L’idrogeno è davvero la più valida alternativa al petrolio?
La questione va analizzata sotto vari aspetti; il primo è quello della sostenibilità intesa come dovere di lasciare ai nostri figli un pianeta vivibile, quindi non solo pulito, ma anche dotato di risorse energetiche che garantiscano loro la sopravvivenza. Dovremmo dunque cominciare a pensare di ridurre il consumo di risorse naturali, cioè di combustibili fossili (carbone, metano e petrolio), perché la terra è una sorgente finita e soprattutto perché queste fonti stanno cominciando a esaurirsi. Molti analisti concordano che entro 15 o 20 anni si raggiungerà il picco di produzione del petrolio, dopodiché non potrà che diminuire e lo stesso accadrà per il metano intorno al 2030. Questo ovviamente anticipa il problema, nel senso che non possiamo aspettare che il petrolio sia finito per iniziare a preoccuparci. Il secondo aspetto è che gli idrocarburi sono anche alla base di tutta l’industria chimica, da quella farmaceutica a quella delle tecnologie agrarie, quindi risparmiandoli nel settore energetico sarebbero disponibili più a lungo per gli altri impieghi. Il terzo aspetto è quello dell’eccessivo divario Nord-Sud del mondo e dell’eccessiva dipendenza del mondo occidentale dai combustibili fossili; i due fattori sono le cause principali dell’attuale instabilità mondiale.
Abbiamo dunque bisogno di una sorgente di energia pulita, “infinita”, più facilmente accessibile e più equamente distribuita. Allora, escludendo il nucleare da fusione, che è ancora di là da venire, e quello da fissione o nucleare convenzionale, che è un’opzione rifiutata dalla maggior parte dei paesi del mondo per la sua pericolosità, non resta che pensare al sole come fonte d’energia. Il sole però è una fonte intermittente, quindi dobbiamo cercare un modo per utilizzare l’energia solare e nel contempo poterla accumulare.
La migliore risposta a queste esigenze è appunto l’idrogeno. Trasformando l’energia solare in idrogeno faremmo molto più rapidamente la stessa cosa che ha fatto la natura in milioni di anni, trasformando l’energia solare in petrolio, metano e carbone, che non sono altro che energia solare fossile. Sviluppare un mondo basato sulla trasformazione dell’acqua in idrogeno attraverso fonti rinnovabili, e sull’uso dell’idrogeno in tutte le attività umane (trasporto, generazione di energia, generazione di calore, usi domestici), richiede però un tempo che può variare dai 30 ai 60 anni, per cui dobbiamo iniziare adesso per essere pronti quando ci sarà il previsto picco di estrazione dei combustibili fossili.
Il problema è tanto più drammatico se si considera che più del 65% delle riserve mondiali sono nel Medio Oriente. La stessa amministrazione Bush, notoriamente poco sensibile ai problemi ambientali, sta investendo miliardi di dollari nella ricerca di alternative ai combustibili fossili, puntando decisamente sull’idrogeno e sulle celle a combustibile.
Il programma Usa, come quello dell’Europa e del Giappone, prevede una fase di transizione in cui l’idrogeno verrà prodotto da combustibili fossili con separazione della CO2, ma in prospettiva vede il passaggio alla produzione da fonti rinnovabili.
Come avviene la produzione dell’idrogeno?
L’idea dell’idrogeno come vettore energetico da fonte rinnovabile si fonda sulla possibilità di utilizzare la fonte solare per produrre elettricità e accumulare energia, trasformando l’elettricità in idrogeno attraverso il principio dell’elettrolisi dell’acqua, cioè la scissione delle molecole d’acqua in idrogeno e ossigeno. Questo meccanismo potrebbe sembrare assurdo, perché produce elettricità non solo perché venga messa in rete ma anche per produrre idrogeno che poi viene ritrasformato in elettricità. Invece si giustifica per tre motivi: innanzitutto perché le fonti rinnovabili (sole, vento, maree) sono tipicamente intermittenti; in secondo luogo perché l’elettricità è difficile da accumulare, mentre, ed è la terza ragione, l’idrogeno così prodotto diventa un vettore energetico (al pari dell’elettricità che lo ha generato) che può dare con continuità risposta alla domanda di energia necessaria a soddisfare le necessità della nostra società quali ad esempio la mobilità, quindi vetture a idrogeno, oltre che per gli usi convenzionali come quelli domestici e industriali. Con l’idrogeno si possono immagazzinare grandi quantità di energie rinnovabili e si può ...[continua]
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