Wlodek Goldkorn

Cresciuto nella residuale comunità ebraica e comunista della Polonia del dopoguerra, ha lasciato la Polonia nel 1968. Dai primi anni Settanta vive a Firenze. Per molti anni responsabile culturale de «L’Espresso», ha scritto numerosi saggi sull’ebraismo e sull’Europa centro-orientale.

interventi

Tempo e memoria

discussioni

Su Facebook appare una notizia: Ken Loach ha rifiutato il premio conferitogli dal Festival di Torino, seguono i soliti commenti di gente indignata. Il fatto è vero? Sì, ma risale a undici anni fa. Quanto sopra non è un ennesimo lamento sul funzionamento dei social media ma un

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Deserto

cosa sta succedendo

Succede, è già successo nella storia, che ci si ritrovi soli. Accade quando sembra che la storia subisca un’accelerazione: una guerra che non abbia un significato solo locale; una rivoluzione e via elencando. Ora, io sono convinto che le accelerazioni siano in larga parte dovute

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NOI NO!

di letteratura e altro
Una città n. 285/2021

Ha scritto su Facebook Lorenzo Masili: “Per le donne che lavorano nel multiservizi e che perderanno la clausola sociale nei cambi d’appalto ossia il lavoro, per gli adolescenti dalla pelle scura, per noi omosessuali e per le nostre famiglie, per i poveri che hanno bisogno di cure gratui

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Dalla scalinata di Potemkin

discussioni
Una città n. 282/2021

A sinistra, se la parola sinistra ha ancora un senso che vada oltre una delle indicazioni date dalla Treccani: “La mano che è dalla parte corrispondente al cuore”, ecco a sinistra abbiamo un problema di subalternità. Lo abbiamo appena cerchiamo di parlare delle vicende

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Il Giorno della memoria

discussioni
Una città n. 280/2021

Da quando è stato istituto il Giorno della Memoria -in Italia con una legge del 2000 (per cui si è molto adoperato Furio Colombo), nel resto del mondo con una risoluzione delle Nazioni Unite del 2005- al suo approssimarsi si inizia regolarmente a discuterne il senso e il significato.

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Un polacco a cui non piace il freddo

discussioni
Una città n. 279/2021

La domanda, in apparenza innocua, è la seguente: “Ma come, tu polacco soffri per il freddo?”. La risposta (mia) può variare dal semplice “ebbene, sì” al più articolato (si fa per dire) “a me piace il caldo, il deserto; la neve mi mette triste

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Eccezione

discussioni
Una città n. 276/2021

L’omosessualità è stata depenalizzata in Polonia nell’anno 1932. Il diritto di eleggere deputati al Parlamento e di farsi eleggere, le donne polacche l’hanno avuto  a partire dal novembre 1918. E per passare a cose più futili: nel 1939, in un film girato p

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Un programma minimo e i panni degli altri

cosa sta succedendo

Nel suo primo discorso alla Knesset, da capo dell’opposizione, il 13 giugno, Benjamin Netanyahu ha detto in sostanza due cose di un certo rilievo. La prima: il nuovo governo, in apparenza di Naftali Bennett, in realtà di tutti coloro che volevano vedere la caduta del premier uscente...

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Un programma minimo e i panni degli altri

cosa sta succedendo

Nel suo primo discorso alla Knesset, da capo dell’opposizione, il 13 giugno, Benjamin Netanyahu ha detto in sostanza due cose di un certo rilievo. La prima: il nuovo governo, in apparenza di Naftali Bennett, in realtà di tutti coloro che volevano vedere la caduta del premier uscente...

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La politica

discussioni
Una città n. 273/2021

Verso la metà degli anni Novanta del secolo scorso e fino (più o meno) alla crisi del 2008, nel periodo insomma del massimo splendore della globalizzazione, abbiamo assistito a una specie di apoteosi delle società di consulenza, dei maghi dei sondaggi e delle strategie elettoral

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Quattro storie dalla Polonia

discussioni
Una città n. 272/2021

Quattro brevissime storie dalla Polonia, paese considerato baluardo e avanguardia del nazionalismo in Europa. Con una premessa. La premessa è questa: ho l’impressione che negli ultimi anni, a sinistra ma anche oltre, sia prevalso un modo di rappresentare la realtà come una storia...

