1 febbraio. I Soldati di Odino
Nella città di Tampare, in Finlandia, nelle ultime settimane gira una squadra di estrema destra anti-immigrati, "I Soldati di Odino”, che si occupano di fare vigilanza.
Anthony Faiola ne ha parlato sul "Washington Post” per raccontare che, intanto, qualche sera fa, la pattuglia si è trovata di fronte a un gruppo di clown che si sono definiti non "Soldiers”, ma "loldiers” di Odino (l’acronimo "lol” nel gergo internet rappresenta una sonora risata). Il bello è che la maggior parte dei clown erano donne finlandesi, proprio la categoria che i soldati di Odino erano scesi in strada a proteggere.
Nell’ultimo anno sono arrivati in Finlandia oltre 30.000 richiedenti asilo, perlopiù dall’Iraq, di cui 4.000 nella sola area di Tampere. Il leader dei Soldati ha spiegato che lui non ha niente contro i rifugiati "buoni”. A livello nazionale il gruppo comprende gente che si definisce "nazional-socialista”, ma anche gente poco raccomandabile già nota alla polizia proprio per le violenze commesse contro gli immigrati. (washingtonpost.com)
9 febbraio. La classe invertita
In Francia è in corso una rivoluzione pedagogica: non più lezioni a scuola e compiti a casa, ma lezioni a casa e compiti a scuola. Nella classe di matematica del professor Geoffroy Laboudigue, nel dipartimento di Seine-Saint-Denis, gli studenti studiano la lezione a casa, guardando dei video e una volta a scuola fanno i compiti.
Geoffroy non ne poteva più di sentirsi dire dai ragazzi che non erano riusciti a fare i compiti. Appassionato di montaggio, si è messo lui a produrre dei video. Tutti i suoi allievi hanno internet e un monitor e a casa possono seguire la lezione-video senza le distrazioni cui sono sottoposti in classe.
Quando la mattina dopo si rivedono, il prof chiede: "Chi non ha capito? Fatemi tutte le domande che credete”. Anche lui è molto contento di questo nuovo ruolo, molto più stimolante. Faysal, uno dei ragazzi, è contento anche perché i video sono corti e quindi "si fa presto!”. Per ogni video sono previsti degli esercizi. A Kwincy piace molto fare i compiti in classe assieme ai compagni: "Quando è un altro studente a spiegarmi, capisco meglio perché usiamo le stesse parole”.
(etudiant.aujourdhui.fr)
10 febbraio. La fine dell'informazione?
Sull’ultimo numero de "Le Scienze”, un lungo articolo è dedicato al fenomeno della disinformazione in rete. Il gruppo di ricercatori diretto da Walter Quattrociocchi dell’Imt Alti Studi di Lucca, ha studiato approfonditamente la diffusione virale di false notizie scientifiche in rete, dove le teorie del complotto vanno per la maggiore. Si va dalla teoria delle scie chimiche, alle false (e pericolose) notizie sul legame fra vaccini e autismo.
Nel loro studio, Quattrociocchi e colleghi arrivano a parlare di una vera e propria "era della disinformazione”, in cui il bassissimo livello di intermediazione nell’accesso alle informazioni ha effetti nefasti. Dietro il successo di teorie senza alcun fondamento scientifico c’è il cosiddetto "pregiudizio della conferma” (confirmation bias). In pratica si ricerca esclusivamente ciò che conferma l’idea di cui si è già convinti. Detto in altri termini, queste narrazioni si rafforzano perché chi le segue ignora ogni altra argomentazione. La ricetta perfetta per creare posizioni estremiste. Con l’aggravante che in rete fermare una notizia infondata è praticamente impossibile. (Le Scienze)
15 febbraio. Il destino di Bitcoin
Bitcoin, la moneta elettronica creata nel 2009 da Satoshi Nakamoto attraverso un sofisticato sistema basato sul meccanismo delle chiavi pubbliche e private, sta attraversando un momento di crisi. Uno dei suoi principali sviluppatori ha addirittura dichiarato l’esperimento della criptovaluta fallito. In realtà, se vogliamo, oggi il suo principale problema, il cosiddetto "scaling” (cioè il numero massimo di transazioni al secondo che questa moneta può sopportare) è un indice del suo successo. Resta il fatto che Bitcoin gestisce al massimo tre transazioni al secondo, contro le 115 di Paypal e le 56 mila del circuito Visa. Sulla soluzione da adottare, se rimuovere tale blocco o aggirare diversamente il limite, la comunità si è divisa. Si è tentato anche di fare un referendum, che è stato però boicottato e così per ora la questione resta aperta.
