Voi avete formato un collettivo che si chiama Pablo e avete partecipato all’occupazione del vostro liceo che si è tenuta in dicembre. Volete parlarne?
Valeria. Tutti gli anni ormai c’è questa occupazione, c’è chi la fa con convinzione, ma sono pochissimi e c’è chi la fa per stare a casa per due settimane. Anche quest’anno, come l’anno scorso, ci sono caduta come una pera cotta, anche l’anno prossimo sicuramente ci torno a cadere, perché quelli più grandi riescono a trascinarti, perché ti lasci prendere dall’entusiasmo e tutti i propositi vanno persi. Sicuramente quest’ultima occupazione è finita a sfavore, in un modo abbastanza pietoso, perché l’abbiamo fatta finire l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze, tanto per sottolineare il fatto che l’abbiamo fatta per stare a casa.
Per cosa avete occupato?
Vanni Jimi. Per la finanziaria, che è quasi un pretesto, perché si presenta tutti gli anni e poi alla fine non se ne ricava assolutamente niente. In realtà c’erano molti studenti a scuola, ma non per raggiungere un obiettivo preciso e prefissato, ma per curiosità, per voglia di stare insieme. Il che sarebbe anche giusto, però se accompagnato da una lotta, perché se è solo un pretesto per divertirsi o per stare a casa, con il solito piccolo gruppetto che lavora e che cerca di far qualcosa, diventa una pagliacciata, e in questi termini sono decisamente contrario.
Addirittura in questa occupazione gli ultimi giorni la maggior parte degli studenti faceva lezione, siamo arrivati ad essere una cinquantina ad occupare, mentre gli altri facevano lezione, il che è un controsenso, perché l’occupazione è fatta per impedire le lezioni.
Valeria. Non è vero che è un controsenso perché quando tu vedi che l’occupazione ti va a rotoli... Io sono dell’idea che quando non c’è il cosiddetto quorum dell’occupazione, l’occupazione deve finire. Invece loro hanno voluto fare la votazione, da quel momento lì ho detto che sarei venuta a scuola, ma per schierarmi dalla parte opposta, andando a fare lezione.
Avevamo detto che bisognava non solo che la maggioranza che votava per l’occupazione fosse la metà degli studenti più uno come minimo ma anche che quella metà degli studenti più uno doveva esserci sempre in tutto il giorno. Se quella maggioranza non c’era l’occupazione doveva finire automaticamente perché quella maggioranza diventava una minoranza. Invece hanno voluto fare delle votazioni...
Vanni Jimi. Questo che dici è anche un controsenso col principio dell’occupazione. L’occupazione è una cosa illegale e gli occupanti in teoria dovevano impedire agli altri di far lezione; l’occupazione è concepita per questo, altrimenti si tratta di un’autogestione con un regolamento. Se noi ci diamo delle regole, per cui dobbiamo essere sempre la maggioranza, è già un’occupazione che vacilla.
Può una minoranza impedire alla maggioranza di agire?
Vanni Jimi. Sì.
Perché, in base a quale autorità?
Vanni Jimi. Ma non c’è un’autorità, perché non c’è un regolamento: se io vengo da te che stai facendo lezione, dentro una classe, e mi metto ad urlare: “sgombrate!”, non è che ci siano delle regole. L’occupazione è una scelta, è una forma di protesta estremista, ci sono anche altre forme di protesta, ma ormai sono tutte dimenticate perché si occupa sempre. Ma se si sceglie questa via, io sono per andare fino in fondo. Io l’occupazione la vedo come una lotta che si propone a tutti i costi di arrivare ad un obiettivo.
Perché dici: “a tutti i costi”?
Vanni Jimi. Non ho detto che appoggio per forza questa forma di violenza morale, però l’occupazione dovrebbe essere questo, se io la rifiuto posso scegliere altre vie, ma l’occupazione come concetto è quello. E infatti una volta la polizia era chiamata, era la lotta.
L’occupazione è per definizione un infrangere le regole, non posso dire che sono contento se viene la polizia, ma io ho cercato di prevaricare. Naturalmente, poi, come viene fatta oggigiorno l’occupazione, l’intervento della polizia non sarebbe davvero il caso... mi sarei stupito che avessero chiamato la polizia in un’occupazione, dove la notte si stava lì a gelare in quindici persone. Sarebbe stata una cosa assurda, perché quell’occupazione era quasi legalizzata.
Cos’è che non va secondo voi nella scuola?
Valeria. Secondo me prima di tutto non c’è assolutamente dialogo con i p ...[continua]
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