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Ma come facciamo senza un "sacro" laico?

discussioni
Una città n. 271/2021

Una ventina di anni fa mi ero trasferito  per un certo periodo a New York. Pensavo di andare ad abitare in un paese all’avanguardia della modernità. Ero convinto pure, cresciuto sui film prodotti negli States, che Hollywood imitasse la vita americana. Dopo pochi mesi avevo capito...

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Maradona

discussioni

Era metà anni Ottanta. Ero andato a Napoli per leggere una copia, fra le prime arrivate in Occidente, di un libro appena pubblicato, clandestinamente, in Polonia. Il libro, affascinante e che raccontava storie personali e intime degli ex capi del Partito comunista, narrate da loro stessi a un...

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La perdita della memoria

discussioni

Mi sia permesso cominciare con una questione personale, quasi intima, anche se pubblica. Quando è scomparsa Rossana Rossanda, ho pensato molto al rapporto che la legava a K. S. Karol, mio connazionale, al secolo Karol Kewes, morto nel 2014, a Parigi. Non ho titolo alcuno per parlarne...

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Armine

discussioni

Stephanie Seymour, Elle Macpherson, Cindy Crawfrod, Carol Alt, Claudia Schiffer e anche Naomi Campbell. Erano le supermodelle che fra gli anni Ottanta e i primi Novanta del secolo scorso e hanno conquistato l’immaginario maschile dell’Occidente. Qui, nella Penisola (Isole maggiori...

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L'Arco di Tito

discussioni
Una città n. 267/2020

Dura, durissima la vita del maschio bianco, specie se non più di tenera età, magari reduce del Sessantotto, poi gruppettaro (per i più giovani, i gruppettari erano gli appartenenti alle organizzazioni dell’estrema sinistra), infine mandato a casa a calci nel sedere dalle...

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IL TRAUMA

cosa sta succedendo

Era prevedibile. Non siamo diventati più buoni, la pandemia non ha cambiato i nostri cuori né ha reso profondo l’animo di chi lo aveva arido. Solo una banale retorica, mostruosa nel suo cinismo, e che si nutre dei più vieti luoghi comuni (e ignora quella letteratura che...

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interviste

QUEI QUARTIERI NON CI SONO PIU'

cosa sta succedendo
Una città n. 240/2017

 
Macron che ha messo un fermo alle mire di Putin e Trump che, col giuramento sulla palla luminosa, se fa sul serio e durerà, ha aperto la strada alla guerra mondiale; la crisi delle democrazie, che va ben oltre la sconfitta dei populismi, perché, con la globalizzazione, è in crisi l’agire collettivo che le sostanziava e l’idea stessa di progresso; le città baluardo nel mondo di cosmopolitismo e civiltà dei modi e la crisi, auspicata ma rischiosa, degli stati nazionali. Intervista a Wlodek Gorldkorn.
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IL GRAN RITORNO

cosa sta succedendo
Una città n. 226/2015

 
Le Primavere arabe che in nome della democrazia sono rifluite su rivendicazioni identitarie; il crollo dell’ordine, e dei confini, stabiliti nell’accordo del 1916; uno stato sunnita, lo scopo di un Isis in cui sono confluiti i quadri del Baath; la crisi della Nato e il rischio di una finlandizzazione dell’Europa con una Russia rientrata da grande protagonista sulla scena mondiale; la crisi delle leadership politiche occidentali; la difficoltà a intervenire in Siria e Iraq. Intervista a Wlodek Gordkorn.
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FAI IL CONSIGLIERE COMUNALE

l'altra tradizione
Una città n. 169/2009
 
La storia del Bund, il partito che organizzava i lavoratori e la vita quotidiana delle comunità ebraiche polacche e che finì con le deportazioni nei campi di sterminio e con la disperata insurrezione del ghetto di Varsavia; Marek Edelman, bundista, medico, dirigente di Solidarnosc... Intervista a Wlodek Goldkorn.
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L’ANTISEMITISMO ESISTE ANCORA?

