Mia madre era esperta nell’imbottirci di medicinali e disponeva di un’altrettanto fornita riserva di rimedi popolari che funzionavano a meraviglia. Puntura d’ape? Applicare mezza cipolla cruda. Orecchi intasati? Olio d’oliva caldo versato con delicatezza nel condotto uditivo. Le ferite venivano rammendate davanti al lavello della cucina, le tossi erano trattate con bagni di vapore ed erbe officinali. Si aveva una fiducia nelle vecchie generazioni che oggi abbiamo perso, e l’Nhs ci sta incoraggiando a ritrovarla. È un bene, sebbene nasca da una terribile necessità. Dal 1948 in poi, il sistema sanitario è stato considerato come qualcosa di congenito: fa parte di noi, è un’aspettativa di bontà. Sarà un giorno di disperazione quello in cui dovesse infine essere smantellato da coloro che si oppongono ideologicamente alla sua esistenza, che per anni l’hanno finanziato in modo insufficiente e non hanno saputo gestirne il rapporto con un’assistenza sociale gravata dalle medesime ristrettezze finanziarie.
Stamattina mi sono imbattuta in uno dei tanti gruppi di sensibilizzazione dedicati al salvataggio dell’Nhs che aveva twittato la saggia osservazione di Noam Chomsky sul funzionamento delle tecniche standard di privatizzazione: ‘Bloccare i finanziamenti, assicurarsi che le cose non funzionino: a quel punto la gente inizia ad arrabbiarsi; quindi consegnare il servizio a capitali privati’.
Com’è familiare. Com’è cinico. Com’è vero.
Val la pena di ricordare come si stava prima che il servizio sanitario nazionale fosse incaricato di fornire assistenza gratuita a tutti coloro che ne hanno bisogno. L’Nhs fu fondato il 4 luglio del 1948. Aneurin Bevan ebbe la visione della sua creazione dopo che, durante la Seconda guerra mondiale, 2.700 ospedali gestiti dalle istituzioni di beneficenza o dalle amministrazioni locali rischiarono il tracollo finanziario. I soli autorizzati al trattamento gratuito erano coloro che avevano un impiego. Al personale medico era chiesto di lavorare per una miseria.
A quel tempo, le donne povere potevano sognarsi le cure prenatali, e così la maggior parte dei bambini nasceva in casa e non metteva piede in ospedale se non nel caso di complicazioni. L’aspettativa di vita era di 66 anni per gli uomini e 71 per le donne. Oggi possiamo aspettarci di vederci ottantenni. O meglio potevamo… pare infatti che quella tendenza abbia preso un andamento contrario. I dati dell’ufficio nazionale britannico delle statistiche mostrano come in Inghilterra, in appena un anno, si sia verificato un aumento dei decessi del 5,4%, per un totale di quasi 27.000 decessi in più nel 2016. Un’allarmante statistica sulla disuguaglianza, poiché sono i poveri a vivere di meno.
All’epoca anche la mortalità infantile cambiò per il meglio: quando l’Nhs fu istituito, si contavano 34,5 decessi ogni mille nascite; oggi se ne contano cinque. Eppure, anche in questo caso, assistiamo a un’inversione. Questa settimana l’Nhs ha dovuto far fronte a un’interruzione dei servizi. Pena la sua sopravvivenza, si è reso necessario cancellare gli interventi di routine. La gente muore sulle barelle. Un tetro avvio per il 2018, un oltraggio per un’idea così splendidamente umana che era divenuta realtà.
In tutto il paese quest’an ...[continua]
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