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Risultati della ricerca: 188

Una Città 127 / 2005
L’IMPRESA DI LAVORARE TANTO E BENE
Intervista a Alberto Bordignon di Barbara Bertoncin
La crescita tumultuosa dell’imprenditoria immigrata, che in parte è indotta certamente dal ricatto degli imprenditori italiani, che preferiscono avere un immigrato a partita Iva, ma in parte è frutto di una reale volontà di iniziativa e del desiderio di mettersi in proprio. L’immigrato sa che dare lavoro e pagare le tasse è una via sicura per radicarsi in un territorio. Imprese sempre su base etnica o familiare. Intervista ad Alberto Bordignon.

Una Città 123 / 2004
UN TUFFO IN PISCINA
Intervista a Fatima Azil di Alessandra Zendron
Buttarsi in acqua al Lido è un controsenso per una praticante musulmana, stando al Corano non dovrebbe essere lì. Il rischio che la consulta degli stranieri, voluta dalle amministrazioni, diventi un ghetto. Molte donne, venendo in Europa, perdono paradossalmente libertà. I figli parlano tedesco, italiano, arabo, pachistano e a scuola devono mangiare con la forchetta ma saper spiegare che mangiare con le mani è un’arte. Intervista a Fatima Azil.

Una Città 120 / 2004
“NON CAPIRE”
Intervista a Dina Capozio, Elio Capriolo e Francesca Giardulo di Katia Alesiano
Un rione storico di Roma, l’Esquilino, che uscito dal degrado grazie all’impegno dei cittadini, a interventi importanti della giunta e all’arrivo degli immigrati, che ne aveva fatto un quartiere multietnico, sta diventando il quartiere dei cinesi che in modo sistematico acquistano tutti gli esercizi commerciali. Per i residenti, spesso anziani, un grave problema. Intervista a Dina Capozio, Elio Capriolo e Francesca Giardulo.

Una Città 113 / 2003
BENVENUTO!
Intervista a Anna Maria Tonioni e Simone Sabbatini di Martina Melis, Gianni Saporetti
I Centri di permanenza temporanea, dove sono rinchiusi gli stranieri in attesa di essere rimpatriati, veri e propri lager extra-giudiziari, senza alcun riguardo per le condizioni di vita e di salute degli “ospiti”. La convalida del giudice, un rito solo burocratico. L’implacabile segnalazione poliziesca. Le retate etniche ai semafori delle strade o nei posti di ritrovo abituale. Il pestaggio di Bologna. Intervista a Anna Maria Tonioni e Simone Sabbatini.

Una Città 109 / 2002
MA IO DEVO VIVERE QUI?
Intervista a Vito Niccolò Livorti di Paolo Billi, Franco Cossentino
Usare un quartiere come ripostiglio per tutti i problemi più spinosi, dai nomadi ai profughi kossovari, fa sì che si rovini la convivenza, si spingano gli abitanti a fuggire appena possono, l’incuria diventi la regola e ogni progetto muoia sul nascere. La stanchezza dei militanti del comitato di quartiere di fronte all’insensibilità di una giunta di destra e al buonismo stupido verso gli immigrati della sinistra. Intervista a Vito Niccolò Livorti.

Una Città 104 / 2002
L’INSULTO
Intervista a Francesco Ciafaloni di Gianni Saporetti
Il bisogno di immigrati per la nostra economia è vitale e ancor più lo sarà per l’arrivo al lavoro delle generazioni “dimezzate”. Allora la nuova legge serve solo a impaurire gli immigrati, a diffondere un senso di ingiustizia, di non gradimento. La liquidazione espropriata per il fondo espulsioni, i ricongiungimenti resi più difficili. L’ingiunzione disattesa sarà reato e le carceri straboccheranno. Intervista a Francesco Ciafaloni.

Una Città 102 / 2002
ANZI, L’AVVOCATO DEVE ESSERE ANTAGONISTA...
Intervista a Adriano Saldarelli di Barbara Bertoncin
Un giovane avvocato di Firenze, che per l’associazione “Altro diritto” va in carcere a offrire assistenza a detenuti che spesso non capiscono la lingua della giustizia, o scontano pene per non aver fatto un’istanza. Intervista a Adriano Saldarelli.

DOVE ANCHE AMMALARSI ORMAI ERA COSA DA RICCHI...
Intervista a Teresa Pereyra di Anna Segre
La sofferta decisione di lasciar tutto e venir via, dopo anni di difficoltà, occupazioni precarie e delusioni; vendere tutte le cose di casa e cercar miglior fortuna in Italia, dove però non tutto ha corrisposto alle aspettative. Intervista a Teresa Pereyra.

Una Città 101 / 2002
IO VADO A BRUCIARE
Intervista a Aalla Lahcen di Barbara Bertoncin, Vicky Franzinetti
Come una legge che lega il permesso di soggiorno a un lavoro dipendente ha spinto alla clandestinità la prima ondata migratoria legata al piccolo commercio, e messo in ginocchio l’economia familiare marocchina nella quale, grazie alle rimesse dell’emigrante, si costruiva la casa, si scavava il pozzo... L’arrivo dei ragazzini che per rispetto “del mandato” possono ridursi all’accattonaggio. Intervista a Aalla Lahcen.

Una Città 100 / 2002
SIAMO I GENITORI CHE HANNO SPUTATO SULLA RELIGIONE
Intervista a Jamila, Françoise e Tania di Vicky Franzinetti, Gianni Saporetti
I figli di immigrati algerini a Marsiglia non parlano arabo, parlano un francese in codice, riscoprono a volte la religione mentre i genitori sono laici. Il rischio di un comunitarismo ben visto dalla destra. Intervista a Jamila, Tania, Françoise.