Mattia Maistri, 28 anni, è stato fino al 2005 consigliere comunale di Aldeno, Trento, dove si è occupato di politiche di gestione dei rifiuti.

La prospettiva di costruire un inceneritore a Ischia Podetti ha sollevato qualche critica tra la popolazione trentina. Qual è la situazione al momento?
Qualche anno fa la Provincia decise di lavorare ad un progetto di termovalorizzazione che rispondesse alle esigenze dello smaltimento dei rifiuti in quanto, secondo i calcoli della Provincia, le discariche presenti sul territorio erano destinate ad esaurirsi nell’arco di poco tempo. Si partì con un progetto che prevedeva la costruzione di un inceneritore enorme, da 330 mila tonnellate, che ricalcava un po’ quello di Brescia. Da quel momento in poi i movimenti ambientalisti, alcuni gruppi di liberi cittadini, alcuni partiti politici, sia del centro-destra che del centro-sinistra, hanno manifestato apertamente la propria opposizione al progetto tanto che dalle 330 mila tonnellate prospettate inizialmente si è passati a 120 mila. Poi in consiglio comunale è stato approvato un documento che dava il via libera all’inceneritore, seppur non escludendo una politica di raccolta differenziata e di riciclaggio. Ma è proprio questo che fa irritare i contestatori: da un lato sia la Provincia che il Comune di Trento insistono su una politica dei rifiuti innovativa, e dall’altro si continua a parlare di inceneritori. Anche perché nei comuni della provincia di Trento ci sono molte esperienze che, se analizzate bene, potrebbero dare dei dati indicativi sulla riuscita della raccolta differenziata. Nel 2004 nel comune di Aldeno siamo passati al 69% e puntiamo ad arrivare al 72% nel 2005. Questo significa che dal 2003 siamo passati da una quota inferiore al 30% ad una quota superiore al 70%. Non capisco perché ci si rifiuti di prendere in considerazione un dato del genere. Se riuscissimo a raggiungere un differenziale del 70%, anche un inceneritore da 100 mila tonnellate sarebbe troppo grande, e quindi dovremmo ridurlo. Bisogna poi considerare anche la posizione nella quale verrà costruito l’inceneritore. Il vento, infatti, che soffia da nord verso sud aggirando le montagne, agirebbe come un fon verso la città. Inoltre l’inceneritore andrebbe a situarsi nella valle dell’Adige, una zona che ha un’attività agricola eccellente. Una legge europea afferma che i prodotti agricoli coltivati in aree situate vicino ad impianti inquinanti perdono la possibilità del riconoscimento Doc, o Dop.
Mettiamo che non si costruisca l’inceneritore. Rimane il problema dei rifiuti…
Hai ragione. Ciò che rischiano di fare i movimenti è dire no e basta. Se io abbatto qualcosa, devo costruire qualcos’altro. Occorre farsi portatori di un’alternativa. Nel caso di Trento avviene la stessa cosa. Se dico “non nel mio cortile”, perché si spendono soldi invano, perché non è necessario, devo anche proporre una soluzione alternativa. La politica del “no, senza se e senza ma” non mi piace. Il mio Comune ha portato avanti un’iniziativa che mirava a ridurre l’uso del tetrapak nei supermercati; il tetrapak, infatti, non può essere riciclato perché manca qualcuno che poi separi i materiali di cui è composto. Allora si è pensato di togliere le confezioni in tetrapak e sostituirle con quelle in vetro. Abbiamo contattato gli asili nido e abbiamo proposto loro di usare pannolini realizzati con componenti biodegradabili. Sono due soluzioni semplici, però il politico, l’intellettuale, i movimenti e le istituzioni economiche devono dialogare perché ciò si realizzi davvero. Questa è la politica. Qualche negozio, ad esempio, ha aderito a un progetto per risolvere il problema dei detersivi inquinanti. C’è un supermercato che vende solo detersivi ecologici, e li vende al minuto. Quindi tu vai lì con la tua bottiglia e la riempi. Questo consente di eliminare le bottiglie di plastica perché una bottiglia ti dura per anni. Queste sono le politiche che spero vengano cavalcate nei prossimi anni.
Ma sarebbe accettabile, oggi, intraprendere un processo di decrescita?
Saremmo in grado di rinunciare al cordless, al portatile, a strumenti che di fatto consumano? Ora come ora è necessario abituare progressivamente la gente a pensare in maniera diversa, quindi a risparmiare. Faccio un esempio: attraverso la raccolta differenziata possiamo aiutare la gente a capire che il rifiuto non è una cosa a cui non bisogna fare caso, ma è una cosa importante, una cosa che ha un valore. Quest ...[continua]

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