Nonostante i problemi, il destino di Bitcoin non sembra però segnato. Qualche mese fa la banca inglese Barclays ha annunciato di accettare transazioni in Bitcoin per le donazioni. Già oggi Greenpeace, la Mozilla Foundation, la Wikimedia Foundation, ma anche alcuni candidati democratici newyorkesi accettano elargizioni in Bitcoin. (hwupgrade.it)
19 febbraio. L'esodo fiscale
Sempre più statunitensi espatriati rinunciano alla cittadinanza: lo fanno per non dover continuare a pagare le tasse a Washington, pratica diventata ancor più complessa dal 2010, da quando, cioè, per arginare l’evasione offshore, è entrato in vigore il Foreign Account Tax Compliance Act. Così, da cinque anni il numero di rinunce è in crescita: nel 2015 sono stati 4.279 i cittadini che hanno dato l’addio alla loro carta verde, dato 18 volte superiore rispetto a quello del 2008. Un piccolo esodo. Ma rinunciare alla cittadinanza ha un costo, e anche quello sta aumentando: proprio l’anno scorso il prezzo dell’abbandono è arrivato a 2.350 dollari, conto che si fa ben più salato per i "ricconi”, soggetti a una exit tax che può arrivare a milioni di dollari. Ad ogni modo, specificano gli esperti del sito di consulenza Usa "Online Taxman”, si tratta pur sempre di una frazione di ciò che costerebbero loro le imposte future. (Cnn)
20 febbraio. Detective fisionomisti
Gran progresso per la polizia, i software di riconoscimento facciale; a Scotland Yard, però, ci si affida a processori più potenti: i "super recognizer” (SR), detective umani dalle spiccate capacità fisionomiste e mnemoniche.
I SR inglesi, passando al setaccio centinaia di filmati di rapine, possono riconoscere con precisione una persona anche solo da un dettaglio del volto e collegarla ad altri reati di cui esistono registrazioni. Così, quando a un sospetto vengono imputati 13 diversi reati, è più probabile incastrarlo per almeno uno di questi. La task force, nata per trovare i responsabili delle rivolte scoppiate a Londra nel 2011, è stata recentemente impiegata anche per individuare i sex offender del Capodanno di Colonia. (skynews.com)
21 febbraio. Censura in Egitto
Lo scrittore egiziano Ahmed Naji, del quale avevamo pubblicato nel 2011 un resoconto dei primi giorni della rivoluzione di Piazza Tahrir, è stato condannato a due anni di carcere "offeso la morale pubblica”. Un capitolo del suo ultimo libro, "Istikhdam al-Hayat” ("L’uso della vita”), già approvato dalla commissione per la censura, era apparso sulla rivista letteraria filogovernativa Akhbar al-Adab. È stato un lettore a portarlo in tribunale: a suo dire, la lettura di alcuni passaggi con riferimenti al sesso e al consumo di droghe gli aveva indotto un malore.
Una prima sentenza emessa in gennaio l’aveva scagionato, ma al processo d’appello lo scrittore ha subìto la massima condanna possibile. Secondo Mai El-Sadany, giurista egiziana che collabora con il Tahrir Institute for Middle East Policy, la vergognosa sentenza giunge in un momento di particolare recrudescenza della repressione dei diritti di espressione in Egitto. Si spera nell’ultimo grado di giudizio; nel frattempo Ahmed è stato condotto in carcere. (theguardian.com)
23 febbraio. Essere profughi Lgbt
Si diffondono le iniziative di accoglienza dei profughi in arrivo in Europa, e a Berlino ne è nata una specifica rivolta a migranti omosessuali, bisessuali e transgender -categorie particolarmente soggette a discriminazioni e violenze anche nei centri di accoglienza. Il rifugio è stato attivato dal capitolo berlinese di Schwuleberatung, associazione tedesca per i diritti Lgbt.
Euronews ha intervistato uno dei ragazzi accolti, Mahmoud, che, dopo essere riuscito a fuggire dalla Siria, era dovuto scappare anche dal centro profughi berlinese dove era ospitato per la grande ostilità dei suoi compagni richiedenti asilo. (Euronews)
26 febbraio. Nel 2040…
I demografi e gli economisti sostengono che il 2020 sarà un anno da ricordare: il 20% della popolazione dei paesi più ricchi avrà più di 65 anni, l’età in cui la gente smette di lavorare, inizia a beneficiare della pensione e a consumare molto in salute pubblica. Ma la data di cui dovremmo davvero preoccuparci è il 2040, quando i baby-boomers avranno raggiunto gli 85 anni e costituiranno i 4,5% della popolazione mondiale più ricca.
