Ma è questo che voglio dire, che la facilità di “ingranare” nel terzo mondo è legata sicuramente ai problemi economici, ai soldi che i bianchi hanno, ma ha anche a che fare con il loro modo di vedere il mondo.
Renzo. Mentre parlavi ho fatto un’operazione a mente. Ho equiparato lo stipendio di un trasfertista che va a lavorare in Africa, oggi di circa 4 milioni al mese, e lo stipendio di un africano là che è sulle 40000 lire al mese. Con un rapporto di uno a cento. Allora immaginiamoci che da noi all’improvviso arrivi della gente con un colore della pelle diverso, che so, verde, gente che facesse l’idraulico, il saldatore, l’imbianchino e che guadagnasse cento volte lo stipendio di un idraulico di qua. Invece di due milioni al mese, 200 milioni al mese. Proviamo a immaginarcelo. Credo che anche da noi allora nascerebbero i fenomeni che succedono in Africa. Noi non ci rendiamo conto delle differenze di cui noi siamo un polo. Questa differenza ha un potere squilibrante formidabile, il fatto che un operaio bianco che, a volte e ne ho visti, fa anche peggio il lavoro di un nero, si porta a casa cento volte tanto, non solo mette in crisi i rapporti fra i sessi, ma tutta una cultura.
Rodolfo. Una situazione che gli uomini soffrono moltissimo. In una società dove il potere del maschio non è ancora in discussione, è ancora il padrone perché là la rivoluzione femminista non è arrivata ancora, dovere vedersela con un concorrente simile non è piacevole. Però insisto che non è solo un problema di soldi e squilibri... Per esempio c’è il fatto, dopotutto non secondario, che dai bianchi le donne vengono trattate comunque meglio. Sono meno violenti, meno possessivi e meno gelosi. Le donne con cui ho parlato io mi hanno detto questo: che se hanno un maschio nero loro devono fare le donne, devono stare in casa, il maschio può anche tornare ubriaco, vuole scopare, e se loro non ne han tanta voglia perché puzza d’alcool, o per altro, sono botte. Adesso io non voglio generalizzare, però questi sono i discorsi che ho sentito io. Il maschio è il padrone assoluto. E la donna questo lo accetta anche, ma fra un padrone buono ed uno cattivo vedono una differenza... Nella cultura del bianco la donna può ormai andare in giro anche da sola, può decidere, non è controllata...
E poi un altro fatto riguardo alla sessualità è questo: le ragazzine smettono di essere ragazzine molto presto. C’è una familiarità con il sesso che per noi è impensabile. Pensiamo al loro mondo tradizionale, non urbano o all’hinterland delle città. La famiglia vive in un unico locale. E questo vuol dire che i figli assistono all’atto sessuale dei genitori. E se non assistono, comunque li sentono, vivono dall’interno la situazione, sanno cosa stanno facendo i genitori e sanno che presto toccherà loro. E loro mi raccontavano che le ragazzine imparano dalle sorelle maggiori, che nelle notti della stagione delle piogge, con la capanna che trasuda il fumo del fuoco, giocano a insegnare il sesso alle sorelle minori, proprio fisicamente, con la sorella maggiore che fa il maschio. E in certi casi, quando non ci sono le sorelle maggiori, sarà la nonna a insegnare. Così passano il tempo, giocano, si divertono, si riscaldano, perché fa anche freddo, e si trasmettono delle conoscenze. La cosa che stravolge è quando il sesso verrà pensato per trarne soldi.
Renzo. Resta l’enorme violenza dell’impatto fra le ...[continua]
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