Una Città n° 156 / 2008
Parigi, rue Cauchy, n. 35, la Maison des journalistes, la casa dei giornalisti in esilio, è nata a maggio del 2002. Organizzato su tre piani, l’edificio è stato costruito all’interno di una vecchia fabbrica in disuso. Le 15 stanze, di cui due attrezzate per persone portatrici di handicap, possono ospitare 30 giornalisti all’anno. Il periodo di permanenza è solitamente di sei mesi, tempo d’attesa medio per ottenere lo statuto di rifugiato. Ogni ospite dispone di una stanza singola, una piccola diaria, un abbonamento per i mezzi pubblici e una tessera telefonica. Nella casa ci sono inoltre una biblioteca, un’emeroteca e una sala computer con accesso alla rete 24 ore su 24. Fino ad oggi la Maison ha accolto più di 100 giornalisti provenienti da Algeria, Armenia, Bangladesh, Bielorussia, Birmania, Cameroun, Cina, Congo, Costa D’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Cuba, Chad, Haiti, Pakistan, Siria, Togo, Tunisia e Yemen.
Il 2007 è stato un anno nero per i giornalisti. Complessivamente sono stati uccisi 95 operatori dei media. Con una media di due arrestati al giorno. Per il nono anno consecutivo la Cina continua a mantenere il triste primato delle detenzioni. Tra le vittime aumentano i blogger, ma anche i comuni cittadini che tentano di divulgare informazioni scomode per i governi autoritari. Dei 29 giornalisti arrestati l’anno scorso dal governo di Pechino, 18 scrivevano su internet. I morti in Iraq sono stati 44 mentre la Somalia è al secondo posto della classifica dei paesi più pericolosi con otto vittime, seguita da Sri Lanka con sei vittime e dal Pakistan con cinque. (World Association of Newspapers).
La maison des Journalistes
Alessandra Garusi - ParigiParigi, rue Cauchy, n. 35, la Maison des journalistes, la casa dei giornalisti in esilio, è nata a maggio del 2002. Organizzato su tre piani, l’edificio è stato costruito all’interno di una vecchia fabbrica in disuso. Le 15 stanze, di cui due attrezzate per persone portatrici di handicap, possono ospitare 30 giornalisti all’anno. Il periodo di permanenza è solitamente di sei mesi, tempo d’attesa medio per ottenere lo statuto di rifugiato. Ogni ospite dispone di una stanza singola, una piccola diaria, un abbonamento per i mezzi pubblici e una tessera telefonica. Nella casa ci sono inoltre una biblioteca, un’emeroteca e una sala computer con accesso alla rete 24 ore su 24. Fino ad oggi la Maison ha accolto più di 100 giornalisti provenienti da Algeria, Armenia, Bangladesh, Bielorussia, Birmania, Cameroun, Cina, Congo, Costa D’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Cuba, Chad, Haiti, Pakistan, Siria, Togo, Tunisia e Yemen.
Il 2007 è stato un anno nero per i giornalisti. Complessivamente sono stati uccisi 95 operatori dei media. Con una media di due arrestati al giorno. Per il nono anno consecutivo la Cina continua a mantenere il triste primato delle detenzioni. Tra le vittime aumentano i blogger, ma anche i comuni cittadini che tentano di divulgare informazioni scomode per i governi autoritari. Dei 29 giornalisti arrestati l’anno scorso dal governo di Pechino, 18 scrivevano su internet. I morti in Iraq sono stati 44 mentre la Somalia è al secondo posto della classifica dei paesi più pericolosi con otto vittime, seguita da Sri Lanka con sei vittime e dal Pakistan con cinque. (World Association of Newspapers).