La diffusione di Internet e la crescita progressiva del mercato digitale hanno contribuito in modo rilevante a cambiare la cultura organizzativa e aziendale, il modo di produrre -dove flessibilità e intensificazione del lavoro sono diventati pervasivi- i fattori che determinano la formazione del prezzo, con il tempo che si è imposto su altri fattori, e l’attività di distribuzione. Quest’ultima è diventata sempre più critica e ha assunto “un’importanza addirittura squilibrata rispetto al suo effettivo ruolo nella catena del valore”, con l’espansione del commercio elettronico, come spiega Sergio Bologna, tra i maggiori esperti di logistica (cfr. S. Bologna, S. Curi, in “Giornale di diritto del lavoro e di relazioni industriali”, 2019). L’affermarsi della nuova forma di commercio attraverso piattaforme digitali, oltre a modificare il comportamento e le preferenze dei consumatori -“profilati” attraverso il sistematico utilizzo dei dati personali- ha fortemente incentivato la frammentazione dei processi distributivi, con la proliferazione di operatori logistici conto terzi, mediante la grande spinta all’esternalizzazione.
Benché sia partita da posizioni più arretrate, negli ultimi tre anni l’Italia ha visto crescere significativamente l’utilizzo del canale online da parte di imprese e consumatori, a tassi ben superiori a quelli di altri paesi europei, e l’incidenza degli acquisti online su quelli complessivi ha raggiunto il 10% nel 2021 (cfr. Osservatorio eCommerce B2c, Politecnico di Milano, 2021).
Soprattutto nel corso dell’emergenza sanitaria, lo sviluppo del commercio elettronico al dettaglio ha avuto una grande accelerazione -nel 2020 rispetto al 2019- con un aumento del 50% delle imprese che si sono registrate nel settore delle vendite online, un incremento di più del 100% delle spedizioni generate durante il lockdown e del 68,5% nel periodo successivo, a dimostrazione che il cambiamento in corso è destinato a radicarsi e permanere, e una crescita considerevole dell’attività dei principali marketplace, piattaforme che offrono ai venditori una pluralità di servizi (cfr. Osservatorio eCommerce B2c, 2021; Casaleggio Associali, E-Commerce in Italia, 2021). Primo tra questi è Amazon, il più utilizzato dalle imprese e dai consumatori. Questo big player ha consolidato la sua posizione dominante con la propria piattaforma ibrida -che opera anche come rivenditore al dettaglio di prodotti fisici, in concorrenza con altri venditori terzi-  adottando una politica molto aggressiva di sconti imposti ai propri fornitori, la cui dipendenza dall’azienda è diventata crescente nel tempo, e rivolgendosi a un pubblico più generalista, interessato all’ampiezza dell’offerta e alle opportunità di risparmio.
Sempre nel nostro paese, gli acquirenti online di prodotti fisici hanno utilizzato in modo predominante il servizio di consegna a domicilio (circa il 96% delle consegne), rispetto ad altre modalità di ritiro dei prodotti (cfr. Casaleggio Associati, 2021). Ciò spiega come lo sviluppo della nuova logistica, incentrata sulle esigenze dell’attività di vendita online, rifletta le attese dei consumatori finali, destinatari del prodotto, e risponda soprattutto all’importanza che questi attribuiscono alla consegna veloce e al suo costo, oltre che alla gestione dei resi. Da qui l’esigenza dei principali operatori del commercio elettronico di disporre di una rete distributiva capillare, con magazzini diffusi in vari luoghi per evadere gli ordini in tempi brevi ed effettuare consegne -sostanzialmente a domicilio- a consumatori in ogni parte del territorio.
Se da un lato la crescita accelerata del commercio online ha aumentato il trend di digitalizzazione delle aziende italiane, ha consentito di rispondere rapidamente alle sfide della pandemia, garantendo ai consumatori un accesso continuo a prodotti e servizi, e ha spinto il nostro paese verso il mercato digitale, dall’altro ha reso ancora più evidenti le principali criticità -“danni collaterali” per l’economia, l’ambiente, ma anche per il consumatore- già oggetto di attenzione e ne ha rivelato di nuove che necessitano di essere indagate.
Queste ultime vengono qui esaminate in relazione soprattutto alle strategie attuate da Amazon, l’operatore che nel nostro paese, negli anni più recenti -soprattutto nel corso dell’emergenza sanitaria- ha aumentato considerevolmente lo spazio di stoccaggio (fulfillment center) e ha fatto sperimentare al mercato online tassi di crescita ril ...[continua]

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