Da Tricarico, lì 24-5-’43
Sono tornato al paesello (nel Meridione non sbalordirti!) senza aver potuto leggere qualche altro numero del tuo “Pattuglia”. A proposito di quel racconto, non so che abbia deciso, soprattutto non so se ti sia piaciuto. Adesso dimmi se accoglieresti con piacere un racconto per un disperso “Oggi tre anni”. Te lo domando, perché si tratterebbe di calcare un po’ il metodo di “Il Bo” che da tempo indeterminato pubblica invariabilmente pezzi e racconti d’argomento attuale.
E infine sentiti una poesia.
Tanti saluti cordiali.
Tuo Rocco Scotellaro
Poche righe inedite, che rimandano a un racconto, non trovato, a differenza di questa lettera, tra le carte del destinatario, Walter Ronchi, che annota di aver risposto al mittente in data 10 luglio, più di un mese dopo. Si è in tempo di guerra, e il capo-redattore di “Pattuglia”, rivista mensile del Guf di Forlì, studente in medicina al momento esentato dalla leva militare, è travolto da molte richieste da parte di giovani da ogni parte d’Italia, desiderosi di collaborare a una testata esprimente non conformismo e apertura alla cultura internazionale, con preferenza francese e anglosassone -e non certo tedesca- specie in campo teatrale, cinematografico eartistico. Anche dal sud un gruppo coeso di Napoli, con Antonio Ghirelli, Giuseppe Patroni Griffi, Raffaele La Capria, Giorgio Napolitano, Achille Millo, scriveva a Ronchi e aveva ottenuto spesso spazio su “Pattuglia” o sull’altra rivista forlivese “Spettacolo”, continuazione di “Via Consolare”. Da Sanremo un altro giovane, Italo Calvino, invierà a Ronchi negli stessi giorni, 22 maggio, un suo testo teatrale inedito: “La commedia della gente”, ma anche lui senza successo. Ai primi di luglio le due riviste forlivesi per ordine diretto di Mussolini verranno infatti chiuse d’autorità per aver dato spazio a correnti culturali incompatibili col regime. Regime che poche settimane dopo cadrà rovinosamente anch’esso.
Rocco Scotellaro (1923-1953), di cui si è recentemente celebrato il centenario della nascita e il settantesimo della morte, è un simbolo, nell’Italia popolare e contadina della ricostruzione, della ricerca di uno Stato giusto e democratico: di un vero riscatto ad opera di una nuova generazione, povera ma attiva. Di famiglia modesta, la sua voglia di studiare lo porterà alla licenza liceale stante la sua viva intelligenza e la ferma volontà. Poeta, sindacalista, aderente al Partito socialista dal settembre ’43, sindaco di Tricarico dal ’46 al ’50, morirà prematuramente. Studi liceali in varie città -a Trento sarà in classe con Alfredo Pieroni di cui “Pattuglia” pubblicherà una novella nel numero di marzo-aprile ’43- continuerà, tra Roma, Napoli e Bari un cursus universitario che non riuscirà a portare a termine per l’elezione a sindaco a 23 anni. Si può ipotizzare che Scotellaro abbia conosciuto dapprima “Pattuglia” tra gli universitari a Roma, e lo stesso Ronchi a Forlì, nel viaggio di ritorno al “paesello, nel Meridione”, come scrive, dopo una visita all’affezionata sorella abitante a Trento. In quel maggio ’43 Scotellaro ha vent’anni. Nella lettera cita il giornale degli universitari di Padova “Il Bo”, che evidentemente seguiva con grande attenzione.
Nei Taccuini 1942-1953, pubblicati recentemente da Quodlibet, è pubblicato uno scritto del ’45 in cui Scotellaro polemizza con Benedetto Croce a proposito del “problema dei giovani”, dal filosofo considerato semplice fatto fisiologico, come la “fioritura”, e perciò quasi negato come problema. Il giovane socialista di Tricarico tiene invece a distinguere: “Nel caso della gioventù italiana il problema si presenta per lo meno sotto doppio aspetto: vi è, o vi è stata, una gioventù fanatica, nazional militaristica, che oggi non è facile giuoco sviziare dai sogni delle terre promesse, e una gioventù che fin nelle redazioni dei fogli guffisti (sic) aveva portato un’irrequietezza derivante da un’ansia di libertà sinceramente avvertita”. Una distinzione anche autobiografica da parte del giovane lucano che si era alimentato alla lettura di riviste come “Pattuglia”.
Oggi la collezione completamente digitalizzata delle riviste del Guf forlivese “Via Consolare”, “Spettacolo” e “Pattuglia”, tra 1939 e 1943, è consultabile liberamente sul sito www.bibliotecaginobianco.it
(di Giovanni Tassani)