Leonardo Ancillotto ha studiato Ecobiologia presso l’Università La Sapienza di Roma ed è attualmente ricercatore all’Università Federico II di Napoli. La sua attività di studio è incentrata sull’ecologia comportamentale, l’etologia e la conservazione dei chirotteri in Italia. Dal 2010 collabora con il settore Didattica del Museo Civico di Zoologia di Roma e con il Centro Recupero Fauna Selvatica Lipu di Roma.

Già nelle prime settimane dell’emergenza Covid-19, sono stati chiamati in causa i pipistrelli, sia come possibile origine dello spillover, ma anche per il loro “misterioso” sistema immunitario. Vorremmo cogliere l’occasione per parlare di questo animale poco conosciuto.
Per noi che ci occupiamo di pipistrelli, questo è un momento particolarmente caldo e anche delicato. Io ho la fortuna di coordinare il Gruppo italiano ricerca chirotteri, e devo dire che a seguito di quest’ultima epidemia globale stiamo ricevendo tante chiamate, tante richieste di chiarimenti, e ci stiamo interrogando su come parlare di pipistrelli, per non mettere ulteriormente a repentaglio queste specie che comunque sono già a rischio. Per venire alla domanda, diciamo subito che il re è nudo, cioè i pipistrelli effettivamente ospitano un sacco di virus. Prima di entrare nel merito, vorrei però fare una premessa che penso sia importante. Pipistrello è una definizione molto generica. Esistono oltre millequattrocento specie note di pipistrelli. Considera che al mondo sono conosciute circa cinquemila specie di mammiferi, ebbene quasi un terzo sono pipistrelli. Quindi una grossa fetta di biodiversità del gruppo di cui facciamo parte anche noi, è costituito da questi animali. Ora, millequattrocento specie vuol dire millequattrocento modi diversi di essere pipistrello. Solo in Italia abbiamo trentacinque specie, che è una bella biodiversità nel panorama europeo, che conta quarantacinque specie. Quindi è difficile generalizzare quando si parla di questi animali.
Ad ogni modo, come dicevo, i pipistrelli sono animali che per tutta una serie di ragioni sono serbatoio di tanti virus. Sia nel caso di Ebola che di questo Sars-CoV-2, non c’è la prova provata che sia “saltato” dai pipistrelli e tuttavia è molto probabile.
Qui la dinamica è nota: la distruzione degli ecosistemi, il commercio e il consumo di animali selvatici in condizioni igienico-sanitarie precarie rendono la vita facile ai virus aumentando la loro probabilità di fare il salto di specie. Salto di specie che, quando avviene, è particolarmente pericoloso per la nuova specie ospite. I pipistrelli e i coronavirus infatti verosimilmente convivono da milioni di anni. I virus, come tutti i parassiti, evolutivamente non hanno interesse a uccidere il pipistrello, perché con l’ospite morirebbero anche loro. Nel corso di una storia comune lunghissima diciamo che virus e pipistrelli si sono adattati come coinquilini.. Nel momento, però, in cui c’è il salto di ospite...
Quindi la loro capacità di ospitare virus senza ammalarsi verrebbe da una lunga convivenza con questi patogeni?
Sicuramente. Ma c’è di più. I pipistrelli sono davvero mammiferi speciali e gran parte della loro eccezionalità deriva da questo adattamento che è unico nel mondo dei mammiferi; parlo del volo. Il volo attivo è una delle chiavi del successo evolutivo dei chirotteri, tant’è che li troviamo in tutto il pianeta -a parte le zone polari- e in un gran numero di specie.
Il fatto di volare ha avuto una serie di conseguenze anche a livello di fisiologia. In generale l’attività fisica intensa produce una serie di molecole che accorciano la vita delle cellule, i famosi radicali liberi. Il numero di volte in cui le cellule di un mammifero possono moltiplicarsi è limitato dalla struttura del suo Dna. All’estremità dei cromosomi (che sono le raccolte di Dna all’interno di ciascuna cellula) ci sono i telomeri, delle sorte di cuscinetti ammortizzatori. Più sono lunghi i telomeri di un cromosoma, più lentamente quella cellula invecchia. La stessa dinamica riguarda i radicali liberi: quando una persona svolge un’attività intensa, si stressa molto, produce molti radicali liberi e invecchia prematuramente. È un processo legato al metabolismo. Se ci pensi, nei mammiferi, più sei grande, più hai un metabolismo lento, più lentamente invecchi e viceversa, per cui un topolino di pochi grammi vive un anno e mezzo, una balena, che pesa decine di tonnellate, vive anche duecento anni.
I pipistrelli, pur essendo piccoli, sono tut ...[continua]


Esegui il login per visualizzare il testo completo.

Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!