Malattie cardiologiche, cancro e ictus restano tra le più frequenti cause di morte, ma con il prolungarsi della vita sono in aumento le malattie degenerative. Se il 3% soffre di demenza tra i 65 e i 69 anni, la percentuale balza al 30% nella fascia 85-89 anni. In Francia e Germania metà delle donne novantenni ha la demenza. Questo non è solo un grande dolore e disagio per le famiglie, ma anche un problema economico, non solo per i costi sanitari, ma anche per quelli occulti, legati al fatto che i familiari che devono occuparsi dei propri cari escono, almeno parzialmente, dal mercato del lavoro. Ovviamente le previsioni sono basate sull’assunto che l’aspettativa di vita continui a crescere. Non è però nemmeno escluso che ci sia qualche sorpresa, ad esempio qualcuno già ipotizza che l’obesità e le dipendenze da droghe invertiranno presto la tendenza e ci troveremo ad assistere a un accorciamento della vita. (qz.com)
28 febbraio. Morire di carcere
"Per agire ha aspettato il momento in cui gli agenti erano più indaffarati: quello del cambio della biancheria. Quindi si è stretto un cappio con qualcosa che aveva in cella, forse degli indumenti, ed è morto. Un’azione probabilmente escogitata da tempo ed eseguita in pochi minuti. Si tratta del quinto suicidio, in meno di due mesi, dall’inizio dell’anno, nelle carceri italiane”. A parlarne è stato il "Corriere di Verona”. A togliersi la vita, un cittadino marocchino di 46 anni. (Ristretti Orizzonti)
29 febbraio. Ordinare la pizza su Amazon
I giornali inglesi oggi dedicano ampio spazio all’ultima iniziativa di Amazon: un accordo con una delle maggiori catene di supermercati inglesi, Morrisons, per portare la spesa a casa. Ne parla Simon Neville sull’"Independent”: "Ti è venuta voglia di una pizza, di gelato e di goderti qualche nuovo gioco alla Xbox? Nessun problema, ordina tutto su Amazon entro le cinque del pomeriggio e ce l’avrai entro le sette”. Quando si parla di Amazon, si oscilla sempre tra l’incredibile possibilità di soddisfare i nostri desideri (certo, anche di farceli venire) senza uscire di casa, senza nemmeno dover digitare il numero della carta di credito e soprattutto senza dover aspettare, e l’inquietudine di sapere che c’è qualcuno che sa cosa e quanto leggiamo, qual è la nostra taglia, che hobby abbiamo, quanto spendiamo, e ora anche cosa mangiamo!
L’esperimento di consegnare alimenti freschi era già stato avviato negli Stati Uniti qualche tempo fa, ma non è decollato, soprattutto per via dei prezzi. Proprio il margine di guadagno costituisce infatti un problema per Amazon, abituata al 15% di margine del materiale elettronico o addirittura al 70% dell’abbigliamento. Se consideriamo che i margini di un supermercato si aggirano tra il 2% e il 3%, e che latticini, frutta e verdura non potranno essere immagazzinati accanto a libri e ram per computer, ma avranno bisogno di luoghi refrigerati e quindi anche di un’intera nuova catena logistica, la strada per entrare anche in quest’ambito della nostra vita è piuttosto in salita.
(independent.co.uk)
1 marzo. Numeri
Ci sono un 1,3 milioni di auto elettriche in giro per il mondo. Nel 2015 sono state immatricolate 550 mila vetture contro le 330 mila del 2014. Più di 200 mila sono in Cina. Gli Stati Uniti restano il primo mercato mondiale con un parco di 410 mila auto elettriche.
(lemonde.fr)
2 marzo. Transessuali e bagni scolastici
Ora che la Corte Suprema americana ha legalizzato il matrimonio tra omosessuali in tutti i 50 stati, pare che la nuova frontiera della guerra culturale per i diritti Lgbt siano diventati i gabinetti scolastici. Ne hanno parlato Emma Brown e Moriah Balingit sul "Washington Post”. L’amministrazione Obama ha recentemente dichiarato che uno studente può usare il bagno che preferisce in base alla sua identità sessuale e non al suo sesso biologico. Gruppi di genitori e avvocati si sono però ribellati denunciando un attacco ai valori tradizionali e alla privacy degli studenti. Ora il South Dakota sta per emanare dei provvedimenti che costringono gli studenti a usare il bagno che corrisponde al loro sesso biologico, per tutelare i più piccoli dal trauma di dover condividere il bagno con qualcuno anatomicamente diverso, spiegano. Siccome però fare di testa propria fa perdere i fondi federali, le scuole stanno cercando vari compromessi, come la messa a disposizione di spazi "terzi” o l’installazione di separé e tendine per i trans che vogliono usare gli spogliatoi femminili.
