; motivo per cui gli alunni non ci vanno; viceversa frequentano le scuole private a pagamento, il cui orario muta da una sera all’altra, d’accordo fra gli alunni e il maestro; in generale si aprono un’ora o due prima del tramonto, per comodità degli alunni, che vanno in campagna la sera e ritornano in città poco dopo il mezzogiorno dell’indomani. Nei comuni che hanno molti oliveti, i mesi buoni per le lezioni sarebbero dal 1° ottobre al 21 marzo; e anche in questo periodo, nel tempo della campagna olearia, bisognerebbe, un anno sì e uno no, aprire le scuole il 1° novembre, perché ogni due anni il raccolto è abbondante e si prolunga nell’ottobre. In questi comuni, dunque, sarebbe necessaria, per la popolazione rurale, una scuola variabile, che fosse diurna per il periodo ottobre-marzo durante gli anni vacui; dovrebbe diventare serale nei mesi della campagna olearia; nei mesi di primavera estate, quando la popolazione si sparge per la campagna. Il maestro dovrebbe diventare ambulante: cioè dovrebbe andare per il contado a far lezione, magari per due soli giorni settimanali in ciascuno dei luoghi più opportuni per la raccolta della popolazione spar ...[continua]

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