I detenuti italiani negli ultimi anni stanno vivendo in condizioni disastrose, basta pensare a quello che dice Marco Pannella e Rita Bernardini quando li si vede per tv: "Le carceri italiane sono illegali”. E dovete credergli: "Si vive ammassati come sardine a causa del sovraffollamento, non ci sono spazi adeguati”. Basta pensare che le celle sono costruite per ubicarci un detenuto, ma in una di quelle celle sono obbligati a starci due-tre detenuti. Ci sono carceri che hanno celle per ubicarci quattro detenuti ma attualmente la condividono otto o dieci persone, poi con il caldo dell’estate a fatica si respira, è veramente una cosa disumana. È un tormento, è una tortura viverci. Se qualcuno è in piedi gli altri detenuti sono obbligati a stare nella branda sdraiati, poi quando si deve andare in bagno non esiste nessuna intimità. Come avrete capito nelle carceri italiane non esistono le mense, si è sempre in cella anche a pranzo e cena, e quando sta passando il carrello del cibo, che è distribuito da un detenuto lavorante, chiamato porta-vitto”, per prendere la razione da mangiare devi allungare il piatto fuori dal cancello della cella. C’è un quadratino di 20 cm x 15, il cosiddetto spioncino, dove fai passare il piatto e mezzo braccio per darlo al lavorante che lo riempie, sperando sempre che non scivoli di mano il piatto al lavorante. A volte cade il piatto a terra e si rimane con la fame, già il cibo scarseggia quotidianamente.
In questi luoghi inumani, ti è consentito di stare fuori dalla cella quattro ore per andare ai passeggi o in saletta, ma in certe carceri non c’è la saletta e neanche quel pezzetto di terreno per giocarci a calcio o camminare sull’erba. Nella realtà non si fanno mai quattro ore fuori dalla cella, perché nell’orario dei passeggi c’è il turno della doccia, e per via del sovraffollamento o si va a camminare o vai a lavarti, sperando sempre di trovare l’acqua calda e che la cella sia vicino alle docce. C’è sempre da attendere per fare la doccia e succede molto spesso che più detenuti non riescano a lavarsi, d’inverno sono obbligati a scaldarsi dell’acqua in una pentola e lavarsi in cella. I passeggi è il posto dove i detenuti vanno per camminare o per fare una corsa mattutina, ma tanti detenuti non ci vanno poiché c’è poco spazio e non si riesce a camminare, e quelli che vanno per passeggiare si toccano continuamente con le spalle, devi stare sempre attento a non urtare l’altro detenuto. La struttura dei passeggi è in cemento. Per renderti le idee chiare basta pensare a una vasca della media di 12 metri x 8, con i muri alti 5-6 metri, è come camminare in una piscina vuota, senza acqua, chiusi lì dentro e non puoi uscire se non viene l’agente ad aprire il cancello. A volte in quel piccolo spazio ci sono 50- 60 detenuti, e in certi carceri anche 100, tanti fermi in piedi con le spalle che toccano il muro circostante, uno dopo l’altro che aspettano che ci sia anche per loro dello spazio per camminare.
Ci sono carceri che hanno un pezzetto di terreno con l’erba, ed è chiamato campo, in cui i detenuti giocano a pallone e alcuni camminano sull’erba per sgranchirsi le gambe. Quella possibilità di calpestare l’erba è concessa una sola volta a settimana per due ore, a volte capita che non si possa andare in campo perché manca l’agente, senza contare che quando piove al campo non ti fanno andare.
Esistono carceri dove non c’è il campo e sei obbligato a camminare sul cemento fino alla fine della pena da scontare. Le carceri italiane funzionano come gli allevamenti di bestiame, solo che negli allevamenti non ci sono tanti cancelli da aprire e chiudere come nelle carceri. Basta pensare che per recarsi ai passeggi bisogna oltrepassare 5- 6 cancelli, a ogni cancello c’è un agente che apre e chiude. Ci sono momenti di attesa senza senso davanti a qualche cancello, devi sempre aspettare, ci vuole immensa pazienza da parte del detenuto. Ovviamente non tutti gli agenti ti fanno aspettare, anche loro capiscono che la situazione carceraria è arrivata a livelli disumani, una vera vergogna per l’Italia. E a proposito di vergogna, pochi giorni fa leggendo la rassegna stampa di Ristretti Orizzonti, ...[continua]
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