Vorremmo che ci parlassi della cooperazione ravennate che ha scritto una delle pagine più belle della cooperazione mondiale, la bonifica dell’Agro Romano. Abbiamo pubblicato tempo fa, nei reprint, l’elzeviro del Corriere di Indro Montanelli che esalta l’impresa degli "scariolanti”…
La grande migrazione interna promossa da Nullo Baldini, Armuzzi, Bazzini e Ceroni ebbe inizio nel novembre del 1884, quando cinquecento braccianti e cinquanta azdore (l’azdora era la reggitrice della casa nelle famiglie contadine), accompagnati dal Sindaco di Ravenna, dalla Banda Comunale e da numerosi cittadini, si recarono alla stazione della città per iniziare un lungo e travagliato viaggio che li avrebbe condotti prima a Roma e poi a Ostia.
All’inizio del 1884 il Governo aveva appaltato i lavori di bonifica degli stagni di Ostia, Maccarese, Camposalino e Isola Sacra.
Si aggiudicò quell’appalto l’impresa Canzini-Feuter per la quale lavorava un ravennate, l’Ing. Angeletti conoscente di Baldini.
Armando Armuzzi fu il promotore, insieme a Nullo Baldini, dell’idea di trovare una soluzione alla grave disoccupazione dei braccianti ravennati, che soffrivano condizioni di grave indigenza, soprattutto nei mesi invernali, attraverso la loro migrazione in luoghi dove si potevano trovare occasioni di lavoro, come il litorale romano.
Gli strumenti della bonifica: la carriola in legno, il paletto in lego e ferro, il palone in legno
Per raggiungere questo scopo egli avviò una trattativa con l’impresa assegnataria dell’appalto e, dopo molti sforzi e con il supporto del sindaco di Ravenna e dei deputati del collegio che spesero tutta la loro influenza a favore dell’iniziativa, l’Associazione generale degli operai braccianti del Comune di Ravenna riuscì ad acquisire quei lavori di bonifica in subappalto, sulla base di una trattenuta del 18% sul valore del capitolato a favore dell’impresa assegnataria.
Questa grande e travagliata avventura rappresenterà una sorta di banco di prova per dimostrare le capacità organizzative, tecniche e professionali dei dirigenti dell’Associazione, ma soprattutto la determinazione di un popolo di lavoratori decisi a conquistare dignità e riscatto sociale attraverso il duro lavoro delle bonifiche.
Come ho detto, l’attività di bonifica del litorale romano serviva soprattutto a coprire la grave carenza di lavoro che si accentuava nei mesi invernali; quindi, nei ...[continua]
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