discussioni
Una città n. 114/2003
 
Un senso di colpa che non può portare a voler combattere oggi la battaglia non combattuta ieri. Un allarme irrealistico in Europa. L’anti-israelismo quello sì, reale, può volgersi in antisemitismo nel momento in cui comincia a vedere in Israele l’origine di ogni male. Il fallimento del sionismo che doveva garantire la sicurezza all’ebreo. Intervista a Wlodek Goldkorn.
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BOMBE E DEMOCRAZIA

discussioni
Una città n. 110/2003
 
La presenza di un’ala fondamentalista di cristiani “rinati” nel panorama politico americano è ormai un dato consolidato; l’ideologia “progressista” di quei neoconservatori che pensano di esportare la democrazia con le bombe; la paranoia di chi vede nell’America e in Israele la causa di tutti i mali; il rischio di una degenerazione delle democrazie dissociate dai diritti umani; l’antiamericanismo e l’odio per chi dalle Torri vendeva obbligazioni a tutto il mondo; il come è decisivo per definire la democrazia. Interventi a un dibattito sulla guerra all’Iraq.
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IL CHIODO DELL’AMERICA

discussioni
Una città n. 107/2002
 
La guerra verrà non solo per un forte interesse petrolifero, aggravato dal pessimismo che pervade l’Amministrazione americana riguardo all’Arabia Saudita, ma per un movente del tutto ideologico: la democrazia da esportare sulla punta delle baionette. Il rischio di una terza guerra mondiale. L’Europa, che ha vissuto la tragedia, conosce l’importanza della mediazione, del tessere i fili. Intervista a Wlodek Goldkorn.
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LA RADICE COLONIALE

internazionalismo
Una città n. 90/2000
 
Il necessario e ineludibile riconoscimento del carattere coloniale, non solo nazionale, del conflitto. Perché il '67 non può cancellare il '48. La visione di Peres di un grande Medio Oriente, di una confederazione fra Israele, Giordania e stato palestinese, in cui gli ebrei siano finalmente integrati. Perché di Gerusalemme non si doveva assolutamente parlare. Arafat, in fondo, voleva fare come Ben Gurion. Intervista a Wlodek Goldkorn.
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QUELLA PARATA A BREST LITOVSK

l'altra tradizione
Una città n. 79/1999
 
Un antiamericanismo che non deriva solo dalla simpatia per ogni enclave di resistenza alla globalizzazione, ma da una sinistra figlia del romanticismo tedesco e solo a parole della rivoluzione francese, amante delle radici, delle differenze, delle gerarchie, che detesta l’individuo. L’America, ormai, nell’odio di tanti, ha sostituito l’ebreo senza radici, pratico del denaro, cultore del libro, cittadino e cosmopolita. Intervista a Wlodek Goldkorn.
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QUEL PIANTO AL FUNERALE

cosa sta succedendo
Una città n. 46/1995

 
Il clima di odio religioso che era cresciuto negli ambienti di destra contro Rabin. La mania, importata dall’America, degli speakers, che ora tacciono. La fine dell’ethos pioneristico e del sacrificio che impediva anche di piangere. Tel Aviv che ora sembra Manhattan. La frattura con la diaspora americana e la rimessa in discussione della legge del ritorno. Israeliani e palestinesi sono ormai due popoli comunicanti che guardano la stessa tv. L’impatto forse decisivo delle lacrime di Arafat. Intervista a Wlodek Goldkorn.
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VILNIUS, LEOPOLI, SARAJEVO

cosa sta succedendo
Una città n. 27/1993

 
L’Europa a cui stiamo rinunciando è quella delle città come luogo di commerci, di incontri, di mediazione, di convivenza anche forzata, di una promiscuità che rende immuni dai moralismi. La sconfitta in Bosnia. Intervista a Wlodek Goldkorn.
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FANNO LA PACE!

internazionalismo

Questa intervista a Wlodek Goldkorn, giornalista e saggista, è stata fatta ovviamente prima che "precipitassero gli eventi" verso un accordo di pace. Crediamo che mantenga intatto tutto il suo interesse non solo perché motivava un grande, e allora anche sorprendente, ottimismo...

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