(washingtonpost.com)
3 marzo. Bad York
Il portale di informazione "Us News” ha diffuso la classifica delle cento città più vivibili degli Stati Uniti: al primo posto troviamo Denver, seguita da Austin. La vera sorpresa è che New York si è classificata novantaseiesima. Ad affossare la Grande Mela è soprattutto uno degli indicatori, il "Value Index”, basato sul rapporto tra numero di residenti proprietari di casa e costo della vita: NY ha fatto registrare il dato peggiore di tutte le cento città analizzate. Ciononostante, resta in cima alla classifica delle città in cui gli statunitensi desiderano vivere. Detroit, città simbolo dell’ultima crisi, è ottantaseiesima; secondo gli analisti di Us News, grazie soprattutto all’apertura di nuove attività economiche e a nuove infrastrutture, la vecchia "Motor City” sarebbe sulla soglia di un nuovo rinascimento.
(Usnews.com)
5 marzo. Elezioni in Iran
La scorsa settimana, in Iran, le file fuori dei seggi erano talmente lunghe che la commissione elettorale ha dovuto posticipare la chiusura ben cinque volte. I religiosi hanno gettato fango sui candidati, ma non potevano permettersi di gettare fango sulla gente. Muhammad Zarif, il ministro degli esteri che ha negoziato l’accordo sul nucleare, è stato applaudito. Muhammad Khatami, che nonostante sia sparito dai media resta la figura più popolare, è stato accolto ai seggi come un eroe.
Nella capitale la "Lista della Speranza” ha ottenuto la maggioranza assoluta. E dei trenta deputati eletti otto sono donne. Non c’è da farsi troppe illusioni: la lista "riformista” è tale fino a un certo punto. Alcuni elettori hanno fatto notare che alcuni candidati erano presenti anche nella lista degli estremisti, ma tant’è, per il momento bisogna accontentarsi.
E comunque il messaggio è arrivato: la gente vuole interagire con il resto del mondo non fargli guerra. Per ora l’establishment conservatore è ben più potente del presidente; la Guida Suprema può porre il veto alle sue decisioni. L’isolamento di questi anni ha creato lo spazio ideale per i soprusi delle Guardie rivoluzionarie, ma qualcosa sta cambiando se è vero che la cosiddetta "polizia della moralità” ha ridotto le sue visite nelle case e negli uffici. Insomma, conclude l’"Economist”, la volontà degli elettori conta molto meno di quanto dovrebbe in Iran, ma qualcosa conta!
(economist.com)
7 marzo. Terroristi a 14 anni?
Si sono conosciute su Facebook, senza mai incontrarsi e sempre in rete si sono radicalizzate. Due sono finite in Siria, tre volevano organizzare un attentato in Francia. Soren Seelow, giornalista di "Le Monde”, ha dedicato un lungo articolo alla storia di queste cinque adolescenti francesi. Una vicenda emblematica, soprattutto per il fatto che, contrariamente agli stereotipi, vengono tutte da famiglie della classe media e tutt’altro che fanatiche. Lea, ad esempio, 14 anni, figlia di genitori algerini, musulmani non praticanti, a un certo punto ha cominciato a leggersi il Corano e a voler indossare la Djellaba. A giugno del 2014 è partita per Amsterdam, dove ha preso un volo per Istanbul, da lì dieci ore di autobus l’hanno portata a Raqqa, dove l’aspettava il futuro marito.
Anche Vanessa è partita. Camille, Fatima e Juliette, invece, sono rimaste in Francia. Erano tutte in contatto tra loro con i social network. Le intercettazioni ritraggono delle adolescenti tormentate, affascinate dal miraggio di poter praticare il "vero” Islam e di poter anche sacrificarsi per la causa. La polizia si è interrogata su come trattare queste persone: sono solo un pericolo per sé o anche una minaccia collettiva? La discussione resta aperta. Vanessa è infine rientrata nel 2015, in carcere ha tentato di suicidarsi. Camilla è entrata nel programma del centro di prevenzione e recupero di Dounia Bouzar e oggi è impegnata in azioni pubbliche contro la radicalizzazione degli adolescenti. (lemonde.fr)
Appunti del mese di febbraio 2016.
appunti del mese
Una Città n° 228 / 2016 febbraio
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